martedì 30 settembre 2014

Arte e prospettiva tra storia, tipi per la pittura

Arte e linguaggio: la prospettiva e la sua importanza nella pittura.

Oggi con parole semplici per quanto riguarda l'arte vi parlo di una caratteristica molto importante del linguaggio artistico, qualcosa che viene tenuto in grande considerazione da tutti gli artisti quando creano le loro bellissime opere pittoriche o di architettura. Questa è la prospettiva, la sua storia e i tipi che possiamo trovare.

La prospettiva, la visione prospettica di un opera sono tutti termini che vengono spesso citati da chi frequenta il mondo dell'arte o dagli artisti stessi parlando delle loro opere. Qui sotto l'opera Ultima cena dell'artista italiano Andrea Del Castagno.




Di solito gli esperti e i critici di arte quando ammirano un opera oltre alle personali emozioni che può regalarci con la propria bellezza esteriore cercano sempre anche delle precise risposte, dei dati tecnici che alla fine ci fanno capire il vero valore di cosa si sta guardando. È proprio dallo studio dell'opera e di questi suoi dati che poi alla fine gli esperti (spesso anche sbagliando) ci indicano dall'alto della “loro conoscenza” se un opera può considerarsi un autentico capolavoro dell'arte o magari un volgare ferma carte o peggio. Per poter capire bene un opera dobbiamo conoscere alcuni dati di essa come per esempio i materiali utilizzati, la tecnica per la realizzazione, lo stile, l'anno di realizzazione, il contesto storico etc. Per gli esperti inoltre è fondamentale conoscere quale siano tutte le caratteristiche del linguaggio artistico che è stato usato nell'opera come per esempio le caratteristiche spaziali e quelle dei volumi che la compongono. Ed è proprio con questi ultimi dati qui citati che facciamo entrare in gioco la nostra bella prospettiva che è quindi qualcosa legata allo spazio e al volume in un opera.

Perché la prospettiva è nata per la pittura e quali sono i tipi più utilizzati.

Innanzi tutto diciamo che la tecnica della prospettiva risale a tempi molto antichi. Si arrivò poi nel corso dei secoli a perfezionarla attraverso il lavoro degli artisti che in origine cercavano un modo per migliorare più realisticamente la visione delle loro opere di pittura. Vediamo ora perché è importante la prospettiva nell'arte.




Come possiamo intuire facilmente uno scultore quando realizza una statua a tutto tondo (vediamo un esempio qui sopra con il David), ossia un opera avente le tre dimensioni spaziali e quindi può essere guardata da ogni suo lato non avrà gli stessi problemi nella rappresentazione dei volumi e delle forme di un pittore che invece utilizza un foglio di carta o una tela che sono piatti con due sole dimensioni. Questo perché l’opera di scultura in se stessa presenta già un volume proprio, un volume reale nello spazio tridimensionale che la circonda dato dal materiale stesso usato. Al contrario nelle opere di pittura che ha soltanto due dimensioni spaziali gli artisti possono soltanto darci un illusione, l’impressione visiva e la resa dei volumi e dello spazio in modo indiretto attraverso delle tecniche particolari. Tra queste tecniche quella che diede una svolta davvero importante nella storia dell’arte è stata proprio la tecnica della prospettiva. In pittura e nel disegno artistico l'illusione dei volumi e dello spazio ci viene dato anche dall'uso del chiaroscuro, dai diversi toni di colore che insieme alle caratteristiche della prospettiva ci regalano spesso dei bellissimi dipinti che sono oggi dei veri e propri capolavori molto realistici. Uno dei primi artisti che intuì la grande importanza della prospettiva dopo aver eseguito alcuni studi e precise ricerche, arrivando anche a codificarla in modo scientifico fu il celebre architetto Filippo Brunelleschi un artista italiano che visse tra il secolo Trecento e il Quattrocento e poi da lì fu usata e sviluppata da altri grandi maestri pittori.




Attraverso l’uso della prospettiva ogni artista può costruire e rappresentare una immagine di oggetti tridimensionali su di un piano bidimensionale come un foglio di carta (immagine sopra). Il foglio ha solo la larghezza e l’altezza senza avere la terza dimensione che è quella della profondità spaziale. Questi oggetti verranno rappresentati precisamente tenendo conto anche delle loro modifiche apparenti delle forme e delle dimensioni con l’aumentare della distanza. Infatti ai nostri occhi una palla che sta a un solo metro da noi ci appare più grande nelle dimensioni di una identica palla che sta a venti metri da noi.




Un facile esempio lo vediamo nello schizzo (sopra e sotto) per poter capire meglio come funziona il principio della prospettiva. Questo è quello di immaginare di avere uno schermo trasparente davanti noi e che dall’altra parte abbiamo il nostro oggetto da osservare. Rappresentare questo oggetto in prospettiva significa dire riprodurne la forma così come la vediamo sul nostro schermo trasparente. Per esempio dall'immagine qui sopra se mettiamo un quadrato (quello con le strisce gialle) davanti a noi a qualche metro lo vedremo come una sorta di trapezio sul nostro schermo trasparente. Succede perché i lati del quadrato non vanno paralleli ma tendono a convergere, a restringersi verso un punto lontano che viene chiamato il punto di fuga. Il punto di fuga viene posto su una linea immaginaria che sta alla stessa altezza degli occhi (punto di vista) di chi osserva e viene chiamata linea dell’orizzonte.




In base allo spostamento del nostro punto di vista nello spazio che ci circonda la prospettiva cambia e un qualsiasi oggetto lo vedremo in modo diverso. Per questo motivo abbiamo diversi tipi di visioni in prospettiva che possono essere la prospettiva centrale (sotto), la prospettiva accidentale (sotto), la prospettiva dall’alto, la prospettiva dal basso o la prospettiva aerea. Quest'ultima è stata intuita e sviluppata per primo dal grande genio di Leonardo da Vinci usandola in alcuni suoi straordinari capolavori e utilizzate poi dagli altri artisti nella loro opere di pittura. I grandi maestri dell’arte del passato e del presente tengono in grande considerazione i vari tipi di prospettiva quando devono realizzare e progettare i loro lavori per avere una migliore resa e riuscita delle stesse. Qui sotto scopriamo qualche tipo di prospettiva usata in arte.

martedì 23 settembre 2014

La pittura ad acquerello come tecnica per l'arte

L'acquerello in arte tra le tecniche della pittura.

La pittura artistica eseguita per mezzo dei colori ad acquerello a differenza di tante altre tecniche pittoriche è una delle più antiche. Essa infatti risale a molti secoli fa. Si sa addirittura, e questo grazie a delle testimonianze e ad alcune antichissime opere d'arte cinesi che sono arrivate sino a oggi che alcuni artisti vissuti in Cina utilizzassero l'acquerello per rappresentare dei bellissimi e delicati paesaggi con questi particolari colori stesi su dei tessuti pregiati come la seta o su della preziosa carta già più di tre secoli prima della nascita di Gesù Cristo, quindi stiamo parlando di più di duemila anni orsono. 

Opera ad acquerello



In Europa invece si cominciò a usare la tecnica dei colori ad acquerello soltanto molto tempo dopo. Qui l'acquerello arrivò soprattutto durante quel meraviglioso periodo del Rinascimento grazie ad alcuni maestri pittori o agli artisti che utilizzavano questa tecnica per meglio completare i propri schizzi o i disegni preparatori delle loro opere che in genere erano eseguiti con delle matite e delle penne. Questi schizzi venivano preparati per essere visti poi dai committenti delle opere, quindi erano fatti per convincere coloro che sborsavano i soldi. Per questo motivo quindi spesso gli schizzi erano realizzati in modo perfetto dagli artisti, quasi delle vere e proprie opere d'arte autonome al punto che i committenti a volte pretendevano anche la vendita di questi. Soltanto nel secolo Ottocento però si può affermare che la tecnica ad acquerello si impose nella storia dell'arte e nella pittura come una vera e propria forma autonoma. Diventando ben presto anche per molti artisti la tecnica preferita per realizzare le loro opere, soprattutto quando realizzavano delle illustrazioni o delle decorazioni.

Qui sotto vediamo un opera con tecnica ad acquerello intitolato Sarajevo della pittrice Dusa mentre in alto vediamo l'immagine di una altra opera ad acquerello del pittore Emiliano1971.




