Arte
e colori a tempera: una delle più antiche tecniche nella storia
della pittura.
I
tanti appassionati della pittura, ossia di quella che giustamente
viene considerata la regina tra le forme d'arte e tutti gli artisti
che amano dipingere le loro opere adoperando la tecnica dei colori
a tempera sicuramente sapranno che questa è qualcosa di molto
antico, qualcosa che va molto indietro nel tempo. Infatti per quanto
riguarda la loro storia i colori a tempera sono una delle più
antiche e utilizzate forme d'arte in assoluto. Utilizzata già
nell'antichità da coloro che vengono definiti i primi artisti,
passando attraverso varie fasi e sviluppi della tecnica negli anni
del Medioevo e sino agli anni del Quattrocento dove poi fu sostituita
quasi del tutto da quella che i pittori ritengono essere in assoluto
la migliore tecnica pittorica di sempre, quella che utilizza i colori
a olio. Comunque i colori a tempera non sono mai stati dimenticati
anzi oggi molti moderni artisti amano riscoprirli e riutilizzarli per
realizzare le loro opere.
A
testimonianza delle antiche origini dei colori a tempera sono
arrivate ben conservate sino a noi delle bellissime pitture
rupestri che sono state realizzate utilizzando i primi
rudimentali colori che la natura regalava agli artisti sia trovandoli
tra i minerali che tra i vegetali. Questi colori poi venivano stesi
su delle pietre o anche sulle pareti all'interno di grotte che spesso
erano abitate dagli uomini preistorici usandole come loro abitazioni.
Sotto vediamo una di queste pitture rupestri scoperta nella famosa
grotta di Lascaux che si trova nella Francia.
Queste
sono per la storia dell'arte delle straordinarie e interessanti
pitture anche perché oltre a essere le prime vere forme di arte
documentate realizzate dall'uomo, avevano anche un significato magico
e propiziatorio per gli antichi popoli. Le pitture rupestri
raffigurano spesso delle semplici scene quotidiane o delle scene di
caccia agli animali di cui poi si cibava tutta la tribù. Celebri
sono le pitture rupestri che raffigurano gli animali cacciati o
quelli già uccisi dagli uomini e questo serviva proprio per
accrescere la forza e la buona riuscita della caccia futura come se
fossero dei veri e propri amuleti porta fortuna, delle magie positive
per i cacciatori. Da questo deriva il significato di magico per le
antiche pitture. Sotto vediamo un opera realizzata con i colori a
tempera su una tavola del grande artista italiano Sandro
Botticelli, conosciuta come La pala di Sant'Ambrogio del 1470
circa, collocata agli Uffizi di Firenze.
Botticelli Pala di Sant'Ambrogio 1470 circa |
La
tecnica dei colori a tempera tra curiosità e caratteristiche.
Il
termine tempera dato a questa tecnica pittorica deriva semplicemente
da una operazione che si fa con questi colori quando si dipinge.
L'operazione è appunto quella di stemperare, cioè di sciogliere dei
pigmenti colorati insieme all'acqua proprio come scoprirono gli
antichi popoli primitivi. I pigmenti non sono altro che delle polveri
colorate che anticamente venivano trovate soltanto in natura dopo
averle estratte da alcuni particolari minerali, da piante vegetali o
anche da parti di animali. Queste pigmenti poi erano trattati fino a
ridurli in polvere di vari colori. Oggi come sappiamo esistono e
troviamo nei vari negozi specializzati per l'arte anche degli ottimi
colori a tempera già divisi per colore e in comodi tubetti che sono
creati artificialmente dall'uomo grazie alle grandi industrie. La
tecnica dei colori a tempera fu usata molto come abbiamo detto sin
dall’antichità, ma il suo sviluppo e il suo massimo splendore fu
raggiunto attraverso ulteriori studi e straordinarie opere che furono
realizzate da artisti durante il periodo storico che va dal secolo
Duecento sino al secolo Quattrocento. Alla fine i colori a tempera
verranno quasi accantonati per cedere il passo a una tecnica molto
più illustre dal punto di vista della resa dei colori e degli
effetti dati nelle opere, la tecnica dei colori a olio che fu fatta
conoscere dai pittori fiamminghi.
Consigli
su come si utilizzano i colori a tempera.
Una
delle caratteristiche dei colori a tempera è quella di essere molto
coprenti e opachi. Quando li utilizzano gli artisti riescono ad avere
sui supporti delle stesure molto uniformi e regolari e cosa da non
poco sono colori che asciugano velocemente a differenza di quelli a
olio. E questo permette agli artisti di intervenire su di una zona
della superficie usata per poter correggere un particolare in tempi
molto brevi e rapidi. Le tempere si possono usare miscelati tra di
loro. Possono essere usati molto liquidi ma non troppo perché si
perderebbe proprio la loro caratteristica principale, ossia quella di
essere coprenti. Un altro piccolo consiglio è quello di non usarli
troppo puri perché una volta asciutti potrebbero iniziare a
screpolarsi. Comunque per chi si avvicina ora al mondo della pittura
iniziate a pasticciare un poco con i vostri colori per vedere i
risultati. Potrete usare superfici come la tela che è la più
indicata, ma anche il cartone o addirittura le tavole in legno come
facevano gli artisti nel secolo Tre-Quattrocento. Facendo un po’ di
pratica vi renderete conto di tutte le differenze e gli effetti che
questa ottima tecnica può offrire. Arriveremo a fare raggiungere ai
colori il giusto grado di corposità voluta, l’importante e che ci
divertiamo insieme alla nostra bella passione artistica.
