La tecnica dell'affresco usata per realizzare delle bellissime opere.
La
tecnica artistica dell'affresco fa parte delle cosiddette pitture
murali, cioè un tipo di
pittura che utilizza come proprio supporto per esempio le pareti o i
muri di un edificio.
Affresco della Villa del mistero a Pompei |
Per
quanto riguarda la storia di questa particolare pittura ad affresco
non vi sono certezze assolute e date precise sulle sue origini.
Comunque si può dire che esistono alcune testimonianze che risalgono
a tempi molto antichi, addirittura qualcosa che assomigliava a questa
tecnica veniva già usata presso gli antichi Egizi, gli antichi
popoli che abitavano nel territorio della Mesopotamia o durante il
periodo dell'arte Romana. Quello che possiamo dire con certezza è
che sin dall'antichità la tecnica dell'affresco, magari con qualche
sua variante ha sempre ricoperto un ruolo molto importante per l'arte
italiana, spesso preferita e utilizzata al posto di altre dai vari
artisti. Celebri sono infatti i meravigliosi affreschi dell'arte
romana scoperte tra le antiche rovine di Pompei in Italia e di
cui vediamo in alto un particolare scoperto all'interno della Villa
del mistero. In seguito l'affresco viene riscoperto e utilizzato
dagli artisti durante quel periodo che la storia ci ha fatto
conoscere col nome di Medioevo e durante l'età Gotica. Uno dei
simboli per l'arte di questo periodo sono sicuramente i bellissimi
affreschi realizzati dall'artista Giotto di Bondone che fanno
parte di un ciclo su San Francesco. Qui sotto un particolare
dell'affresco realizzato da Giotto tra la fine del XIII e l'inizio
del XIV secolo sulle storie di San Francesco (Preghiere in San Damiano o Miracolo della croce) nella Basilica superiore di
Assise.
Affresco di Giotto particolare Basilica di Assise |
E poi
sino ad arrivare al massimo splendore per questa tecnica durante il
Quattrocento, un periodo che venne definito l'età d'oro per la
cultura e l'arte soprattutto in alcune aree dell'Europea e della
nostra bella Italia. È proprio durante gli anni di questo secolo in
cui l'arte in Italia ritorna ad essere presa in grande considerazione
dall'uomo, si rinnova e si risveglia dagli anni bui del Medioevo
grazie soprattutto al genio artistico e al lavoro che è stato fatto
da alcuni grandi artisti italiani tra cui figurano sopra a tutti tre
vere leggende dell'arte, i maestri Leonardo da Vinci, Raffaello
Sanzio e Michelangelo Buonarroti. Come la storia dell'arte
ci ha insegnato questi tre grandi artisti vissuti durante l'epoca del
Rinascimento, tanto amati e celebrati con grande orgoglio da noi
italiani erano diversi tra di loro. Li conosciamo ognuno per il
proprio stile personale, magari per una diversa tecnica artistica che
sia scultura o pittura, ma tutti e tre erano legati da qualcosa in
comune che era oltre la passione per l'arte anche quella per
l'affresco. Infatti Leonardo, Raffaello e Michelangelo hanno cercato
di migliorare, di sviluppare al massimo questa bellissima tecnica
dell'affresco, perché sapevano di poter ottenere degli ottimi
risultati da far vedere ai committenti. Questo risultato e
l'altissimo livello raggiunto da questi maestri oggi lo possiamo
vedere con i nostri occhi, andando a guardare alcune di queste
straordinarie opere che sono considerate dei capolavori assoluti
dell'arte. Uno di questi gioielli artistici ad affresco che è un
vero simbolo per l'arte italiana è quello intitolato Il Giudizio
universale che vediamo nel particolare qui sotto realizzato tra
il 1536 e il 1541 dall'artista italiano Michelangelo Buonarroti nella
Cappella Sistina della città del Vaticano a Roma.
Il Giudizio universale di Michelangelo |
Da
allora questa tecnica è rimasta quasi del tutto immutata nel tempo
anche se ai nostri giorni non è più molto usata dagli artisti
moderni. Bellissimi e numerosi sono le opere che possiamo ammirare
oggi in Italia, con personaggi reali o di fantasia insieme a scene
mitologiche, religiose o di semplice vita quotidiana che sono stati
celebrati e raffigurati negli immensi per le dimensioni e
meravigliosi affreschi capaci di farci rimanere letteralmente a bocca
aperta quando li guardiamo.
L'affresco:
le caratteristiche e la sua realizzazione.
Per
quanto riguarda la tecnica base dell'affresco si realizza
dipingendo con dei pigmenti di colore che vengono stemperati in acqua
su una superficie che di solito è una parete o un muro di Edificio.