Le caratteristiche più importanti che riscontriamo quando usiamo la tecnica pittorica ad acquerello sono innanzitutto la trasparenza dei colori e l'immediatezza nel loro uso. Se poi vengono usati nel modo corretto i colori ad acquerello ci permetteranno di creare dei delicati effetti tonali e delle immagini molto fresche e luminose. Come è facile intuire dal loro nome vengono chiamati acquerelli perché sono dei colori che per essere utilizzati devono essere mescolati con dell'acqua. Sono formati da particolari pigmenti cioè delle polveri di colore ottenuti da varie sostanze che troviamo in natura, come minerali, vegetali e organiche mescolati a leganti speciali tra cui una delle più usate e raffinate è la gomma arabica. Di solito ai nostri giorni gli acquerelli vengono venduti in tubetti o in piccoli forme di dadi del colore preferito. Inoltre nei moderni negozi si vendono dei supporti con superfici adatte ai colori ad acquerello e tipi di carta adatti all'acqua. I colori possono essere stesi in vari modi per esempio con una stesura uniforme piatta, sovrapponendo varie velature di colori diversi o dello stesso tono oppure diluendo i colori direttamente sulla superficie da dipingere.
Tra gli articoli sulle varie opere realizzate ad acquerello potrete leggere su questo sito anche Primo acquerello astratto di Kandinskij.

lunedì 22 settembre 2014

Andrea Del Castagno uno dei grandi pittori italiani del Quattrocento

L'italiano Andrea del Castagno il pittore vissuto nel secolo Quattrocento.

Come si è accennato in altri articoli che trovate su questo sito sappiamo che per quanto riguarda la storia dell'arte a partire già dalla fine del secolo Trecento in alcune aree dell'Italia e dell'Europa iniziava un periodo molto intenso pieno di grandi cambiamenti e di assolute novità che verrà chiamato Rinascimento che durerà più di un secolo grazie al lavoro di eccellenti maestri che ci doneranno la loro arte e le loro straordinarie opere.

Andrea Del Castagno David con la testa di Golia



Infatti dopo i secoli trascorsi spesso pieni di violenza, di sterilità delle idee e di buio come vennero definiti gli anni del Medioevo l'uomo arriva a capire e a scoprire una nuova fase molto positiva, una fase di grande rinascita culturale che tocca anche settori della società come quello politico e quello economico. Ma soprattutto in questo periodo si riscopre tutta la bellezza e la gioia che può arrivare dall'arte. C'è una grande voglia di curiosare, di scoprire cose nuove e di svilupparle nel mondo dell'arte e questo si deve soprattutto al lavoro e allo studio che fecero alcuni artisti vissuti in precisi contesti storici dell'Italia e dell'Europa. Queste aree in cui nasce e si sviluppa il Rinascimento dell'arte sono la nostra Toscana in Italia e alcune zone del Nord Europa conosciute col nome di Fiandre, dove nacque la pittura fiamminga che divennero ben presto per tutti gli artisti un crocevia, il punto centrale per l'arte.

Dai primi decenni del Quattrocento in Italia iniziano a farsi notare attraverso le loro opere alcuni ottimi artisti e pittori che portano nuove idee. Con le loro scoperte artistiche riescono a vedere già molto lontano, riescono spesso a rivoluzionare il linguaggio artistico, le tecniche o il modo di fare e di concepire l'arte e la pittura del passato. Tra i grandi maestri del Rinascimento italiano che si sono dedicati con passione a migliorare l'arte della pittura troviamo sicuramente anche Andrea del Castagno.



Andrea Del Castagno le sue origini e le opere.

Andrea di Bartolo di Bargilla nasce intorno all'anno 1421 circa (la data è incerta) ed è il vero nome del pittore Andrea del Castagno. Il celebre nome con cui lo conosciamo tutti deriva infatti come voleva la tradizione all'epoca per essere meglio identificati di mettere un soprannome ai bambini avente la località della nascita della persona. In questo caso parliamo di Castagno, oggi una piccolissima località del Comune di San Godenzo nella zona del Mugello in Toscana. Per quanto riguarda la data della morte di Andrea del Castagno si è certi che avvenne nell'anno 1457 nella città di Firenze quando ancora era molto giovane, aveva infatti poco meno di 40 anni. E proprio nella meravigliosa città di Firenze che Andrea visse gran parte della sua vita respirando da essa tutta quella forza artistica che emanava e che poi mise nei suoi straordinari lavori grazie al suo talento. Quando guardiamo le opere di Andrea del Castagno possiamo intravedere un suo personale linguaggio, un particolare linguaggio vibrante quasi drammatico che sembra essere mosso da una forte energia morale oltreché da una evidenza plastica che aiuta a esaltare la grande fisicità e la forte virilità delle figure raffigurate con un realismo aspro e spietato.

Non si sa purtroppo molto degli anni giovanili di Andrea del Castagno tranne di qualche notizia che può essere intesa leggenda che forse si avvicina alla verità. Comunque pare che a scoprire il giovane talento artistico del pittore sia stato Bernadetto De' Medici che lo volle prendere sotto la sua protezione portandolo poi a Firenze che intanto iniziava a essere una grande e bella città dedicata soprattutto alla cultura e all'arte. Qui il giovane Andrea iniziò il suo apprendistato in alcune importanti botteghe dell'arte, le quali andavano sempre di più aprendo in città numerose in quel periodo molto frenetico e appassionante. Tra le botteghe che Andrea frequentò e in cui fece i primi passi nell'arte troviamo prima quella di Paolo Schiavo e poi quella del maestro Filippo Lippi. E proprio di quest'ultimo che Andrea Del Castagno continuerà a portare avanti nella sua arte il lavoro e la versione iper-disegnativa che aveva iniziato il Lippi la quale era divenuta una costante tipica dell'arte nella scuola fiorentina, una delle più importanti scuole per le nuove idee e la pittura dell'epoca.

Andrea Del Castagno gruppo equestre di Niccolò da Tolentino affresco



L'artista apprese molto in queste botteghe ma pare che i maestri che più influenzarono Andrea del Castagno attraverso le loro opere furono il Masaccio che era morto proprio nel periodo in cui lui era nato e il pittore Domenico Veneziano. Con il Veneziano sembra che Andrea del Castagno fosse addirittura in grande competizione, una sorta di grande amico-nemico al punto tale che il celebre biografo degli artisti del passato Giorgio Vasari ne descrive che Andrea in punto di morte abbia confessato l'omicidio del rivale Domenico Veneziano attraverso un violento colpo di mazza sulla testa, aggiungendo poi che tutto questo lo avrebbe fatto per invidia. Per questo motivo iniziò da quel momento ad aleggiare su di lui una oscura fama di artista e di uomo da evitare, un tipo molto strano di quelli che noi oggi definiremmo un “pittore maledetto”. Questa brutta leggenda, questo alone di mistero e di morte verso Andrea Del Castagno durò molti secoli, sino a quando non venne sfatata e smentita del tutto da alcuni esperti di arte nella seconda metà dell'Ottocento. Insomma in qualche modo si riuscì attraverso delle ricerche e alcuni documenti a scoprire come il pittore Domenico Veneziano fosse morto ben quattro anni dopo Andrea del Castagno.

giovedì 18 settembre 2014

L'arte con la Xilografia una delle tecniche per la stampa a rilievo

La Xilografia tra storia e funzionamento di questa tecnica.

La Xilografia è una particolare tecnica artistica per la stampa preferita anche da alcuni grandi maestri del passato. Questo tipo di tecnica utilizza come principio di funzionamento quello che viene chiamato in gergo tecnico stampa in rilievo. Per le origini e i tipi di stampa provate a leggere qui.




Il termine di Xilografia deriva dalla lingua greca e significa letteralmente incisione nel legno. Le origini di questa tecnica sembrano risalire a tempi molto antichi rispetto ad altri procedimenti usati per la stampa infatti si conosce che era già usata dagli antichi popoli che abitavano in Oriente. Nella più vicina Europa venne introdotta all’incirca durante il periodo storico che noi conosciamo come il Medioevo dopo l'XI secolo probabilmente da alcuni mercanti veneziani di ritorno dai loro lunghissimi viaggi avventurosi proprio nelle Terre dell’Oriente. La xilografia in quell’epoca veniva utilizzata soprattutto da qualche artigiano che la utilizzava per realizzare delle applicazioni decorative che presentavano delle fantasie poi impresse su delle stoffe e sui tessuti pregiati oppure per riprodurre le carte da gioco, i primi calendari e altri vari oggettini artistici che venivano commissionati per essere venduti dai mercanti con dei prezzi molto alti.

Poi durante il XV secolo la tecnica della Xilografia conosce un notevole sviluppo e miglioramento oltre che un aumento della produzione e questo grazie anche al lavoro molto paziente e certosino di alcuni monaci che incrementano la produzione delle loro bellissime stampe, oggi considerate dei capolavori dell'arte aventi dei soggetti religiosi.

