giovedì 15 maggio 2014

L'affresco nell'arte italiana: la storia, la tecnica e gli artisti


La tecnica dell'affresco usata per realizzare delle bellissime opere.
La tecnica artistica dell'affresco fa parte delle cosiddette pitture murali, cioè un tipo di pittura che utilizza come proprio supporto per esempio le pareti o i muri di un edificio.

Affresco della Villa del mistero a Pompei


Per quanto riguarda la storia di questa particolare pittura ad affresco non vi sono certezze assolute e date precise sulle sue origini. Comunque si può dire che esistono alcune testimonianze che risalgono a tempi molto antichi, addirittura qualcosa che assomigliava a questa tecnica veniva già usata presso gli antichi Egizi, gli antichi popoli che abitavano nel territorio della Mesopotamia o durante il periodo dell'arte Romana. Quello che possiamo dire con certezza è che sin dall'antichità la tecnica dell'affresco, magari con qualche sua variante ha sempre ricoperto un ruolo molto importante per l'arte italiana, spesso preferita e utilizzata al posto di altre dai vari artisti. Celebri sono infatti i meravigliosi affreschi dell'arte romana scoperte tra le antiche rovine di Pompei in Italia e di cui vediamo in alto un particolare scoperto all'interno della Villa del mistero. In seguito l'affresco viene riscoperto e utilizzato dagli artisti durante quel periodo che la storia ci ha fatto conoscere col nome di Medioevo e durante l'età Gotica. Uno dei simboli per l'arte di questo periodo sono sicuramente i bellissimi affreschi realizzati dall'artista Giotto di Bondone che fanno parte di un ciclo su San Francesco. Qui sotto un particolare dell'affresco realizzato da Giotto tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo sulle storie di San Francesco (Preghiere in San Damiano o Miracolo della croce) nella Basilica superiore di Assise.

Affresco di Giotto particolare Basilica di Assise


E poi sino ad arrivare al massimo splendore per questa tecnica durante il Quattrocento, un periodo che venne definito l'età d'oro per la cultura e l'arte soprattutto in alcune aree dell'Europea e della nostra bella Italia. È proprio durante gli anni di questo secolo in cui l'arte in Italia ritorna ad essere presa in grande considerazione dall'uomo, si rinnova e si risveglia dagli anni bui del Medioevo grazie soprattutto al genio artistico e al lavoro che è stato fatto da alcuni grandi artisti italiani tra cui figurano sopra a tutti tre vere leggende dell'arte, i maestri Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti. Come la storia dell'arte ci ha insegnato questi tre grandi artisti vissuti durante l'epoca del Rinascimento, tanto amati e celebrati con grande orgoglio da noi italiani erano diversi tra di loro. Li conosciamo ognuno per il proprio stile personale, magari per una diversa tecnica artistica che sia scultura o pittura, ma tutti e tre erano legati da qualcosa in comune che era oltre la passione per l'arte anche quella per l'affresco. Infatti Leonardo, Raffaello e Michelangelo hanno cercato di migliorare, di sviluppare al massimo questa bellissima tecnica dell'affresco, perché sapevano di poter ottenere degli ottimi risultati da far vedere ai committenti. Questo risultato e l'altissimo livello raggiunto da questi maestri oggi lo possiamo vedere con i nostri occhi, andando a guardare alcune di queste straordinarie opere che sono considerate dei capolavori assoluti dell'arte. Uno di questi gioielli artistici ad affresco che è un vero simbolo per l'arte italiana è quello intitolato Il Giudizio universale che vediamo nel particolare qui sotto realizzato tra il 1536 e il 1541 dall'artista italiano Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina della città del Vaticano a Roma.

