mercoledì 19 febbraio 2014

Pablo Picasso per l'arte: origini e curiosità artistiche di un grande artista

Pablo Picasso tra storie e leggende di uno dei più grandi geni dell'arte del Novecento.
Del “tizio” chiamato Pablo Picasso e del suo fantastico mondo dell'arte non sappiamo proprio tutto. Infatti intorno alla figura ormai leggendaria dell'artista Picasso diventato anche un esempio, una bella icona dell'arte per tutto l'amore e l'ammirazione che provano milioni di suoi appassionati aleggia come accade spesso in presenza di un genio ancora un aria di mistero e di grande curiosità da parte di fan e esperti. Qui adesso per chi ancora non conosce bene Pablo Picasso daremo qualche dato relativo alle origini o alla famiglia, il tutto condito magari con qualche storia o qualche curiosità sulla vita e la grande passione per l'arte. A lato vediamo una immagine che ritrae un maturo Pablo Picasso.
Pablo Picasso: le origini, la famiglia e i primi passi nell'arte.
Senza essere smentiti dall'esperto di turno possiamo dire che Pablo Picasso è riconosciuto come l'artista che con le sue ricerche e le sue straordinarie opere è riuscito a stravolgere tutto il mondo dell’arte e degli artisti futuri e cambiando per sempre soprattutto la visione della pittura attraverso delle straordinarie opere come il capolavoro che vediamo qui sotto in una immagine intitolato Les demoiselles d’Avignon, realizzato nell'anno 1907 che oggi nella storia della pittura viene considerato tra i più importanti dipinti del Ventesimo secolo. Trovate la descrizione e i dati di questa opere nella pagina in alto le opere dell'arte.



Pablo Picasso y Ruiz nasce in una delle città della Spagna chiamata Malaga, esattamente all'indirizzo di Plaza del la Merced nel giorno 25 Ottobre del 1881, dall'unione del padre José Ruiz Blasco con la madre Maria Picasso y Lopez. Tra gli avi del padre troviamo alcuni personaggi importanti e illustri dell'epoca, persone di potere come politici, degli uomini di chiesa ma anche delle persone più umili e modeste che fanno per esempio i guantai e addirittura degli eremiti. Don Diego Ruiz, Il nonno paterno di Pablo era un abile guantaio. Era un artigiano che fabbricava guanti, ma quando aveva un po’ di tempo libero da dedicarsi si appassionava soprattutto alla musica e al disegno artistico.
Il padre di Pablo, José Ruiz a differenza del nonno invece si dedica completamente all’arte della pittura e al disegno a mano libera. “dipinge dei quadri da sala da pranzo”, queste saranno le parole di Pablo dette in una delle interviste future riguardo ai lavori artistici del padre. Il padre spesso amava dipingere degli animali e delle piante con una particolare propensione verso gli uccelli. La pittura era però poco redditizia per la famiglia di Picasso e quindi il padre svolgeva anche un incarico amministrativo presso la Scuola di Arti e mestieri di San Telmo. Inoltre dirigeva anche il Museo della città di Malaga.
Oggi alcuni storici e esperti dell'arte affermano che la passione del padre di Pablo Picasso verso la pittura abbia impressionato e forse anche segnato per il suo futuro artistico il giovane figlio, anche soltanto a livello di immaginazione. Infatti sappiamo tutti quanto possa essere importante in una qualunque famiglia la figura di un padre nell'agevolare e magari nello stimolare una certa attitudine creativa, sportiva o intellettuale del proprio figlio. Questo avvenne anche per il piccolo Pablo che fu stimolato anche ad avere una certa ironia che diventerà nel futuro davvero proverbiale per l’artista. Per quanto riguarda la madre di Picasso invece sappiamo che ha delle origini italiane. Il bisnonno di Maria Picasso che come certamente avrete anche capito sarà poi il celebre cognome che prenderà l’artista facendo decadere quello paterno, nacque a Recco un paesino presso la città italiana di Genova. Addirittura si pensa che sia stato parente del pittore Matteo Picasso, pure lui di Recco e di cui lo stesso Pablo possedeva un suo quadro.
Una curiosità sulla nascita dell'artista che è anche abbastanza tragica da leggere, è quella che il piccolo Pablo, questo era il suo nome principale al quale poi dobbiamo aggiungere secondo una antica e tipica usanza spagnola i numerosi nomi di Diego, José, Francisco de Paula, Juan, Nepomuceno, Crispin, Maria, De los Remedios, Crispiniano de la Santissima Trinidad viene creduto alla sua nascita un bambino nato morto e per questo motivo lasciato dalla levatrice di turno su di un tavolo accanto alla propria madre sicuramente affranta dal dolore. A volte ho riflettuto su questa possibile drammatica scena, con il corpicino di uno dei più grandi artisti e geni del Novecento steso lì senza un minimo movimento su un freddo tavolo, creduto morto punto. È veramente qualcosa di orribile, di inimmaginabile per qualunque appassionato dell'arte. Chissà quante cose avremmo perso senza l'arte di Picasso. Sarà lo zio don Salvador, il fratello del padre a cercare di rianimarlo, di riportarlo alla vita e infine fortunatamente di salvarlo letteralmente anche grazie al fatto che era un esperto medico. Sicuramente questo racconto tornerà spesso nei pensieri di Picasso e per riflesso nella sua stessa immaginazione lungo tutto il corso della sua vita.
Una volta Picasso parlando del suo periodo scolastico disse che gli anni della scuola sembrano essere un brutto periodo di vuoto ricettivo che non hanno insegnato proprio nulla a lui. Delle forti e nuove emozioni, le nuove idee che lo rendono felice gli arrivano alla mente soprattutto attraverso i suoi occhi o dagli esercizi quotidiani che fa per sperimentare la sua visione.
Il ricordo di uno dei suoi primi quadri dipinto quando il piccolo Picasso aveva soltanto otto anni raffigura lo sport della corrida, uno degli spettacoli tradizionali della Spagna a cui assisteva spesso insieme al padre. All’età di dodici-tredici anni Pablo che intanto si era trasferito nella città di La Coruna perché il padre accetta un posto come professore di disegno in una delle scuole trascorre dei momenti di grande nostalgia anche per il clima piovoso della città. Qui intanto esegue molti disegni con le sue matite copiando spesso i gessi delle statue dagli occhi ciechi come li chiama lui o i toraci e i mezzi busti di forti guerrieri. Disegna anche delle zampe di alcuni uccelli morti che il padre gli sottopone come fossero dei macabri modelli da copiare con precisione per far pratica. In poco tempo il giovane e talentuoso Picasso riesce a imparare bene le tecniche del disegno a carboncino e i segreti del chiaroscuro. Nei 4 anni trascorsi a La Coruna comincia anche a disegnare alcuni soggetti dal vivo come i ritratti della sorella Lola, gli amici del padre o le famiglie borghesi dei propri vicini di casa. Il primo ritratto importante di Picasso è dedicato a un intimo amico del padre, il dottor Ramon Perez Cosales. Sembra però che il quadro che più colpisce per la grande maturità del tratto insieme alla freschezza del tocco è un piccolo ritratto di una fanciulla, conosciuto come La ragazza dai piedi nudi dove si vede già una drammaticità del contrasto e un realismo del soggetto ripreso che sembrano portare alle celebri opere che realizzerà in futuro durante una delle tappe fondamentali della carriera artistica di Picasso, un periodo che verrà conosciuto per lo stile e il linguaggio usato come il periodo blu.
Anche la madre Maria Picasso Lopez attraverso la sua sensibilità femminile, il suo amore materno e la sua tenerezza influenzò sin da piccolo Pablo. Da lei sicuramente l'artista imparò le grandi differenze che si trovano nelle persone e in ogni società. Le differenze tra le persone povere, umili e quelle potenti, quelle ricche. Tra coloro che non potranno mai entrare in quel gioco perverso del potere che è solo per pochi eletti e gli ultimi uomini, i poveri emarginati da tutto. Tutti questi insegnamenti e l'amore della madre portarono Picasso a ripagarla nell'affetto e poi nel giorno in cui capì che l'arte era diventata la sua ragione di vita per il futuro, prendendo come nome d'arte il cognome della madre e diventando in questo modo immortale per il mondo, col nome che tutti noi conosciamo bene, Pablo Picasso.
L'arte di Pablo Picasso nei primi anni di carriera.
Il giovane Picasso durante i primi anni del suo “noviziato artistico” non trova subito grande fama e quindi ricchezza anzi ci furono periodi di stenti, di battaglie e di polemiche oltre che anni di intensa ricerca interiore e artistica che gli faranno da cornice. Neanche gli amici più stretti o gli artisti che lo conoscevano a volte lo capiranno perché Pablo fin dai precoci inizi della sua carriera di pittore si pone di fronte ai problemi dell'arte con un animo del tutto nuovo, con una mentalità e una prospettiva aperta che sembra appartenere già al futuro.