In Germania è soprattutto grazie al talento del grande artista Albrecht Durer (1471-1528) che questa tecnica diviene molto apprezzata e amata. Infatti Durer riesce a portare a un livello artistico superiore la xilografia grazie al proprio talento e alle sue meravigliose opere realizzate con questa tecnica che diventa per l'arte un mezzo espressivo del tutto autonomo, come quello della pittura o della scultura tanto per fare un esempio. qui sotto vediamo una delle opere di Albrecht Durer realizzata tramite la xilografia.

Durante il secolo Novecento alcuni Artisti che erano esponenti dello Stile Liberty si affidano spesso alla xilografia per diffondere il loro nuovo gusto decorativo. Questo proprio per la sua facilità di poter fare numerose copie identiche da poter poi distribuire nei vari ambienti artistici e non.

Anche i pittori espressionisti faranno un largo uso di questa tecnica realizzando delle immagini semplificate e sintetiche che però hanno una grande forza comunicativa.




Il procedimento della Xilografia in teoria non è molto difficile, forse è più difficoltoso da mettere in pratica in quanto ci vuole molta esperienza per arrivare ad avere dei risultati artistici davvero ottimi e realizzare splendide opere. In alto vediamo una immagine di esempio per una matrice usata per la xilografia. Questo consiste nell’intagliare con un coltello, un temperino, un bulino, una sgorbia o un altro attrezzo simile una tavoletta di legno piuttosto duro che può essere legno di pero, di ciliegio o di altro tipo ricavando una fantasia o un disegno. Da questa poi con uno strumento adatto si asportano con cura le varie parti eccedenti intorno al disegno che è stato tracciato in precedenza sulla tavoletta in modo da avere alla fine una vera e propria matrice. In questo modo il disegno rimarrà e risulterà in rilievo e quindi sarà pronto per poter ricevere il giusto colore o l'inchiostro che verrà steso con un rullo su tutta la tavoletta intagliata. Come detto l’inchiostro pian piano si depositerà soltanto sulle parti che sono in rilievo e che costituiscono il disegno che vogliamo stampare lasciando senza le altre parti della tavoletta cioè quelle scavate. La tavoletta di legno inchiostrata quindi verrà pressata con l'aiuto di un torchio adatto per grafica o come accade oggi da una altra macchina apposita moderna su un foglio di carta idoneo al tipo di inchiostro che è la superficie ricevente, lasciando passare in questo modo tutti i segni della matrice sul foglio e dandoci alla fine la nostra bella stampa artistica finita col nostro disegno.

Uno degli aspetti più tipici e caratteristici della tecnica di stampa chiamata Xilografia è il contrasto che si forma tra i vari segni spessi delle parti rilevate e le zone bianche circostanti.


lunedì 15 settembre 2014

La stampa artistica: la storia e le tecniche utilizzate per fare arte

Parliamo oggi della stampa artistica con le tecniche più utilizzate dai vari artisti per creare delle bellissime opere d'arte.
L'arte della stampa tra origini, funzionamento e tecniche.
Ai giorni nostri durante una discussione con gli amici se sentiamo nominare il termine “stampa” sicuramente ci verrà da pensare che si stia parlando di uno dei quotidiani italiani che circolano nelle edicole, quello del celebre giornale che è stato fondato più di un secolo fa nella città di Torino intitolato “La stampa”. Se invece il termine di “stampa” lo associano insieme a quello dell'arte ci accorgiamo che esso ci apre una bellissima porta sull'antica storia dell'arte, su delle stupende tecniche artistiche e su tante bellissime opere.