Su queste superfici viene steso uno strato di intonaco fresco, ancora
umido. Proprio da questa caratteristica deriva il nome di affresco
che viene dato alla tecnica. Una volta che l'intonaco si consolida e
quindi asciuga il colore che è stato steso dall'artista su di esso
viene completamente inglobato, ossia viene fissato anche grazie a
reazioni chimiche dovute alle proprietà della calce contenuta nel
composto per l'intonaco. Il tutto poi fa acquistare all'opera una
grande forza e una resistenza nel tempo capace di arrivare intatta al
trascorrere dei secoli. Possiamo dire quindi che la tecnica
dell'affresco si compone di tre elementi principali che sono il
supporto, l'intonaco e il colore.
Per
quanto riguarda il supporto, cioè la parete o il muro di solito sono
realizzate in materiale di pietra o in mattoni. Deve essere secco e
possibilmente anche senza dislivelli in modo che si abbia una
migliore visione dell'opera. Prima della stesura dell'intonaco la
parete viene preparata con uno strato di arriccio che è un impasto
fatto di malta composta da calce spenta da circa un anno o grassello,
della sabbia grossolana magari di fiume o in alcuni casi pozzolana e
se necessario acqua. Viene stesa in uno spessore di circa 1
centimetro al fine di rendere la parete più uniforme possibile. Il
termine “arriccio” descrive proprio l'aspetto della superficie
del muro che in questa fase è molto ruvido e grezzo. Sull'arriccio
il pittore traccia in generale la composizione del dipinto a
grandezza naturale. Questo primo passo del disegno veniva chiamato in
passato “sinopia”, un termine preso dalla località Sinope, una
città sul Mar Morto dove veniva presa una particolare terra rossa
utilizzata per il disegno. Dopo verso il periodo del Rinascimento gli
artisti utilizzarono una nuova tecnica che venne chiamata spolvero.
Con questa tecnica il pittore disegnava su dei grandi cartoni il
soggetto dell'affresco sempre con la grandezza reale. Poi i cartoni
venivano bucherellati lungo tutto il contorno delle figure e
appoggiandoli sulla parete da usare vi si soffiava o si tamponava
della polvere di carbone che passando attraverso i buchini dei
cartoni si depositava sulla superficie da affrescare costruendo così
delle linee di contorno che guidavano l'artista. Sotto vediamo un
particolare del grande affresco realizzato dall'artista Pietro da
Cortona, intitolato Il trionfo della divina Provvidenza del
1633-1639 che si trova nel Palazzo Barberini a Roma.
L'intonaco
è l'elemento portante di tutto l'intero affresco. È composto da un
impasto realizzato con della sabbia fine, della polvere di marmo o
pozzolana setacciata mischiata a calce e acqua.
Il colore che è obbligatoriamente steso sull'intonaco ancora umido è
di natura minerale poiché è molto importante che resista alle varie
reazioni chimiche alcaline della calce e soprattutto alle intemperie
esterne. Il colore nero invece poteva essere anche di origine
vegetale o animale.
Una
delle principali difficoltà di questa importante tecnica artistica è
il fatto che non permette nessun ripensamento per l'artista. Infatti
una volta lasciato un segno con il colore questo verrà
immediatamente assorbito dall'intonaco proprio per le sue proprietà.
Esistono dei tempi abbastanza ristretti di realizzazione che
complicano un poco la vita dell'artista che esegue un opera ad
affresco. Infatti la reazione chiamata “carbonatazione” avviene
entro tre ore circa dalla stesura dell'intonaco sul supporto. Proprio
per questo motivo si è trovata la soluzione di realizzare delle
piccole porzioni di affresco per volta che vengono chiamate anche
giornate. In questo modo gli artisti sapevano già quanto potevano
avanzare in un giorno di lavoro e pianificavano il tutto. Se facevano
un errore bastava togliere solo quella piccola parte di intonaco e
ricominciare da capo. Si possono fare alcune correzioni anche a secco
mediante delle tempere applicate sull'intonaco asciutto ma sono molto
più degradabili e quindi l'opera può rovinarsi molto prima. Un
altro importante segreto del buon artista affrescatore è quella di
sapere con esattezza quale sarà la tonalità effettiva del colore,
cioè la resa visiva finale. L'intonaco bagnato infatti rende le
tinte un po' più scure mentre la calce tende a sbiancare i vari
colori utilizzati. Si possono eseguire delle prove prima su un
angolino della parete o usando una pietra pomice per esempio o su un
foglio di carta fatto asciugare con aria o vento di Scirocco,
dell'aria calda.
L'Italia
è piena di magnifici Palazzi pieni di tesori e opere d'arte,
riccamente affrescati da grandi maestri del passato che tutti noi
possiamo andare ad ammirare per guardare un po' più da vicino il
risultato di questa bellissima e antica tecnica che è l'affresco.
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