Amedeo
Modigliani un artista italiano con le curiosità sulle origini e la
sua arte.
L'artista
Amedeo Modigliani nasce nella città di Livorno il 12 Luglio del 1884
da una normale famiglia di origine ebrea che versa in condizioni
economiche molto modeste. Sin da giovane purtroppo Amedeo per il suo
“caratterino” sentiva e vedeva queste misere condizioni della sua
famiglia come se fossero una sorta di peso, un problema per le sue
future relazioni personali, al punto che spesso provava anche tanta
vergogna quando stava in compagnia di amici e conoscenti. Addirittura
nel 1905 all'età di 21 anni quando Modigliani arrivò nella città
di Parigi, frequentando il famoso quartiere degli artisti chiamato
Montmartre tenne gelosamente segreto le condizioni di vita dei propri
familiari e iniziò ad atteggiarsi come se fosse un gran signore.
Se
pensiamo che all'inizio di ogni mese riusciva a fare fuori in pochi
giorni quei risparmi che gli mandava la madre, tutti soldi guadagnati
con grandi sacrifici ed economie per cercare di farlo studiare, e lui
sperperando a più non posso e godendosi la vita come se fosse un
ricco giovane.
Modigliani
detto Il principe di Gerusalemme
Nel
quartiere francese di Montmartre Modigliani si proclamava alla gente
come un uomo innamorato della filosofia, un uomo che conosceva a
memoria migliaia di versi di famose poesie da Dante a D'Annunzio, da
Petrarca a Mallarmé. La natura poi lo aveva aiutato molto in quanto
era bellissimo di aspetto e quindi non passò inosservato nel
quartiere che in quel periodo andava molto di moda per gli artisti,
specie tra le giovani ragazze e le donne del posto. Una di queste
ragazze però dopo un lungo periodo in cui frequento Amedeo cambiò
idea e lo lasciò perché intendeva legarsi a un “artista vero".
Lei si unì a un clown da circo e dimenticò Modigliani perché
evidentemente non credeva che lui facesse sul serio quando si auto
proclamava come pittore e futuro grande artista.
Infatti
Amedeo Modigliani in cuor suo aveva davvero una grande passione per
l'arte e la pittura ma ancora non riusciva a veder ben chiaro in se
stesso. Quindi si sfogava declamando i soliti versi e facendo l'alba
per le osterie e le strade del quartiere. I suoi amici spesso non lo
capivano ma restavano ad ascoltarlo perché riusciva a trascinarli
con la sua grande eloquenza e le sue belle parole. Modigliani era
sempre molto elegante, di solito con vestiti di velluto e annodate al
collo delle bellissime sciarpe di seta di color azzurro, rosso o
color smeraldo. Aveva un bel viso che faceva pensare al giovane
Davide, e infatti venne ribattezzato dagli amici "principe di
Gerusalemme". Questo nomignolo era piaciuto molto anche ad
Amedeo in quanto un pò principe si sentiva davvero nel proprio animo
e continuò a comportarsi da tale anche quando i suoi abiti
iniziarono a diventare vecchi e lisi. La miseria del resto era di
casa a Montmartre dove gran parte degli artisti impegnati a cercare
la loro "arte nuova" avevano gli studi in vecchie
catapecchie con grossi topi che spesso le infestavano. Questo si sa
anche dalle testimonianze di un altro italiano che approdò in quel
quartiere nel 1906. Questo italiano era il pittore e scrittore
Anselmo Bucci che racconterà in seguito: “arrivai a Parigi nel
1906; feci il mio primo pasto nel 1910”.
Modigliani
e la splendida vita Bohème
Questa
splendida vita Bohèmienne che pur incantava Modì come ormai lo
chiamavano tutti i suoi amici era però soltanto l'aspetto esteriore
di questo giovane artista. Egli era seriamente impegnato a trovare
una forma del tutto nuova per esprimere ciò che si sentiva bollire
dentro. A differenza degli altri artisti del quartiere Modigliani non
amava discutere per ore e ore nei caffè fumosi, non amava gridare
che era necessario rinnegare l'arte del passato o le tecniche
tradizionali. Anzi lui era partito per Parigi portandosi molte copie
di quadri classici che metteva poi alla parete in modo da poterle
guardare bene, ammirare. Ancora il momento magico per Modigliani non
era scoccato, forse l'artista intuiva che per poter trovare la
propria via, quella che poi si percorre sino alla fine doveva prima
"bruciarsi" interamente. Infatti l'artista conobbe gli
orrori degli abissi, quando insegue i brevi "paradisi
artificiali" che danno l'alcool e la droga. In questi momenti di
delirio Modì vedeva Parigi come se fosse l'inferno con fiamme che
spuntavano dal suolo.
L'incontro
di Modigliani con Beatrice Hastings
Nel
1909 Amedeo a soli venticinque anni era già in condizioni di salute
precarie, decide allora di fare un breve ritorno a Livorno. Qui
inizio a dedicarsi intensamente alla scultura, lavorando direttamente
sulle pietre in quanto giudicava un tradimento fare prima dei modelli
in creta. Infatti per lui l'arte doveva balzare fuori dallo scontro
tra la materia sorda e la potenza creatrice dell'artista. Su queste
pietre pian piano creava delle figure che aveva immaginato con la sua
fantasia allucinata.
