Paolo Uccello un
artista italiano durante il secolo Quattrocento.
Il Quattrocento come
sappiamo ormai grazie ai vari studi effettuati da esperti e storici
viene considerato uno dei secoli davvero più importanti e intriganti
da quando esiste la conoscenza umana. Questo è dovuto soprattutto ai
grandissimi eventi e i cambiamenti (la scoperta delle Americhe o
l'invenzione della stampa a caratteri mobili solo per citarne due che
cambiarono per sempre l'intera umanità) spesso davvero rivoluzionari
avvenuti durante questo periodo in molti settori della vita
dell'uomo, settori come quelli dell'arte in generale o della pittura
nello specifico.
È durante il secolo
Quattrocento che vediamo nell'arte della pittura alcuni artisti che
cercano di seguire le nuove idee e i nuovi concetti della pittura
iniziati e portati avanti alla fine del Secolo prima da un grande
artista italiano conosciuto col nome di Masaccio, considerato
giustamente nella storia della pittura come l'iniziatore del
Rinascimento italiano. E poi uomini magari prima sconosciuti e
artisti già famosi che nell'osservare attentamente le meravigliose
opere del Masaccio riusciranno a cogliere o a intuire prima di altri
tutti quei dettagli, quei segreti o la grande forza espressiva
trasmesse da esse attraverso i nuovi e rivoluzionari concetti
sull'arte e che poi ognuno rielaborando e facendoli propri nello
stile e nella tecnica ne seguono la strada con grande successo. Tra
questi artisti italiani del Quattrocento che appresero e seguirono le
lezioni dalle opere del Masaccio e che in seguito svilupparono un
proprio percorso artistico che li rese famosi in pittura vi è anche
Paolo Uccello.
L'artista
Paolo Di Dono o meglio conosciuto nella storia dell'arte (come era
solito nella tradizione in quei tempi di dare un sopranome per un più
facile riconoscimento) come Paolo Uccello nasce a Firenze nell'anno
1397, morirà nella stessa città nel 1475 è stato uno dei maggiori
esponenti della pittura fiorentina e anche un apprezzato mosaicista
del XV secolo. Paolo Uccello sarà uno degli artisti italiani che
vivrà e testimonierà quel particolare passaggio culturale ed
artistico che va dalla fine dell'arte Tardo-gotica e l'inizio del
Rinascimento, facendo i suoi primi passi nel mondo dell'arte
attraverso l'esperienza fatta presso la bottega dell'artista Lorenzo
Ghiberti tra gli anni 1425 e 1430. l'artista poi andò in soggiorno
presso la bella città di Venezia dove lavorò nei mosaici della
Basilica di San Marco. Al suo ritorno a Firenze iniziò a studiare e
a rimanere affascinato dalla scoperta della prospettiva usata in
pittura, al punto tale da dedicarsi con grande passione e rigore che
a volte sembrava anche eccessivo. Nelle sue celebri opere, Paolo
Uccello ha inserito tutta la raffinatezza e la grazia delle figure
del Trecento all'interno di schemi geometrici rigorosi che ci rendono
lo spazio. Le sue composizioni artistiche attraverso l'uso della
prospettiva diventano spesso molto complesse da decifrare e in alcune
di queste opere si può intravedere come per esempio il rigore e le
rigide regole della prospettiva utilizzate possono togliere tutta o
in parte la drammaticità o la realtà delle scene raffigurate.
La battaglia di San
Romano opera di Paolo Uccello del 1456.
Tutto
questo si può anche notare quando si va ad ammirare il capolavoro
più celebre dell'artista, conosciuto col titolo La
battaglia di San Romano che fu
una reale e storica battaglia combattuta tra i Fiorentini e i Senesi
intorno all'anno 1432, quindi non molto tempo prima della creazione
dell'opera da parte di Paolo Uccello.
In
questa opera l'artista volle raffigurare anche come omaggio al fiero
popolo fiorentino che aveva vinto sui nemici Senesi tre particolari
episodi della battaglia in un trittico (tre pannelli di legno divisi
tra loro) realizzati a partire dagli anni 1438 circa. Queste tre
opere che hanno come titolo Niccolò da Tolentino alla
testa dei fiorentini (collocata
alla National Gallery di Londra), Disarcionamento di
Bernardino della Ciarda
(collocata agli Uffizi di Firenze) e Intervento decisivo a
fianco dei fiorentini di Michele Attendolo
(ora collocata al Louvre di Parigi) erano in passato tutte presso la
Galleria degli Uffizi di Firenze, ma in seguito si decise di tenerne
una sola, forse quella meglio conservata oltre che era il pannello
centrale che è il Disarcionamento di Bernardino della Ciarda, mentre
le altre tavole venivano date a due importanti Musei europei come La
National Gallery di Londra e il Museo del Louvre a Parigi.
Il
pannello centrale di legno che si trova agli Uffizi ha delle
dimensioni medio-grandi, che sono 182 per 323 centimetri circa ed è
realizzata attraverso la tecnica dei colori a tempera. L'immagine che
vediamo in alto si riferisce all'opera di Firenze e l'episodio che
raffigura come si può intuire dal titolo è quello in cui il
comandante dei soldati Senesi Bernardino della Ciarda viene sconfitto
dai soldati fiorentini e disarcionato dal suo cavallo. L'opera con le
sue immagini ci trasmette quasi un racconto di fiaba ricco di
particolari e dettagli di soldati in lotta, di armi e animali. Ci
sembra anche che tutto sembra bloccato in un istante, senza movimento
come se uscisse da uno scatto fotografico. Il rigore prospettico è
evidente e le figure come i cavalli o i soldati ci appaiono come dei
solidi geometrici posti secondo delle linee prospettiche. I colori
nella scena non rappresentano la realtà ma sembrano frutto della
fantasia. Le linee che più si evidenziano osservando l'opera sono
quelle verticali e dritte delle lance e quelle curvilinee dei
cavalli.
Nessun commento:
Posta un commento