Il Giudizio universale di Michelangelo


Da allora questa tecnica è rimasta quasi del tutto immutata nel tempo anche se ai nostri giorni non è più molto usata dagli artisti moderni. Bellissimi e numerosi sono le opere che possiamo ammirare oggi in Italia, con personaggi reali o di fantasia insieme a scene mitologiche, religiose o di semplice vita quotidiana che sono stati celebrati e raffigurati negli immensi per le dimensioni e meravigliosi affreschi capaci di farci rimanere letteralmente a bocca aperta quando li guardiamo.
L'affresco: le caratteristiche e la sua realizzazione.
Per quanto riguarda la tecnica base dell'affresco si realizza dipingendo con dei pigmenti di colore che vengono stemperati in acqua su una superficie che di solito è una parete o un muro di Edificio. Su queste superfici viene steso uno strato di intonaco fresco, ancora umido. Proprio da questa caratteristica deriva il nome di affresco che viene dato alla tecnica. Una volta che l'intonaco si consolida e quindi asciuga il colore che è stato steso dall'artista su di esso viene completamente inglobato, ossia viene fissato anche grazie a reazioni chimiche dovute alle proprietà della calce contenuta nel composto per l'intonaco. Il tutto poi fa acquistare all'opera una grande forza e una resistenza nel tempo capace di arrivare intatta al trascorrere dei secoli. Possiamo dire quindi che la tecnica dell'affresco si compone di tre elementi principali che sono il supporto, l'intonaco e il colore.
Per quanto riguarda il supporto, cioè la parete o il muro di solito sono realizzate in materiale di pietra o in mattoni. Deve essere secco e possibilmente anche senza dislivelli in modo che si abbia una migliore visione dell'opera. Prima della stesura dell'intonaco la parete viene preparata con uno strato di arriccio che è un impasto fatto di malta composta da calce spenta da circa un anno o grassello, della sabbia grossolana magari di fiume o in alcuni casi pozzolana e se necessario acqua. Viene stesa in uno spessore di circa 1 centimetro al fine di rendere la parete più uniforme possibile. Il termine “arriccio” descrive proprio l'aspetto della superficie del muro che in questa fase è molto ruvido e grezzo. Sull'arriccio il pittore traccia in generale la composizione del dipinto a grandezza naturale. Questo primo passo del disegno veniva chiamato in passato “sinopia”, un termine preso dalla località Sinope, una città sul Mar Morto dove veniva presa una particolare terra rossa utilizzata per il disegno. Dopo verso il periodo del Rinascimento gli artisti utilizzarono una nuova tecnica che venne chiamata spolvero.


Con questa tecnica il pittore disegnava su dei grandi cartoni il soggetto dell'affresco sempre con la grandezza reale. Poi i cartoni venivano bucherellati lungo tutto il contorno delle figure e appoggiandoli sulla parete da usare vi si soffiava o si tamponava della polvere di carbone che passando attraverso i buchini dei cartoni si depositava sulla superficie da affrescare costruendo così delle linee di contorno che guidavano l'artista. Sotto vediamo un particolare del grande affresco realizzato dall'artista Pietro da Cortona, intitolato Il trionfo della divina Provvidenza del 1633-1639 che si trova nel Palazzo Barberini a Roma.



L'intonaco è l'elemento portante di tutto l'intero affresco. È composto da un impasto realizzato con della sabbia fine, della polvere di marmo o pozzolana setacciata mischiata a calce e acqua.
Il colore che è obbligatoriamente steso sull'intonaco ancora umido è di natura minerale poiché è molto importante che resista alle varie reazioni chimiche alcaline della calce e soprattutto alle intemperie esterne. Il colore nero invece poteva essere anche di origine vegetale o animale.
Una delle principali difficoltà di questa importante tecnica artistica è il fatto che non permette nessun ripensamento per l'artista. Infatti una volta lasciato un segno con il colore questo verrà immediatamente assorbito dall'intonaco proprio per le sue proprietà. Esistono dei tempi abbastanza ristretti di realizzazione che complicano un poco la vita dell'artista che esegue un opera ad affresco. Infatti la reazione chiamata “carbonatazione” avviene entro tre ore circa dalla stesura dell'intonaco sul supporto. Proprio per questo motivo si è trovata la soluzione di realizzare delle piccole porzioni di affresco per volta che vengono chiamate anche giornate. In questo modo gli artisti sapevano già quanto potevano avanzare in un giorno di lavoro e pianificavano il tutto. Se facevano un errore bastava togliere solo quella piccola parte di intonaco e ricominciare da capo. Si possono fare alcune correzioni anche a secco mediante delle tempere applicate sull'intonaco asciutto ma sono molto più degradabili e quindi l'opera può rovinarsi molto prima. Un altro importante segreto del buon artista affrescatore è quella di sapere con esattezza quale sarà la tonalità effettiva del colore, cioè la resa visiva finale. L'intonaco bagnato infatti rende le tinte un po' più scure mentre la calce tende a sbiancare i vari colori utilizzati. Si possono eseguire delle prove prima su un angolino della parete o usando una pietra pomice per esempio o su un foglio di carta fatto asciugare con aria o vento di Scirocco, dell'aria calda.
L'Italia è piena di magnifici Palazzi pieni di tesori e opere d'arte, riccamente affrescati da grandi maestri del passato che tutti noi possiamo andare ad ammirare per guardare un po' più da vicino il risultato di questa bellissima e antica tecnica che è l'affresco.

Nessun commento: