Pablo
Picasso tra storie e leggende di uno dei più grandi geni dell'arte
del Novecento.
Del
“tizio” chiamato Pablo Picasso e del suo fantastico mondo
dell'arte non sappiamo proprio tutto. Infatti intorno alla
figura ormai leggendaria dell'artista Picasso diventato anche un
esempio, una bella icona dell'arte per tutto l'amore e l'ammirazione
che provano milioni di suoi appassionati aleggia come accade spesso
in presenza di un genio ancora un aria di mistero e di grande
curiosità da parte di fan e esperti. Qui adesso per chi ancora non
conosce bene Pablo Picasso daremo qualche dato relativo alle origini
o alla famiglia, il tutto condito magari con qualche storia o qualche
curiosità sulla vita e la grande passione per l'arte. A lato vediamo
una immagine che ritrae un maturo Pablo Picasso.
Pablo
Picasso: le origini, la famiglia e i primi passi nell'arte.
Senza
essere smentiti dall'esperto di turno possiamo dire che Pablo Picasso
è riconosciuto come l'artista che con le sue ricerche e le sue
straordinarie opere è riuscito a stravolgere tutto il mondo
dell’arte e degli artisti futuri e cambiando per sempre soprattutto
la visione della pittura attraverso delle straordinarie opere come il
capolavoro che vediamo qui sotto in una immagine intitolato Les
demoiselles d’Avignon, realizzato nell'anno 1907 che oggi nella
storia della pittura viene considerato tra i più importanti dipinti
del Ventesimo secolo. Trovate la descrizione e i dati di questa opere nella pagina in alto le opere dell'arte.
Pablo
Picasso y Ruiz nasce in una delle città della Spagna chiamata
Malaga, esattamente all'indirizzo di Plaza del la Merced nel giorno
25 Ottobre del 1881, dall'unione
del padre José Ruiz Blasco con la madre Maria
Picasso y Lopez. Tra gli avi del padre troviamo alcuni personaggi
importanti e illustri dell'epoca, persone di potere come politici,
degli uomini di chiesa ma anche delle persone più umili e modeste
che fanno per esempio i guantai e addirittura degli eremiti. Don
Diego Ruiz, Il nonno paterno di Pablo era un abile guantaio. Era un
artigiano che fabbricava guanti, ma quando aveva un po’ di tempo
libero da dedicarsi si appassionava soprattutto alla musica e al
disegno artistico.
Il
padre di Pablo, José Ruiz a differenza del nonno invece si dedica
completamente all’arte della pittura e al disegno a mano libera.
“dipinge dei quadri da sala da pranzo”, queste saranno le parole
di Pablo dette in una delle interviste future riguardo ai lavori
artistici del padre. Il padre spesso amava dipingere degli animali e
delle piante con una particolare propensione verso gli uccelli. La
pittura era però poco redditizia per la famiglia di Picasso e quindi
il padre svolgeva anche un incarico amministrativo presso la Scuola
di Arti e mestieri di San Telmo. Inoltre dirigeva anche il Museo
della città di Malaga.
Oggi
alcuni storici e esperti dell'arte affermano che la passione del
padre di Pablo Picasso verso la pittura abbia impressionato e forse
anche segnato per il suo futuro artistico il giovane figlio, anche
soltanto a livello di immaginazione. Infatti sappiamo tutti quanto
possa essere importante in una qualunque famiglia la figura di un
padre nell'agevolare e magari nello stimolare una certa attitudine
creativa, sportiva o intellettuale del proprio figlio. Questo avvenne
anche per il piccolo Pablo che fu stimolato anche ad avere una certa
ironia che diventerà nel futuro davvero proverbiale per l’artista.
Per quanto riguarda la madre di Picasso invece sappiamo che ha delle
origini italiane. Il bisnonno di Maria Picasso che come certamente
avrete anche capito sarà poi il celebre cognome che prenderà
l’artista facendo decadere quello paterno, nacque a Recco un
paesino presso la città italiana di Genova. Addirittura si pensa che
sia stato parente del pittore Matteo Picasso, pure lui di Recco e di
cui lo stesso Pablo possedeva un suo quadro.
