La
Primavera del Botticelli una straordinaria opera frutto come altre
del grande genio e del talento italiano.
Oggi
vorrei parlarvi brevemente di uno straordinario dipinto che gli
appassionati di arte sicuramente amano e conoscono molto bene come la
Primavera di Sandro Botticelli,
ossia uno dei più grandi maestri e pittori italiani vissuto nel
Quattrocento che ha fatto grande la storia della pittura. Sotto
vediamo una immagine dell'opera completa della Primavera del
Botticelli.
Un
dipinto questo realizzato dal Botticelli e intitolato la Primavera
che gli esperti di arte indicano tra le opere più belle e importanti
dell'intera storia della pittura oltre che del Rinascimento italiano,
e quindi motivo di vanto e di grande orgoglio per tutti noi italiani
visto che potrebbe far parte di quel fantasioso catalogo che tutti
gli amanti e i collezionisti di arte almeno una volta hanno sognato
possedere, con all'interno le più belle opere di tutta la
storia dell'arte dove
sicuramente comparirebbero inserite alcune opere italiane che sono
state realizzate nel passato dai più grandi maestri usando idee o
tecniche tutte nuove ma soprattutto usando quel loro straordinario
genio italiano che gli esperti
di tutto il mondo ci riconoscono anche con un po' di invidia. Come
sicuramente già avrete capito quando parlo sopra di questo
fantasioso catalogo dei sogni di cui anche la Primavera del
Botticelli farebbe parte mi riferisco soprattutto ai capolavori
italiani più celebri, quelli dal valore storico e artistico
inestimabile come sono per esempio la Gioconda di Leonardo,
il David di Michelangelo, alcune bellissime Madonne di Raffaello
e altre opere ancora che sono sempre di più coccolate, studiate
dagli esperti, analizzate sin nei minimi dettagli e quindi poi
riconosciute come in assoluto le più belle opere che sono state
concepite e realizzate nella storia dell'arte. Sotto vediamo
una di queste opere italiane che è tra le più ammirate e celebri in
assoluto, il dipinto della Gioconda di Leonardo Da Vinci.
Potrete leggere di questa sia i dati che un ottima analisi sempre su
questo sito (vedi qui a destra).
Le
caratteristiche dell'opera la Primavera del Botticelli.
A
tanti osservatori che si recano ad ammirare il dipinto della
Primavera spesso è sembrato che questa emani davvero un fascino
particolare, un qualcosa di inspiegabile che attrae magari alcune
persone forse più sensibili che va al di là della semplice e pura
sensazione visiva che può emanare una qualsiasi altra opera d’arte,
ossia la bellezza, la composizione o la resa dei colori. Forse è
proprio per questa sua misteriosa e affascinante caratteristica quasi
indescrivibile che la stessa è molto amata e viene costantemente
studiata alla ricerca di un qualche mistero, di un messaggio criptico
che magari il Botticelli voleva farci “intendere” e che solo
poche altre opere riescono a trasmetterci con forza. Un altro esempio
di questo misterioso fascino dell'arte lo abbiamo anche quando
guardiamo con una certa attenzione La Gioconda di Leonardo.
La
Primavera del Botticelli sembra quasi che sia un bellissimo racconto
attraverso delle immagini dipinte su un supporto. L'opera è stata
realizzata adoperando quella che era ancora in Italia la tecnica più
utilizzata dagli artisti sino a quegli anni. L'artista utilizzò
infatti i colori a tempera che di solito sceglieva e preparava
da se per poi passarli su di una superficie che nel caso della
Primavera era costituita da una tavola in legno abbastanza
grande. Infatti le dimensioni dell'opera la Primavera sono notevoli,
si arriva a una larghezza di circa 314 cm per una altezza di circa
203 cm. Pensiamo abbastanza grande da poter coprire per esempio
una intera parete di una stanza di casa. La Primavera è stata
realizzata verso la fine del secolo Quattrocento in un anno di cui
ancora oggi si discute molto per la sua esattezza ma che comunque gli
esperti indicano senza dubbio sia intorno al periodo che va tra il
1475 e il 1482. Oggi l'opera la possiamo trovare collocata in
una delle bellissime Sale dedicate al Botticelli (tra le più
visitate) della Galleria degli Uffizi di Firenze che come
sappiamo è uno dei più celebri e visitati Musei d'arte del mondo.
La
Primavera è un opera allegorica che il Botticelli realizzò
su commissione di Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici che era
appartenente al ramo cadetto della potente e nobile famiglia che
all'epoca governava Firenze, quella dei Medici e di Lorenzo il
Magnifico di cui l'uomo era cugino. L’allegoria è una
rappresentazione artistica in cui le immagini riprodotte nell’opera
personificano e quindi riproducono attraverso dei corpi fisici e
degli oggetti, delle idee o dei concetti astratti in modo da poterli
capire meglio.