Egli non cerca di dipingere come di solito fanno la maggior parte degli artisti. Non vuole realizzare soltanto dei “quadri belli” che magari si possono vendere facilmente, non cerca di “fotografare” diciamo così la realtà, con vista all'aperto come facevano in quel periodo quelli che erano definiti i nuovi artisti dell'Impressionismo. Egli si ribella a tutto questo, le sue ricerche si spingono oltre, su un terreno nuovo e sconosciuto dove non bastano solo gli occhi per cogliere la mutevole realtà delle cose. Se Picasso viene emozionato da un oggetto o da una figura umana egli cerca innanzi tutto di mettere sulla tela quella particolare emozione e non importa se alla fine l'opera sembra totalmente diversa da come si immaginava all'inizio e magari l'oggetto sembra non riconoscersi nella tela.
Alcuni degli esperti hanno definito idealmente Pablo Picasso come un bambino che gioca con colori e forme allo scopo di raccontare pezzi di storia e di realtà così come li sente nella sua anima. Questo lo porterà per esempio ad avere vari e differenti periodi durante la sua carriera artistica e i suoi studi. Vi sarà il periodo in cui sarà incuriosito e cercherà di darsi delle risposte sulle condizioni dei più umili, di tutte quelle persone sole che vengono emarginati dalle società. I discorsi della madre sono serviti a renderlo più sensibile, più umile. Pablo comincia a dipingere questi poveri disgraziati usando quasi totalmente il colore blu. Un colore che per l'artista simboleggia e serve a raffigurare la tragedia, la solitudine e la povertà di questa povera gente che è quasi come un fantasma per la “gente normale” ma con cui deve fare i conti ogni giorno. Le belle opere di Picasso di questo periodo saranno ricordate come le opere del “periodo blu”. Sopra vediamo una delle opere realizzate in questa fase artistica intitolata Vecchio ceco e giovane.
Picasso è sempre alla ricerca di far uscire il suo genio allo scoperto, è sempre pronto a nuove emozioni. Arriva così il momento della gioia e della felicità e i suoi colori si trasformano dal triste blu alla gioia del rosa, un colore tenue che sembra sprizzare serenità, speranza come se fosse la Stagione della Primavera dove tutto sboccia. Questa nuova fase artistica verrà conosciuta come il periodo rosa per l'arte di Pablo Picasso. Nelle sue nuove opere userà quasi completamente questo unico colore e le sue tonalità per simboleggiare la gioia di vivere e la felicità dei suoi personaggi raffigurati.
Durante tutte e due i periodi l'artista non dipinge la realtà come la vedono i suoi occhi ma come la percepisce la sua anima, aperta agli incanti, alle seduzioni o ai drammi della vita di ognuno. Picasso riesce anche con il suo genio a infondere in ogni opera anche lo stupore che è proprio del periodo dell'infanzia, quella meraviglia e quella gioia che ognuno di noi abbiamo quando siamo piccoli, ancora innocenti, puri e privi di malizia. Il tutto però contenuto nei termini di un “discorso” che ha il freddo rigore di un intelletto maturo. Questo fa parte del grande genio di Picasso. Un vecchio–bambino come diceva qualcuno che non cerca di realizzare attraverso la sua pittura una tecnica nuova, da accademia insomma. Non vuole insegnare o cambiare i canoni e le norme artistiche. La sua è una bellissima avventura che racchiude in se sempre le sorprese più impensabili e clamorose.
“Io non cerco, io trovo” disse una volta Picasso di se stesso.
Se Picasso per esempio dipinge una donna, e questa ha tutta l'apparenza di un mostro sulla tela è soltanto perché in quel preciso momento i mostri si sono saldamente annidati nella sua anima, ed egli avverte il bisogno prepotente di liberarsene, fissandoli a mo di incubi sulla tela. Lui non vuole stupire la gente quando “violenta” le forme come qualcuno affermava in quel periodo vedendo i suoi quadri che sembravano mostruosi. Quella è la sua verità, quella è la sua anima, le sue emozioni e basta.
Questo e altro è Picasso.

Nessun commento: