venerdì 29 novembre 2013

Il martirio di San Matteo del Caravaggio: come la luce può descrivere un dramma

Oggi parliamo del Martirio di San Matteo, uno straordinario capolavoro per il mondo dell'arte e della pittura che il celebre artista italiano Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come il Caravaggio realizzò sul finire del secolo Cinquecento e i primi anni del Seicento per la Cappella Contarelli nella città di Roma. Sotto vediamo il dipinto completo del Caravaggio in una immagine che purtroppo non può rendere il giusto merito quanto l'originale.



Il Martirio di San Matteo dipinto del Caravaggio tra descrizione e un po' di storia.
Come voleva la tradizione in quel tempo accadeva spesso che molti artisti, specie i più quotati viaggiassero per le polverose strade d'Italia per arrivare nelle più importanti città e soggiornarvi con lo scopo principale di farsi pubblicità e far vedere il proprio talento artistico ai ricchi mercanti, ai nobili o alle potenti Corti che le governavano. Così anche il pittore Caravaggio sul finire del secolo Cinquecento si trovava a trascorrere un soggiorno presso la bellissima città di Roma. E proprio durante questo soggiorno che gli fu commissionato dai proprietari della Cappella Contarelli un lavoro artistico che consisteva in un ciclo su San Matteo e che l'artista realizzò intorno agli anni tra il 1598 e il 1602. Questo importante contratto che da alcuni studi e ricerche fatte da esperti dell'arte sembra sia stato anche il primo vero lavoro pubblico avuto dal Caravaggio, arrivò anche grazie al potere e all'interessamento del Cardinale Del Monte, un potente uomo di Chiesa che oltre a essere un buon amico del pittore nutriva anche una forte passione per l'arte e una grande stima per la straordinaria e nuova tecnica di pittura di questo artista. Il lavoro per la Cappella consisteva nel realizzare un ciclo pittorico formato da tre tele dipinte ognuna raffigurante tre diversi momenti della vita di San Matteo che è il Santo a cui veniva dedicata la Cappella Contarelli e dove a fine lavoro dovevano poi essere collocati i dipinti del Caravaggio. Queste tre straordinarie opere che oggi vengono considerati degli assoluti capolavori per la storia della pittura sono (in ordine di realizzazione da parte del pittore): La vocazione di San Matteo, Il martirio di San Matteo e San Matteo e l'Angelo, quest'ultima finita intorno all'anno 1602. (per leggere sulla Cappella Contarelli e le altre due opere di questo ciclo andate su capolavori dell'arte).
L'opera del Martirio di San Matteo si trova collocato sulla parete di destra guardando l'altare nella Cappella Contarelli. Questo dipinto così come anche la prima opera del ciclo ha delle dimensioni abbastanza generose, infatti la superficie della tela sulla quale è stata realizzata misura ben 323 di larghezza per 343 centimetri di altezza. La tecnica artistica usata dal Caravaggio è quella che usa i colori a olio che di solito preparava personalmente con grande attenzione e dopo aver fatto delle diverse prove e bozzetti come era tradizione nell'arte dei grandi pittori.



Da come possiamo intuire facilmente dal titolo con cui conosciamo quest’opera vediamo che si tratta di una scena molto crudele e drammatica che è stata tratta dagli antichi Testi Sacri come per esempio la Sacra Bibbia.


La scena dipinta dal Caravaggio ci descrive in modo perfetto e molto vicino alla realtà il tragico e drammatico momento in cui San Matteo viene torturato e ucciso dai suoi sanguinari aguzzini. Questo momento viene rappresentato in un luogo chiuso che sembra essere l’interno di una Chiesa. Questo viene detto perché si intravede nel dipinto alle spalle dei personaggi principali alcuni elementi particolari che dai colori e dalle forme che hanno sembrano essere proprio una fonte battesimale e un altare che ha al centro una grande croce dipinta. Quindi il Caravaggio ha collegato la sua scena dipinta proprio al racconto che troviamo nei vari Testi Sacri dove si legge che il martirio di San Matteo avvenne subito dopo che il Santo aveva finito di celebrare una Santa Messa alla presenza di numerosi fedeli. Nel Martirio di San Matteo l'artista rappresenta questo Santo in modo straordinario, mentre si vede già disteso a terra in una posizione in cui ormai si è arreso alla spada che metterà fine al suo triste destino, mentre intorno vi è un groviglio di corpi di personaggi raffigurati in pose di azione e movimento. L'artista quasi ci vuole fare intuire gli orrori e i momenti che hanno preceduto questo lungo martirio, dopo essere stato colpito molto duramente nelle sue carni dai colpi inferti da colui che purtroppo diventerà tristemente famoso come il carnefice di San Matteo. Quest’aguzzino viene dipinto esattamente al centro della scena insieme proprio alla figura del Santo, sottolineando in questo modo che questi sono i due personaggi più importanti dell’opera. Come fosse la rappresentazione di una simbolica battaglia tra il bene e il male e in questo caso però è il bene a soccombere. Notiamo inoltre guardando ancora questo capolavoro come l’artista ha voluto rappresentare la figura del carnefice, quasi nudo e vestito soltanto da un misero telo bianco che gli avvolge solo le parti intime. Con la sua mano sinistra tiene bloccata la mano e il braccio destro di San Matteo che sta per soccombere mentre con la mano destra impugna la spada con la quale infliggerà al Santo l’ultimo colpo mortale. San Matteo disteso a terra ha una posizione a braccia aperte, sembra simboleggiare il dramma di Cristo, della Croce e del martirio. La forza espressiva di una particolare luce che ha reso celebre il Caravaggio investe in pieno illuminando il corpo del carnefice e un po' meno quello del Santo. Gli esperti hanno scritto che questo significa che il Santo è già nella Grazia di Dio per tutte le sue opere che ha realizzato durante la sua vita. Quella luce “Divina” che investe la figura del carnefice, un protagonista suo malgrado e per questo un grande peccatore simboleggia invece la Grazia di Dio, il perdono verso il male e tutti coloro che hanno peccato. In alto a destra nel dipinto vediamo poi un bellissimo Angelo che è dipinto a bordo di una nuvola mentre porge una palma a San Matteo a simbolo del martirio. Il Santo che ormai è a terra con un ultimo estremo tentativo della mano cerca di prenderla, accettando il proprio destino. Attorno alla scena principale del martirio di San Matteo che si sviluppa in modo concentrico sulla figura del carnefice vediamo poi altri personaggi che rappresentano i testimoni al triste fatto. Alcuni sono dei semplici fedeli che avevano partecipato alla Santa Messa. Vediamo un bambino che così come fanno altri presenti scappa via dopo aver assistito terrorizzato alla cruente scena.

Nel dipinto vediamo anche l'autoritratto dello stesso Caravaggio che ha voluto dare la sua faccia a uno dei personaggi che sono i testimoni della scena. Sopra lo vediamo in una immagine nel particolare col cerchietto mentre possiamo ammirare anche i chiari scuri e la luce sul carnefice. Quello per l’artista di mettere la propria faccia in alcuni dipinti era quasi una sorta di abitudine come spesso usavano fare anche altri grandi pittori del passato. Come quasi per dare più forza all’opera stessa oppure come hanno teorizzato in tanti per mandare un messaggio segreto a qualcuno o come fosse una sorta di firma per una sua opera d’arte. Nel caso del Martirio di San Matteo il ritratto del Caravaggio è quello che si intravede sullo sfondo nel personaggio che sta a sinistra. In quest’opera abbiamo quindi detto che il pittore ha voluto rappresentare una scena vicina alla realtà, una scena molto violenta a cui purtroppo in quell'epoca si poteva assistere veramente nelle stradine più brutte delle città più importanti d’Italia.
Da alcune recenti radiografie e dagli studi fatti da esperti dell'arte su questo dipinto del Caravaggio si è scoperto anche che l'artista compose delle diverse versioni. Nella prima vi è una composizione più classica e con il fondo chiuso da un grande Tempio antico. Qui si notava un soldato che irrompeva nella scena coprendo quasi San Matteo. Nella seconda versione della composizione invece i personaggi acquistano un maggiore vigore. La terza versione invece fa vedere una scena in uno spazio profondo con al centro il tema principale, il martirio del Santo che è riverso a terrà e circondato da una cerchia di astanti e testimoni.

bellissima come sempre l'arte di questo genio della pittura voi che ne dite?

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