I
personaggi e gli oggetti che troviamo nella Primavera del Botticelli.
Il
Botticelli nella sua Primavera evoca e raffigura l’incantevole
bellezza di questa Stagione quando arriva con tutta la sua natura
rigogliosa e la sua forza e che viene abitata da ninfe e da alcune
divinità come voleva la tradizione in quell'epoca. Nello sfondo
possiamo notare un sorta di aranceto con gli alberi carichi di frutti
mentre il prato è ricco di fiori di diverso tipo. Il racconto
nell'opera parte da destra dove vediamo il personaggio di Zefiro cioè
il vento più soffice e dolce mentre soffia e afferra delicatamente
la ninfa che ama che si chiama Clori la quale sembra rifiutare questo
amore e cerca di fuggire alla presa. Nella figura seguente vediamo
che attraverso questa unione Clori viene trasformata in Flora cioè
la bella Dea romana simbolo della Primavera. Qua possiamo notare come
il pittore attraverso il suo celebre segno e stile abbia dato un
senso di ritmo e di movimento con le fronde degli aranceti alla
destra che vengono scosse dal vento Zefiro attraverso una sorta di
vortice. Sotto vediamo il particolare con Venere e Cupido.
Venere e Cupido particolare della Primavera |
Al
centro della composizione il pittore ha inserito la Dea Venere sul
cui capo vola il piccolo Dio Cupido, il Dio dell’Amore con il suo
immancabile arco il quale è intento a scagliare le sue frecce come
simbolo dell’amore che sboccia da un fiore quando inizia la
Stagione primaverile. Spostandoci verso la nostra sinistra notiamo le
meravigliose Tre Grazie che danzano leggiadre in una tipica figura di
ballo di quei tempi e all’estrema sinistra vediamo il Dio Mercurio
con il braccio levato al cielo in atto di allontanare le nuvole. Da
tutti questi personaggi possiamo intuire che il Botticelli ci
descrive un qualcosa che sa di mitologico. Infatti in quegli anni con
l'arrivo del Rinascimento nell'arte si andava di nuovo riscoprendo la
bellezza classica e il filone mitologico con tutti i suoi leggendari
personaggi.
Il
linguaggio visivo che possiamo vedere nel quadro La Primavera del
Botticelli.
Guardando meglio
l’opera della Primavera del Botticelli possiamo notare come la
composizione sembra articolata in due blocchi figurativi divisi dalla
Dea Venere che al centro e leggermente isolata e posta poco più in
alto rispetto alle altre figure. Questa figura ci appare come se
fosse incoronata da una sorta di cornice dalla forma di semicerchio
composta dalle fronde di alberi verdi scuri e da un pezzo di cielo
azzurro.
La
linea che nella pittura fiorentina era molto importante diviene qua
molto delicata e morbida, a volte anche molto decisa per assecondare
le esigenze del racconto artistico che vuol fare il pittore. La linea
tracciata dal Botticelli che lo fece diventare celebre disegna con
dolcezza le mani allacciate (vedi sotto particolare) durante le danze e
l’ondeggiare dei veli trasparenti delle Tre Grazie. Suggerisce
nella ripetizione di alcuni tratti sottili la fuga di Clori. La linea
anima come mossa dal vento anche la veste di Flora. Ma la linea
diviene anche nitida, decisa e ferma per poter descrivere con
precisione le figure della Dea Venere e del Dio Mercurio e nel
sottolineare un ritmo verticale dei tronchi d’albero. Le linee dei
corpi e delle vesti riescono a creare una sorta di movimento, di
danza molto suggestivo.
I
colori appaiono molto chiari e luminosi, il verde del fogliame e dei
prati è molto intenso e crea quasi una sorta di cornice omogenea. Il
bianco sembra comunicarci una sensazione di candore, di purezza e
viene usato sapientemente dal pittore per esaltare la trasparenza dei
veli ove si cerca di indovinare le perfette forme dei corpi delle
Grazie e di Clori. La tonalità più accesa e più calda che si può
notare è quella usata nei manti di Mercurio, di Venere e della
faretra di Eros con alcuni toni presi dal colore rosso.
La
luce è distribuita e molto uniforme. Essa illumina tutti i
personaggi nello stesso modo, non si vede una fonte di luce ben
precisa ma serve a staccare le figure dal resto del fondo. La
prospettiva sembra assente, vediamo infatti la Dea Venere quasi fosse
sollevata dal terreno e i piedi sfiorano le corolle senza calpestarli
come se la dea levitasse.
Il
grande artista Sandro Botticelli inizia ed elabora quel filone di
arte mitologica che in seguito avrà molto successo. Con questo ritmo
musicale della composizione, la dolcezza melodica della linea che
avviluppa tutti i personaggi rendono questa stupenda opera davvero
incantevole. Una melanconica evocazione di un mitico mondo perduto.
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