Ai
nostri giorni i colori a tempera li possiamo trovare già pronti in
appositi tubetti di varia grandezza e con molte delle tinte che ci
servono, basta andare in un negozio specializzato. Ricordiamo che per
avere tutte le tinte possibili ci basterà avere soltanto pochi
colori a tempera.
Per
esempio il rosso magenta, il giallo primario, il Blu ciano insieme al
bianco e al nero. Infatti con questi cinque colori miscelandoli in
dosi opportune potremmo avere tutti gli altri colori e i toni
possibili e immaginabili.
Per
quanto riguarda i pennelli si possono usare gli stessi che si
adoperano per dipingere con i colori a olio, quindi a punta piatta o
tonda di varie dimensioni a seconda se si devono eseguire dei piccoli
particolari o delle grandi stesure. I pennelli possono essere di pelo
di bue, di setola o magari quegli più costosi di pelo di martora.
Quando mescoliamo i colori a tempera con acqua facciamolo
gradatamente con il pennello, aggiungendo l'acqua poco per volta
mentre quando dobbiamo sovrapporre un colore su di un altro anche se
diverso facciamo asciugare bene il primo ricordandoci anche che i
colori a tempera un po’ come quelli a olio asciugandosi tendono un
poco a schiarirsi.
Continuando la lettura troviamo alcuni tipi di tempere tratte dal sito artekjara.it (sul Manuale) in collaborazione con
il Maestro Bruno Pierozzi. Visitate il sito per altre notizie.
La
tempera a colla
La
tempera a colla ha avuto largo impiego in particolare nell'ambito
della decorazione di pareti e più recentemente per la scenografia.
La preparazione di questa tempera avviene mescolando i pigmenti con
colle animali (colla di coniglio, colla di pesce, colla gelatina). La
caratteristica positiva di questa tempera è la grande luminosità,
ma la materia è piuttosto fragile e inoltre soggetta a lasciare
macchie asciugandosi. Per le opere pittoriche si adatta in prevalenza
per piccoli formati. La tempera a colla si prepara facilmente
mescolando i pigmenti con colla gelatina o di coniglio sciolta in
acqua calda. Purtroppo i toni di questa tempera mutano notevolmente
dopo che il colore si è asciugato. Si possono fare delle buone
tempere anche con la colla di farina, di questa tempera troverete la
ricetta più avanti.
La
tempera a cera
Questa
pittura è un sistema misto tra l'encausto e la tempera. Una sorta di
encausto a freddo. Nel Medio Evo fu sperimentata l'introduzione della
cera e delle resine nella pittura a tempera. È certo che produce una
pittura molto resistente anche all'umidità. Per poter utilizzare
questa tempera si doveva rendere la cera miscibile con l'acqua e per
tale scopo veniva utilizzata la calce in funzione di alcale. In età
moderna si è utilizzata allo stesso scopo l'ammoniaca.
La
tempera all'uovo
La
tempera dei quattrocentisti italiani ci è stata tramandata grazie al
"Libro dell'arte" del pittore e scrittore d'arte Cennino
Cennini (1370-1440). In questo trattato l'autore descrive come gli
artisti del tempo preparavano i supporti sui quali dipingere, come
dipingevano, e particolarmente – per quello che interessa a noi -
come si faceva la tempera (capitolo LXXII). Il Cennini spiega che ci
sono due maniere di fare la tempera, una migliore dell'altra.
La
prima consiste nel battere il tuorlo d'uovo con le mozzature dei rami
di fico. Il liquido che fuoriesce dai giovani ramoscelli tagliati va
mescolato al tuorlo d'uovo in quanto ritarda l'essiccazione dei
colori sulla tavolozza, favorendo la coagulazione e la conservazione
dell'uovo, pare inoltre che abbia un'azione antisettica.
Il
secondo metodo indicato dal Cennini per fare la tempera è quello di
mescolare il solo rosso d'uovo con i colori, e questa tempera è per
l'autore buona per dipingere su qualsiasi superficie: muro, tavola o
ferro.
Se
avete possibilità di visitare un museo o una chiesa che custodisce
tavole del quattrocento, potrete notare come il colore fosse steso
per sovrapposizioni e rifinito a tratteggio finissimo.
Ovviamente
questa pittura richiede grande pazienza e destrezza che si
acquisiscono con l'esperienza diretta. La cosa più importante è non
scoraggiarsi se i risultati iniziali non sono soddisfacenti.
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