martedì 11 febbraio 2014

Il Laocoonte e i suoi figli: uno straordinario capolavoro della scultura ellenistica Greca

Il gruppo del Laocoonte uno degli esempi più belli della scultura realizzato nel periodo greco-Ellenico.
Questa importante opera conosciuta col nome di Laocoonte e i suoi figli o come semplicemente qualche estimatore ama chiamarla gruppo del Laocoonte è oggi considerata un vero e proprio simbolo nel mondo dell'arte, un bellissimo capolavoro che da sola riesce a testimoniarci tutta la grandezza e il livello raggiunto nella scultura durante quel periodo storico e artistico che gli esperti chiamano arte Ellenica. Sotto vediamo una semplice immagine dell'opera che con un clic possiamo ingrandire un pò anche se così non avremo lo stesso tutta la meraviglia e la forte emozione che può trasmettere l'opera dal vero.

Il laocoonte e figli scultura


I Dati del Laocoonte dei Musei Vaticani, un opera ellenica che esprime movimento e grande pathos.
Innanzi tutto diciamo che l'opera del Laocoonte e i suoi figli fa parte dei cosiddetti grandi gruppi statuari o gruppi scultorei. È definita anche un opera di scultura a tutto tondo, che in parole semplici significa che chiunque di noi abbia la fortuna di poterla andare a vedere si accorge che l'opera è stata scolpita in 3D, in ogni suo lato e direzione, quindi possiamo girarle tutto intorno a 360 gradi come avviene nella realtà.
Vi è ancora qualche dubbio sulla vera origine o paternità del Laocoonte e i suoi figli, intitolato così per via dei tre personaggi che sono raffigurati in esso. Comunque i maggiori esperti dell'arte affermano che il gruppo realizzato in un periodo che va dal I secolo a.C. Al I secolo d.C. Circa e che troviamo collocato all'interno dello straordinario sito artistico che sono i Musei Vaticani nella città di Roma sia una copia perfetta di un originale in bronzo andato perso che era stato realizzato in precedenza. Quindi i dati che leggiamo qui sono relativi all'opera dei Musei Vaticani, visto che è anche la scultura del Laocoonte più bella e famosa nel mondo. Gli autori che realizzarono quasi sicuramente questo straordinario capolavoro dell'arte Ellenica alto all'incirca 242 centimetri, usando come materiale del pregiato marmo provengono dalla stessa bottega artigianale, una bottega ad andamento familiare che si trovava nell'antica e leggendaria città di Rodi. Questi formidabili uomini con un grande talento artistico sono stati identificati col nome di Agesandros e i suoi due figli Athenodoros e Polydoros, nomi in lingua greca, mentre la committenza per il Laocoonte sembra sia arrivata da parte di alte cariche dell’impero Romano Augusteo che stanziavano proprio presso la città di Rodi. Oggi così come sicuramente avvenne anche nel passato quando si è davanti a qualcosa di unico e di straordinario per l'arte i vari esperti considerano il capolavoro per la sua grande forza espressiva e drammatica o per il movimento e le pose dei personaggi come uno dei più alti esempi di espressione dell'arte ellenica per quanto riguarda pathos e dramma in un opera. Uno dei soggetti preferiti dagli scultori ellenici infatti era quello di rappresentare attraverso un realismo estremo la figura umana in tutte le sue condizioni fisiche e psicologiche.
L'episodio narrato nell'opera del Laocoonte e i suoi figli.
Il gruppo con i suoi personaggi rappresenta un famoso episodio che avvenne durante la lunga guerra terminata poi con l’assedio della città di Troia. Sicuramente noi tutti abbiamo imparato a conoscere grazie al suo autore, il poeta latino Virgilio e alla sua famosa opera l’Eneide anche questo episodio letto sui banchi di scuola o magari visto in qualche sala di cinema. Laocoonte era il nome di una sorta di profeta troiano durante il periodo dell’assedio alla città da parte dei soldati nemici degli Achei, di cui faceva parte anche l’astutissimo Ulisse che poi fece costruire il cavallo in legno. La leggenda narra che Laocoonte attraverso una visione avuta in sogno aveva appreso della tremenda trappola che gli Achei e Ulisse avevano preparato con il famoso cavallo di Troia lasciato in regalo sulla spiaggia di Troia e cercò in tutti i modi di convincere i suoi concittadini a non fidarsi. La dea Athena che aveva a cuore la vittoria degli Achei allora fece emergere dalle acque del mare vicino la spiaggia assediata due enormi serpenti che aggredirono e alla fine uccisero sia Laocoonte che i suoi due figli, Antifante e Timbreo tra le urla strazianti per il dolore e lo sgomento di tutti.
La scultura ci descrive in modo così dettagliato e realistico quel terribile momento dell’aggressione da parte dei serpenti mandati dalla dea. Sembra di leggere le pagine di un libro che ci racconta una triste storia nei minimi particolari. Laocoonte e i figli sono rappresentati dagli artisti con una naturale espressione di terrore nei loro lineamenti e nel movimento che ci fanno subito intuire il triste momento vissuto. Sembra quasi di poter udire le urla dei personaggi che vengono morsi dai serpenti e che con i loro muscoli tesi in un ultimo sforzo cercano in qualche modo di togliersi di dosso la loro feroce presa delle spire. Intravediamo quasi un aumento emotivo e del dramma vissuto sulla parte sinistra dell'opera. Infatti il figlio che vediamo alla nostra sinistra non ha più forza di combattere e sembra che si stia lasciando andare al crudele destino della morte, mentre l’altro figlio con il suo movimento del piede sembra quasi che si stia liberando e voglia trasmettere questa sensazione di voglia di vita al padre. Straordinaria davvero l’intensità espressa del dolore umano raffigurato nell’opera in modo così realistico. Spettacolare l'energia trasmessa e il movimento attraverso questi volti, questi visi con le sopracciglia inarcate, le narici dilatate o la fronte corrugata.

Laocoonte arte Ellenica particolare


La composizione della scultura è geometrica perché basata su una invisibile diagonale che parte dalle vesti del figlio a destra e finisce col braccio alzato del padre. Vediamo anche l’intersezione di alcune linee oblique che vanno dai figli al padre, ai serpenti e che trasmettono tensione (vediamo sopra nel particolare). I corpi tesi e muscolosi di Laocoonte e dei figli che esprimono grande forza come la tradizione ellenistica richiedeva vengono esaltati ulteriormente nei volumi dalla superficie del marmo molto lavorata e liscia che cattura la luce in modo perfetto. Inoltre vediamo che il racconto dell’opera è orientato tutto sul piano frontale.
Insomma penso che le parole non bastino a descrivere questo immenso capolavoro della scultura, quindi il consiglio è quello di andare a vederlo dal vivo perché ne vale davvero la pena, visto che la storia ci narra che anche uno dei più grandi scultori di tutti i tempi, l’italiano Michelangelo Buonarroti vedendolo riaffiorare dopo uno scavo archeologico fatto nella città di Roma nel Cinquecento ne rimase letteralmente estasiato e si crede che questa opera abbia fatto innamorare e quindi iniziare all’arte della scultura l’artista.
Trovate altre celebri opere della scultura nelle pagine in alto.

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