martedì 20 maggio 2014

L'Arte con Giuditta e Oloferne i due personaggi biblici descritti nelle opere di celebri artisti

La storia di Giuditta e Oloferne attraverso l'arte e le opere dei più celebri artisti e pittori del passato.
Tra le storie più interessanti che possiamo leggere nell'Antico e nel Nuovo Testamento che come sappiamo fanno parte del libro in assoluto più stampato e letto al mondo, cioè la Sacra Bibbia vi è anche quella molto emozionante e drammatica di due personaggi, Giuditta e Oloferne.



La loro è una storia talmente intrisa di atti emozionanti, di forti sensazioni e di grande tragedia che ha attirato sin dai secoli passati numerosi appassionati e ammiratori anche in campo artistico. Tra gli amanti della storia di Giuditta e Oloferne risultano infatti anche molti celebri artisti e pittori che le hanno concesso una giusta attenzione studiandone bene la storia, le possibili emozioni che i personaggi avevano potuto provare. Sono dei celebri artisti e pittori che con il proprio stile personale e il proprio talento ci hanno regalato delle loro personali interpretazioni realizzando straordinarie opere di scultura o dei dipinti che non ci stancheremo mai di ammirare e di analizzare andando a visitare i Musei dove sono esposti. Una delle più belle opere che come soggetto ha questa biblica storia è quella realizza dall'artista italiano Caravaggio, il quale come sappiamo viene considerato tra i più grandi pittori di sempre. In alto nell'immagine vediamo il dipinto completo del Caravaggio intitolato appunto Giuditta e Oloferne realizzato intorno all'anno 1599 in cui viene rappresentato con grande maestria il momento forse più tragico di questi due personaggi. Mentre qui sotto possiamo vedere sempre della stessa opera un suo particolare dove vediamo tutta la bellezza espressiva e la forza in un volto freddo di Giuditta.



La storia di Giuditta e Oloferne rappresentata in alcune celebri opere.
Riassumendo brevemente questa storia la Bibbia ci narra che il potente re Assiro Nabucodonosor, conosciuto nella storia antica come il re della stupenda città di Babilonia nella odierna Iraq, dopo aver vinto alcune battaglie e guerre chiede a uno dei suoi più grandi Generali chiamato Oloferne di iniziare una imponente campagna militare alla conquista delle terre dell'Occidente. Il generale Oloferne che era anche un uomo molto prepotente e crudele a un certo punto viene avvertito dai suoi che esisteva un popolo molto forte che abitava in queste terre da conquistare. Questo era il fiero popolo di Israele, un popolo molto amato ed eletto dall'unico Dio descritto dalla Bibbia e che quindi per questo motivo era considerato da molti anche invincibile. Oloferne non volle ascoltare queste parole anzi marciò contro e cinse d’assedio il nemico. Dopo circa 34 giorni di un tremendo assedio da parte dei soldati assiri gli israeliti ormai erano ridotti alla fame e molto indeboliti anche per poter combattere in ogni reparto, dovevano quindi arrendersi per forza di cose.

Donatello Giuditta e Oloferne statua in legno


E qui entra in scena il personaggio femminile di Giuditta, la quale era una ricca e bella vedova ebrea che di solito se ne stava rinchiusa nella sua casa a pensare ai propri problemi e al suo triste lutto. Sentendo le brutte notizie che arrivavano dalla guerra e della quasi resa del suo amato popolo rimprovera gli anziani capi per la scarsa fede che hanno nei confronti del Signore. Così speranzosa in una Divina mano Giuditta si veste bene e si reca nella tenda di Oloferne, il Generale nemico facendogli credere che ella stava tradendo il suo popolo in cambio del vile denaro. L'astuta Giuditta fece credere infatti che voleva rivelare i punti deboli degli israeliani in modo da facilitare l’attacco decisivo degli assiri. A Oloferne piacque molto l’idea e per far questo Giuditta aveva bisogno di pregare per un certo periodo per avere l’approvazione del Signore. Dopo tre giorni di preghiere Giuditta viene invitata al banchetto in onore della futura vittoria del generale Oloferne. Alla fine del banchetto il generale è molto ubriaco e viene lasciato da solo con la bella Giuditta sicuro di potersi divertire con essa, si distende su un divano quasi privo di sensi per via dei fumi portati dall’alcool bevuto. Giuditta a questo punto della storia invoca l’aiuto di Dio e imbracciando la scimitarra del nemico Oloferne si avvicina al collo e con un fortissimo e preciso colpo gli stacca la testa di netto. La donna chiama la sua ancella e gli fa nascondere la testa in una bisaccia riuscendo poi a scappare dal campo nemico. Le due donne spaventate e consapevoli di ciò che avevano fatto scappano verso le porte della vicina città di Betulia. Qui il popolo di Israele sentendo i fatti e vedendo anche la prova della testa di Oloferne che Giuditta si era portata appresso la fa diventare una eroina, celebrandola come la salvatrice di tutto il popolo e riempendola di denari e grandi onori rispettandola da lì in poi sino alla sua morte. Da allora Giuditta che divenne un simbolo femminile di riscatto contro la tirannia e le ingiustizie non volle mai più risposarsi.

Sandro Botticelli Giuditta che fugge con l'ancella


Questa quindi è una antica storia della Bibbia che racconta come a volte per risolvere i grandi problemi non basta solo parlare ma deve scorrere molta violenza e sangue. Una storia comunque ricca di forti emozioni e grandi ideali per l'uomo. Oggi Giuditta viene vista come un bellissimo simbolo, un esempio da seguire per la libertà di tante donne nel mondo. Lei è anche un simbolo che riguarda la forza della femminilità e della bellezza delle donne usate magari per scopi morali molto alti come può essere la lotta a certi pregiudizi o la ricerca della libertà per i popoli. Ecco perché leggendo questa storia molti artisti celebri si sono innamorati dei personaggi e sono stati ispirati da loro realizzando delle bellissime opere aventi come soggetto questa storia tra il bene e il male. Vengono espressi nelle opere alcuni sentimenti e elementi dell’animo umano come per esempio quello della viltà, quello della mancanza di fede da parte di un intero popolo, o ancora un finto tradimento di una donna dietro il quale invece si nasconde un grande coraggio e un grande atto di eroismo oltre che un grande amore verso il proprio paese. Insomma ognuno di noi può vederci tutto ciò che desidera e si può interpretare e leggervi tanto altro nella storia di Giuditta e Oloferne come qualcuno indica oggi. Questa è una storia che va bene e può essere adattata anche ai nostri giorni in contesti diversi, più moderni come quelli in cui viviamo noi. Per esempio alcuni vedono in Giuditta un simbolo di vendetta per le donne, una bandiera che urla giustizia contro ogni tipo di violenza subita. Spesso queste violenze sulle donne sono opera di uomini prepotenti, sono gli Oloferne moderni, uomini viziosi e irrispettosi verso tutte le donne. Ecco arrivare una Giuditta anche per loro, una vendetta per tutti quegli “idioti” che sono convinti che le donne sono poco più che dei semplici “oggetti” da usare e violentare a piacimento.

Andrea Mantegna Giuditta e Oloferne


Vediamo alcune delle interpretazioni artistiche che hanno dato i maestri del'arte nel passato seguendo ognuno il proprio stile e il proprio estro artistico. Un clic per ingrandirle un poco.


Sono tutti dei capolavori dell’arte che possiamo vedere esposti nei maggiori Musei come per esempio quelli che vediamo nelle immagini che si riferiscono andando dall'alto in basso rispettivamente a:
quello realizzato in legno nel 1457 circa da Donatello;
Sandro Botticelli 1472 circa Giuditta che ritorna a Betulia;
Andrea Mantegna 1490;

Cristofaro Allori opera con Giuditta


Cristofano Allori pittore italiano 1577 – 1621;

Artemisia Gentileschi


Artemisia Gentileschi 1620;

Tintoretto


Il Tintoretto opera;

Veronese


Il Veronese 1581 circa;

Lucas Cranach il vecchio opera con Giuditta


Lucas Cranach il Vecchio 1531 circa Giuditta.

Le opere sulla storia di Giuditta e Oloferne sono davvero numerose ma io ho voluto metterne soltanto qualcuna tanto per far vedere come un buona storia, una leggenda o un racconto possa diventare immortale anche grazie all’arte.
Aspetto come sempre anche i Vostri commenti.


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