Il gruppo del Laocoonte uno degli esempi più belli della scultura realizzato
nel periodo greco-Ellenico.
Questa importante opera
conosciuta col nome di Laocoonte e i suoi figli o come
semplicemente qualche estimatore ama chiamarla gruppo del
Laocoonte è oggi considerata un vero e proprio simbolo nel mondo
dell'arte, un bellissimo capolavoro che da sola riesce a
testimoniarci tutta la grandezza e il livello raggiunto nella
scultura durante quel periodo storico e artistico che gli esperti
chiamano arte Ellenica. Sotto vediamo una semplice immagine
dell'opera che con un clic possiamo ingrandire un pò anche se così non avremo lo stesso tutta la meraviglia e la forte emozione che può trasmettere l'opera dal vero.
Il laocoonte e figli scultura |
I Dati del Laocoonte
dei Musei Vaticani, un opera ellenica che esprime movimento e grande
pathos.
Innanzi tutto diciamo che
l'opera del Laocoonte e i suoi figli fa parte dei cosiddetti grandi
gruppi statuari o gruppi scultorei. È definita anche
un opera di scultura a tutto tondo,
che in parole semplici significa che chiunque di noi abbia la
fortuna di poterla andare a vedere si accorge che l'opera è stata
scolpita in 3D, in ogni suo lato e direzione, quindi possiamo girarle
tutto intorno a 360 gradi come avviene nella realtà.
Vi è ancora qualche
dubbio sulla vera origine o paternità del Laocoonte e i suoi figli,
intitolato così per via dei tre personaggi che sono raffigurati in
esso. Comunque i maggiori esperti dell'arte affermano che il gruppo
realizzato in un periodo che va dal I secolo a.C. Al I secolo d.C.
Circa e che troviamo collocato all'interno dello straordinario sito
artistico che sono i Musei Vaticani nella città di Roma sia
una copia perfetta di un originale in bronzo andato perso che era
stato realizzato in precedenza. Quindi i dati che leggiamo qui sono
relativi all'opera dei Musei Vaticani, visto che è anche la scultura
del Laocoonte più bella e famosa nel mondo. Gli autori che
realizzarono quasi sicuramente questo straordinario capolavoro
dell'arte Ellenica alto all'incirca 242 centimetri, usando
come materiale del pregiato marmo provengono dalla stessa
bottega artigianale, una bottega ad andamento familiare che si
trovava nell'antica e leggendaria città di Rodi. Questi formidabili
uomini con un grande talento artistico sono stati identificati col
nome di Agesandros e i suoi due figli Athenodoros
e Polydoros, nomi in lingua greca, mentre la
committenza per il Laocoonte sembra sia arrivata da parte di alte
cariche dell’impero Romano Augusteo che stanziavano proprio presso
la città di Rodi. Oggi così come sicuramente avvenne anche nel
passato quando si è davanti a qualcosa di unico e di straordinario
per l'arte i vari esperti considerano il capolavoro per la sua grande
forza espressiva e drammatica o per il movimento e le pose dei
personaggi come uno dei più alti esempi di espressione dell'arte
ellenica per quanto riguarda pathos e dramma in un opera. Uno dei soggetti preferiti dagli scultori ellenici infatti era quello di rappresentare attraverso un realismo estremo la figura umana in tutte le sue condizioni fisiche e psicologiche.
L'episodio narrato
nell'opera del Laocoonte e i suoi figli.
Il gruppo con i suoi
personaggi rappresenta un famoso episodio che avvenne durante la
lunga guerra terminata poi con l’assedio della città di Troia.
Sicuramente noi tutti abbiamo imparato a conoscere grazie al suo
autore, il poeta latino Virgilio e alla sua famosa opera l’Eneide
anche questo episodio letto sui banchi di scuola o magari visto in
qualche sala di cinema. Laocoonte era il nome di una sorta di profeta
troiano durante il periodo dell’assedio alla città da parte dei
soldati nemici degli Achei, di cui faceva parte anche l’astutissimo
Ulisse che poi fece costruire il cavallo in legno. La leggenda narra
che Laocoonte attraverso una visione avuta in sogno aveva appreso
della tremenda trappola che gli Achei e Ulisse avevano preparato con
il famoso cavallo di Troia lasciato in regalo sulla spiaggia di Troia
e cercò in tutti i modi di convincere i suoi concittadini a non
fidarsi. La dea Athena che aveva a cuore la vittoria degli Achei
allora fece emergere dalle acque del mare vicino la spiaggia
assediata due enormi serpenti che aggredirono e alla fine uccisero
sia Laocoonte che i suoi due figli, Antifante e Timbreo tra le urla
strazianti per il dolore e lo sgomento di tutti.
La scultura ci descrive in
modo così dettagliato e realistico quel terribile momento
dell’aggressione da parte dei serpenti mandati dalla dea. Sembra di
leggere le pagine di un libro che ci racconta una triste storia nei
minimi particolari. Laocoonte e i figli sono rappresentati dagli
artisti con una naturale espressione di terrore nei loro lineamenti e
nel movimento che ci fanno subito intuire il triste momento vissuto.
Sembra quasi di poter udire le urla dei personaggi che vengono morsi
dai serpenti e che con i loro muscoli tesi in un ultimo sforzo
cercano in qualche modo di togliersi di dosso la loro feroce presa
delle spire. Intravediamo quasi un aumento emotivo e del dramma
vissuto sulla parte sinistra dell'opera. Infatti il figlio che
vediamo alla nostra sinistra non ha più forza di combattere e sembra
che si stia lasciando andare al crudele destino della morte, mentre
l’altro figlio con il suo movimento del piede sembra quasi che si
stia liberando e voglia trasmettere questa sensazione di voglia di
vita al padre. Straordinaria davvero l’intensità espressa del
dolore umano raffigurato nell’opera in modo così realistico.
Spettacolare l'energia trasmessa e il movimento attraverso questi
volti, questi visi con le sopracciglia inarcate, le narici dilatate o
la fronte corrugata.
Laocoonte arte Ellenica particolare |
La composizione della
scultura è geometrica perché basata su una invisibile diagonale che
parte dalle vesti del figlio a destra e finisce col braccio alzato
del padre. Vediamo anche l’intersezione di alcune linee oblique che
vanno dai figli al padre, ai serpenti e che trasmettono tensione
(vediamo sopra nel particolare). I corpi tesi e muscolosi di
Laocoonte e dei figli che esprimono grande forza come la tradizione
ellenistica richiedeva vengono esaltati ulteriormente nei volumi
dalla superficie del marmo molto lavorata e liscia che cattura la
luce in modo perfetto. Inoltre vediamo che il racconto dell’opera è
orientato tutto sul piano frontale.
Insomma penso che le
parole non bastino a descrivere questo immenso capolavoro della
scultura, quindi il consiglio è quello di andare a vederlo dal vivo
perché ne vale davvero la pena, visto che la storia ci narra che
anche uno dei più grandi scultori di tutti i tempi, l’italiano
Michelangelo Buonarroti vedendolo riaffiorare dopo uno scavo
archeologico fatto nella città di Roma nel Cinquecento ne rimase
letteralmente estasiato e si crede che questa opera abbia fatto
innamorare e quindi iniziare all’arte della scultura l’artista.
Trovate altre celebri opere della scultura nelle pagine in alto.
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