Una
curiosità sulla nascita dell'artista che è anche abbastanza tragica
da leggere, è quella che il piccolo Pablo, questo era il suo nome
principale al quale poi dobbiamo aggiungere secondo una antica e
tipica usanza spagnola i numerosi nomi di Diego, José, Francisco
de Paula, Juan, Nepomuceno, Crispin, Maria, De los Remedios,
Crispiniano de la Santissima Trinidad viene creduto alla sua
nascita un bambino nato morto e per questo motivo lasciato dalla
levatrice di turno su di un tavolo accanto alla propria madre
sicuramente affranta dal dolore. A volte ho riflettuto su questa
possibile drammatica scena, con il corpicino di uno dei più grandi
artisti e geni del Novecento steso lì senza un minimo movimento su
un freddo tavolo, creduto morto punto. È veramente qualcosa di
orribile, di inimmaginabile per qualunque appassionato dell'arte.
Chissà quante cose avremmo perso senza l'arte di Picasso. Sarà lo
zio don Salvador, il fratello del padre a cercare di rianimarlo, di
riportarlo alla vita e infine fortunatamente di salvarlo
letteralmente anche grazie al fatto che era un esperto medico.
Sicuramente questo racconto tornerà spesso nei pensieri di Picasso e
per riflesso nella sua stessa
immaginazione lungo tutto il corso della sua vita.
Una
volta Picasso parlando del suo periodo scolastico disse che gli
anni della scuola sembrano essere un brutto periodo di vuoto
ricettivo che non hanno insegnato proprio nulla a lui. Delle
forti e nuove emozioni, le nuove idee che lo rendono felice gli
arrivano alla mente soprattutto attraverso i suoi occhi o dagli
esercizi quotidiani che fa per sperimentare la sua visione.
Il
ricordo di uno dei suoi primi quadri dipinto quando il piccolo
Picasso aveva soltanto otto anni raffigura lo sport della corrida,
uno degli spettacoli tradizionali della Spagna a cui assisteva spesso
insieme al padre. All’età di dodici-tredici anni Pablo che intanto
si era trasferito nella città di La Coruna perché il padre accetta
un posto come professore di disegno in una delle scuole trascorre dei
momenti di grande nostalgia anche per il clima piovoso della città.
Qui intanto esegue molti disegni con le sue matite copiando spesso i
gessi delle statue dagli occhi ciechi come li chiama lui o i toraci e
i mezzi busti di forti guerrieri. Disegna anche delle zampe di alcuni
uccelli morti che il padre gli sottopone come fossero dei macabri
modelli da copiare con precisione per far pratica. In poco tempo il
giovane e talentuoso Picasso riesce a imparare bene le tecniche
del disegno a carboncino e i segreti del chiaroscuro. Nei
4 anni trascorsi a La Coruna comincia anche a disegnare alcuni
soggetti dal vivo come i ritratti della sorella Lola, gli
amici del padre o le famiglie borghesi dei propri vicini di casa. Il
primo ritratto importante di Picasso è dedicato a un intimo amico
del padre, il dottor Ramon Perez Cosales. Sembra però che il
quadro che più colpisce per la grande maturità del tratto insieme
alla freschezza del tocco è un piccolo ritratto di una fanciulla,
conosciuto come La ragazza dai piedi nudi dove si vede già
una drammaticità del contrasto e un realismo del soggetto ripreso
che sembrano portare alle celebri opere che realizzerà in futuro
durante una delle tappe fondamentali della carriera artistica di
Picasso, un periodo che verrà conosciuto per lo stile e il
linguaggio usato come il periodo blu.
Anche
la madre Maria Picasso Lopez attraverso la sua sensibilità
femminile, il suo amore materno e la sua tenerezza influenzò sin da
piccolo Pablo. Da lei sicuramente l'artista imparò le grandi
differenze che si trovano nelle persone e in ogni società. Le
differenze tra le persone povere, umili e quelle potenti, quelle
ricche. Tra coloro che non potranno mai entrare in quel gioco
perverso del potere che è solo per pochi eletti e gli ultimi uomini,
i poveri emarginati da tutto. Tutti questi insegnamenti e l'amore
della madre portarono Picasso a ripagarla nell'affetto e poi nel
giorno in cui capì che l'arte era diventata la sua ragione di vita
per il futuro, prendendo come nome d'arte il cognome della madre e
diventando in questo modo immortale per il mondo, col nome che tutti
noi conosciamo bene, Pablo Picasso.
L'arte
di Pablo Picasso nei primi anni di carriera.
Il
giovane Picasso durante i primi anni del suo “noviziato artistico”
non trova subito grande fama e quindi ricchezza anzi ci furono
periodi di stenti, di battaglie e di polemiche oltre che anni di
intensa ricerca interiore e artistica che gli faranno da cornice.
Neanche gli amici più stretti o gli artisti che lo conoscevano a
volte lo capiranno perché Pablo fin dai precoci inizi della sua
carriera di pittore si pone di fronte ai problemi dell'arte con un
animo del tutto nuovo, con una mentalità e una prospettiva aperta
che sembra appartenere già al futuro.
Egli
non cerca di dipingere come di solito fanno la maggior parte degli
artisti. Non vuole realizzare soltanto dei “quadri belli” che
magari si possono vendere facilmente, non cerca di “fotografare”
diciamo così la realtà, con vista all'aperto come facevano in quel
periodo quelli che erano definiti i nuovi artisti
dell'Impressionismo. Egli si ribella a tutto questo, le sue
ricerche si spingono oltre, su un terreno nuovo e sconosciuto dove
non bastano solo gli occhi per cogliere la mutevole realtà delle
cose. Se Picasso viene emozionato da un oggetto o da una figura umana
egli cerca innanzi tutto di mettere sulla tela quella particolare
emozione e non importa se alla fine l'opera sembra totalmente diversa
da come si immaginava all'inizio e magari l'oggetto sembra non
riconoscersi nella tela.
Alcuni
degli esperti hanno definito idealmente Pablo Picasso come un
bambino che gioca con colori e forme allo scopo di raccontare pezzi
di storia e di realtà così come li sente nella sua anima.
Questo lo porterà per esempio ad avere vari e differenti periodi
durante la sua carriera artistica e i suoi studi. Vi sarà il periodo
in cui sarà incuriosito e cercherà di darsi delle risposte sulle
condizioni dei più umili, di tutte quelle persone sole che vengono
emarginati dalle società. I discorsi della madre sono serviti a
renderlo più sensibile, più umile. Pablo comincia a dipingere
questi poveri disgraziati usando quasi totalmente il colore blu. Un
colore che per l'artista simboleggia e serve a raffigurare la
tragedia, la solitudine e la povertà di questa povera gente che è
quasi come un fantasma per la “gente normale” ma con cui deve
fare i conti ogni giorno. Le belle opere di Picasso di questo periodo
saranno ricordate come le opere del “periodo blu”. Sopra
vediamo una delle opere realizzate in questa fase artistica
intitolata Vecchio ceco e giovane.
Picasso
è sempre alla ricerca di far uscire il suo genio allo scoperto, è
sempre pronto a nuove emozioni. Arriva così il momento della gioia e
della felicità e i suoi colori si trasformano dal triste blu alla
gioia del rosa, un colore tenue che sembra sprizzare serenità,
speranza come se fosse la Stagione della Primavera dove tutto
sboccia. Questa nuova fase artistica verrà conosciuta come il
periodo rosa per l'arte di
Pablo Picasso. Nelle sue nuove opere userà quasi
completamente questo unico colore e le sue tonalità per
simboleggiare la gioia di vivere e la felicità dei suoi personaggi
raffigurati.
Durante
tutte e due i periodi l'artista non dipinge la realtà come la vedono
i suoi occhi ma come la percepisce la sua anima, aperta agli incanti,
alle seduzioni o ai drammi della vita di ognuno. Picasso riesce anche
con il suo genio a infondere in ogni opera anche lo stupore che è
proprio del periodo dell'infanzia, quella meraviglia e quella gioia
che ognuno di noi abbiamo quando siamo piccoli, ancora innocenti,
puri e privi di malizia. Il tutto però contenuto nei termini di un
“discorso” che ha il freddo rigore di un intelletto maturo.
Questo fa parte del grande genio di Picasso. Un vecchio–bambino
come diceva qualcuno che non cerca di realizzare attraverso la sua
pittura una tecnica nuova, da accademia insomma. Non vuole insegnare
o cambiare i canoni e le norme artistiche. La sua è una bellissima
avventura che racchiude in se sempre le sorprese più impensabili e
clamorose.
“Io
non cerco, io trovo” disse una volta Picasso di se stesso.
Se
Picasso per esempio dipinge una donna, e questa ha tutta l'apparenza
di un mostro sulla tela è soltanto perché in quel preciso momento i
mostri si sono saldamente annidati nella sua anima, ed egli avverte
il bisogno prepotente di liberarsene, fissandoli a mo di incubi sulla
tela. Lui non vuole stupire la gente quando “violenta” le forme
come qualcuno affermava in quel periodo vedendo i suoi quadri che
sembravano mostruosi. Quella è la sua verità, quella è la sua
anima, le sue emozioni e basta.
Questo
e altro è Picasso.
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