La
storia di Giuditta e Oloferne attraverso l'arte e le opere dei più
celebri artisti e pittori del passato.
Tra le
storie più interessanti che possiamo leggere nell'Antico e nel Nuovo
Testamento che come sappiamo fanno parte del libro in assoluto più
stampato e letto al mondo, cioè la Sacra Bibbia vi è anche
quella molto emozionante e drammatica di due personaggi, Giuditta
e Oloferne.
La
loro è una storia talmente intrisa di atti emozionanti, di forti
sensazioni e di grande tragedia che ha attirato sin dai secoli
passati numerosi appassionati e ammiratori anche in campo artistico.
Tra gli amanti della storia di Giuditta e Oloferne risultano infatti
anche molti celebri artisti e pittori che le hanno concesso una
giusta attenzione studiandone bene la storia, le possibili emozioni
che i personaggi avevano potuto provare. Sono dei celebri artisti e
pittori che con il proprio stile personale e il proprio talento ci
hanno regalato delle loro personali interpretazioni realizzando
straordinarie opere di scultura o dei dipinti che non ci stancheremo
mai di ammirare e di analizzare andando a visitare i Musei dove sono
esposti. Una delle più belle opere che come soggetto ha questa
biblica storia è quella realizza dall'artista italiano Caravaggio,
il quale come sappiamo viene considerato tra i più grandi pittori di
sempre. In alto nell'immagine vediamo il dipinto completo del
Caravaggio intitolato appunto Giuditta e Oloferne realizzato intorno
all'anno 1599 in cui viene rappresentato con grande maestria il
momento forse più tragico di questi due personaggi. Mentre qui sotto
possiamo vedere sempre della stessa opera un suo particolare dove
vediamo tutta la bellezza espressiva e la forza in un volto freddo di
Giuditta.
La
storia di Giuditta e Oloferne rappresentata in alcune celebri opere.
Riassumendo
brevemente questa storia la Bibbia ci narra che il potente re Assiro
Nabucodonosor, conosciuto nella storia antica come il re della
stupenda città di Babilonia nella odierna Iraq, dopo aver vinto
alcune battaglie e guerre chiede a uno dei suoi più grandi Generali
chiamato Oloferne di iniziare una imponente campagna militare
alla conquista delle terre dell'Occidente. Il generale Oloferne che
era anche un uomo molto prepotente e crudele a un certo punto viene
avvertito dai suoi che esisteva un popolo molto forte che abitava in
queste terre da conquistare. Questo era il fiero popolo di Israele,
un popolo molto amato ed eletto dall'unico Dio descritto dalla Bibbia
e che quindi per questo motivo era considerato da molti anche
invincibile. Oloferne non volle ascoltare queste parole anzi marciò
contro e cinse d’assedio il nemico. Dopo circa 34 giorni di un
tremendo assedio da parte dei soldati assiri gli israeliti ormai
erano ridotti alla fame e molto indeboliti anche per poter combattere
in ogni reparto, dovevano quindi arrendersi per forza di cose.
Donatello Giuditta e Oloferne statua in legno |
E qui
entra in scena il personaggio femminile di Giuditta, la quale
era una ricca e bella vedova ebrea che di solito se ne stava
rinchiusa nella sua casa a pensare ai propri problemi e al suo triste
lutto. Sentendo le brutte notizie che arrivavano dalla guerra e della
quasi resa del suo amato popolo rimprovera gli anziani capi per la
scarsa fede che hanno nei confronti del Signore. Così speranzosa in
una Divina mano Giuditta si veste bene e si reca nella tenda di
Oloferne, il Generale nemico facendogli credere che ella stava
tradendo il suo popolo in cambio del vile denaro. L'astuta Giuditta
fece credere infatti che voleva rivelare i punti deboli degli
israeliani in modo da facilitare l’attacco decisivo degli assiri. A
Oloferne piacque molto l’idea e per far questo Giuditta aveva
bisogno di pregare per un certo periodo per avere l’approvazione
del Signore. Dopo tre giorni di preghiere Giuditta viene invitata al
banchetto in onore della futura vittoria del generale Oloferne. Alla
fine del banchetto il generale è molto ubriaco e viene lasciato da
solo con la bella Giuditta sicuro di potersi divertire con essa, si
distende su un divano quasi privo di sensi per via dei fumi portati
dall’alcool bevuto. Giuditta a questo punto della storia invoca
l’aiuto di Dio e imbracciando la scimitarra del nemico Oloferne si
avvicina al collo e con un fortissimo e preciso colpo gli stacca la
testa di netto. La donna chiama la sua ancella e gli fa nascondere la
testa in una bisaccia riuscendo poi a scappare dal campo nemico. Le
due donne spaventate e consapevoli di ciò che avevano fatto scappano
verso le porte della vicina città di Betulia. Qui il popolo di
Israele sentendo i fatti e vedendo anche la prova della testa di
Oloferne che Giuditta si era portata appresso la fa diventare una
eroina, celebrandola come la salvatrice di tutto il popolo e
riempendola di denari e grandi onori rispettandola da lì in poi sino
alla sua morte. Da allora Giuditta che divenne un simbolo femminile
di riscatto contro la tirannia e le ingiustizie non volle mai più
risposarsi.
Sandro Botticelli Giuditta che fugge con l'ancella |
Questa
quindi è una antica storia della Bibbia che racconta come a volte
per risolvere i grandi problemi non basta solo parlare ma deve
scorrere molta violenza e sangue. Una storia comunque ricca di forti
emozioni e grandi ideali per l'uomo. Oggi Giuditta viene vista come
un bellissimo simbolo, un esempio da seguire per la libertà di tante
donne nel mondo. Lei è anche un simbolo che riguarda la forza della
femminilità e della bellezza delle donne usate magari per scopi
morali molto alti come può essere la lotta a certi pregiudizi o la
ricerca della libertà per i popoli. Ecco perché leggendo questa
storia molti artisti celebri si sono innamorati dei personaggi e sono
stati ispirati da loro realizzando delle bellissime opere aventi come
soggetto questa storia tra il bene e il male. Vengono espressi nelle
opere alcuni sentimenti e elementi dell’animo umano come per
esempio quello della viltà, quello della mancanza di fede da parte
di un intero popolo, o ancora un finto tradimento di una donna dietro
il quale invece si nasconde un grande coraggio e un grande atto di
eroismo oltre che un grande amore verso il proprio paese. Insomma
ognuno di noi può vederci tutto ciò che desidera e si può
interpretare e leggervi tanto altro nella storia di Giuditta e
Oloferne come qualcuno indica oggi. Questa è una storia che va bene
e può essere adattata anche ai nostri giorni in contesti diversi,
più moderni come quelli in cui viviamo noi. Per esempio alcuni
vedono in Giuditta un simbolo di vendetta per le donne, una bandiera
che urla giustizia contro ogni tipo di violenza subita. Spesso queste
violenze sulle donne sono opera di uomini prepotenti, sono gli
Oloferne moderni, uomini viziosi e irrispettosi verso tutte le donne.
Ecco arrivare una Giuditta anche per loro, una vendetta per tutti
quegli “idioti” che sono convinti che le donne sono poco più che
dei semplici “oggetti” da usare e violentare a piacimento.
Andrea Mantegna Giuditta e Oloferne |
Vediamo alcune delle interpretazioni artistiche che hanno dato i
maestri del'arte nel passato seguendo ognuno il proprio stile e il proprio
estro artistico. Un clic per ingrandirle un poco.
Sono tutti dei capolavori dell’arte che possiamo
vedere esposti nei maggiori Musei come per esempio quelli che vediamo nelle
immagini che si riferiscono andando dall'alto in basso rispettivamente a:
Cristofaro Allori opera con Giuditta |
Artemisia Gentileschi |
Tintoretto |
Veronese |
Lucas Cranach il vecchio opera con Giuditta |
Lucas
Cranach il Vecchio 1531 circa Giuditta.
Le
opere sulla storia di Giuditta e Oloferne sono davvero numerose ma io
ho voluto metterne soltanto qualcuna tanto per far vedere come un
buona storia, una leggenda o un racconto possa diventare immortale
anche grazie all’arte.
Aspetto
come sempre anche i Vostri commenti.
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