Ma
Modigliani non era uno scultore almeno nel significato classico del
termine. Ciò che l'artista inseguiva nella pietra era una linea
purissima ed essenziale di disegno. La "poesia del ritratto"
portata all'estrema raffinatezza. In altre parole era ancora e sempre
pittura. E questa pittura era tutta centrata sulla figura umana in
quanto a lui non interessava il paesaggio naturale.
Ancora
una volta però il genio che era in lui tardava a uscire, fino a
quando alcuni anni dopo quando si trovava di nuovo a Parigi
(Modigliani ritornò in Francia lo stesso anno nel 1909, perché si
sentiva estraneo ovunque anche nella sua città natale) e una donna
non andò a trovarlo nel suo studio.
Questa
donna era la poetessa inglese Beatrice Hastings, era una mattina
d'autunno del 1914. La donna entrò inattesa nello studio di
Modigliani e gli disse semplicemente che era pronta.
“Pronta
per cosa?” replicò lui, e la donna con calma disse: “ma per il
ritratto, sei un pittore no?” Allora l'artista fece capire che non
aveva neanche uno straccio di tela su cui raffigurarla e non aveva
neanche i soldi per comprarne una. Allora Beatrice Hastings mando un
fattorino che ritorno poco dopo con tutto l'occorrente per dipingere
e ben sei tele. Di fronte alla risolutezza della donna il giovane
Amedeo si mise al lavoro con grande foga. Da quel momento era nato
l'artista Amedeo Modigliani.
Modigliani:
entra in scena Jeanne Hébuterne
Nel
1914 Modigliani aveva trent'anni e tutta la sua produzione non
arrivava che a una trentina di opere. Fisicamente era messo proprio
male, quasi un rottame vivente. Ma proprio nel poco tempo che gli
rimane da vivere porterà a termine circa trecento opere, quasi tutte
considerate oggi dei veri e propri capolavori. È il trionfo del
ritratto e della figura umana. Davanti al pittore alcolizzato e già
sfiorato dalla morte poseranno grandi artisti come Picasso, poeti e
scrittori come Max Jacob e Jean Cocteau, insieme ad amici e
sconosciuti, servi e donne viziose.
Amedeo
Modigliani nei volti di ciascuno rintraccerà la scintilla divina
dell'anima, su tutti imprimerà il marchio inconfondibile del suo
genio.
Un
giorno Beatrice lascia Parigi e Amedeo, ma il posto viene preso quasi
subito da una altra donna che lo farà padre di una bambina alla
quale darà il nome Jeanne, come la madre che si chiama Jeanne
Hébuterne. La donna avrà una intensa relazione con l'artista
che realizzerà per lei diversi ritratti. Ne vediamo sotto uno.
Modigliani Ritratto di Jeanne Hébuterne con cappello |
Arriva
la prima guerra mondiale e Modigliani cerca di vendere i suoi
ritratti per pochi franchi ai tavoli delle osterie. Alla fine della
guerra sembra che inizi un periodo d'oro per tanti nuovi artisti che
vivono in Europa, così come accade anche per l'amico Picasso e tanti
altri compagni di Modì. Ma questo grande artista non farà in tempo
ad arricchirsi, infatti una mattina un amico va a trovarlo, la porta
è chiusa, nessuno risponde, allora sfonda la porta e vede uno
spettacolo impressionante. Sul letto distesi come morti vi sono
Amedeo e Jeanne. L'amico chiede aiuto e mentre qualcuno rifocilla
Jeanne altri portano Modigliani in ospedale dove però arriva morto
stroncato dall'alcool e da una brutta tubercolosi. Modigliani muore
il 25 Gennaio del 1920 a soli trentasei anni. Jeanne il giorno dopo
appena saputa la notizia si getta dalla finestra e lo raggiunge
nell'Eternità.
L'arte
di Amedeo Modigliani
Si
è visto che Amedeo Modigliani era un artista particolare, un artista
solitario che ha impresso alla figura umana il marchio inconfondibile
del suo grande genio. Infatti basta vedere una sua opera, un suo
ritratto per poi riconoscere tutti gli altri da lui dipinti.
Qualunque sia il soggetto, uomo o donna, vecchio o bambino Modigliani
imprime alla figura una sorta di deformazione che costituisce la sua
caratteristica principale. Deforma il collo e le mani allungandoli in
modo smisurato ma allo steso modo armonioso. La testa in genera
piccola rispetto al resto del corpo è costruita intorno alla
verticale del naso mentre gli occhi sono spesso delle piccole fessure
appena uno spiraglio offerto all'anima. Il colore specialmente nei
nudi femminili è di una morbidezza tale da far pensare più alla
luce e non a un colore vero e proprio. Insomma la pittura di
Modigliani e questo vale più per le figure femminili può essere
paragonata alla poesia, come se la sua arte fosse un canto d'amore
fortemente spiritualizzato.
Come
per tanti altri artisti italiani anche Modì è stato un grande
dell'arte.
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