Con parole semplici possiamo dire che nel campo dell'arte con il termine di stampa si indica tutte quelle tecniche artistiche antiche o moderne che servono a realizzare una produzione o una riproduzione identica di una immagine o di un testo scritto su dei supporti appositi.
Per quanto riguarda la storia della stampa ci risulta che questa ha delle origini molto antiche ed esistono testimonianze che ci parlano di essa. Per esempio alcune testimonianze ci informano che una particolare tecnica di stampa veniva già usata in Cina durante l'epoca della Dinastia Tang che governò tra gli anni che vanno dal 618 al 907 d.C. Questa antica tecnica cinese consisteva nell'imprimere dei singoli fogli di carta con delle matrici ricavate da blocchi di legno dove erano presenti delle immagini o delle parole intagliate. Gli esperti di arte indicano pure che esistono delle antiche stampe con dei disegni fatti su tessuto risalenti addirittura al 220 d.C. Anche gli antichi Egiziani usavano una tecnica simile per stampare. Alla fine la stampa arrivò anche da noi in Europa e dal 1300 in poi in molte città europee era diventata quasi una moda per le persone agiate di farsi creare abiti su misura che avessero impresse fantasie particolari con un metodo di stampa che usava dei grandi blocchi di legno in cui vi era inciso tutto il disegno. Come tutti noi però abbiamo imparato dalla storia sappiamo che verso la metà del Quattrocento avviene in Europa una scoperta rivoluzionaria, talmente importante che cambierà per sempre la visione e le possibilità culturali dell'uomo. Infatti il tedesco Johann Gutemberg nel XV secolo riesce a scoprire e a migliorare una particolare tecnica di stampa usata in Asia che aveva alcuni difetti. Questa è la celebre stampa a caratteri mobili di Gutemberg che diede all'uomo la possibilità di entrare nell'Era moderna oltre che di poter comunicare a tutti storie, idee e tanto altro attraverso l'uso di un nuovo oggetto stampato, il libro.
Oggi per realizzare una bella stampa di un opera troviamo numerose tecniche artistiche che possono sembrare anche molto diverse tra di loro e che in base al tipo possono risalire sia a tempi antichissimi come a quelli più moderni. Quello che è importante da capire è che tutte le tecniche di stampa hanno sempre in comune tra di loro lo stesso principio di funzionamento il quale consiste nel creare prima un particolare strumento che in gergo tecnico viene chiamato matrice con cui imprimere dopo essere stata inchiostrata un supporto adatto che può essere della carta, del tessuto o altro materiale. La matrice è in pratica un oggetto realizzato con vari materiali come il legno o alcuni metalli della quale la superficie contiene tutti quei segni che fanno parte del disegno o della frase che poi devono essere riprodotti, appunto stampati attraverso l’inchiostratura cioè il riempire di inchiostro tutti i segni della matrice. Dopo avviene il passaggio mediante una pressione a mano o tramite delle macchine apposite dei vari segni sulla matrice su di un supporto prescelto. Per capire meglio il principio di funzionamento della stampa basti pensare a un semplice timbro, di quelli che troviamo di solito in un ufficio il quale (la matrice) dopo essere stato intinto nell'inchiostro viene pressato su di un foglio lasciando alcune scritte o una data.
Dal tipo di tecnica che viene utilizzata per la stampa si possono ottenere più o meno copie che appunto variano a seconda del metodo o dei materiali utilizzati raggiungendo a volte cifre anche molto elevate come nel settore dell’industria grafica o editoriale. I famosi quotidiani che possiamo comprare all’edicola ogni giorno per esempio usano questa tecnica e grazie a dei macchinari molto moderni riescono a stampare milioni di pagine in un solo giorno.
La stampa usata nell’arte.
Per le sue caratteristiche e per alcuni vantaggi che riescono a dare alcune tecniche di stampa sono state usate sin dal passato anche da grandi artisti per creare delle bellissime opere d'arte. Se si pensa che rispetto ad una singola opera realizzata con la pittura da cavalletto mentre con la stampa si possono realizzare velocemente anche numerose copie identiche e perfette si capisce come alcuni artisti ne facevano uso. Per esempio l'artista attraverso l'uso della stampa poteva distribuire più copie ai committenti e appassionati per farsi pubblicità dei suoi lavori e arrivare ovunque o ancora si poteva guadagnare molto di più a vendere per esempio 10 lavori identici e magari numerati anziché venderne uno soltanto con un prezzo più alto. Insomma gli artisti guardavano spesso anche il lato economico del loro lavoro. Tra questi esempi citiamo sicuramente il grande artista e incisore tedesco Albrecht Durer (1471-1528) che di alcune tecniche di stampa ne fece una vera e propria arte personale con delle opere che oggi sono considerate dei veri capolavori dell'arte come quello che vediamo sopra in alto. Questa è una xilografia di Durer intitolata Trasporto della croce che fa parte di una serie realizzata tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento. Sotto vediamo una immagine per xilografia.




In campo artistico la stampa può essere denominata e divisa in base a tre procedimenti fondamentali con caratteristiche diverse a secondo dei materiali usati per preparare le matrici.
Abbiamo per esempio la stampa a rilievo chiamata così perché solo le parti che sono in rilievo della matrice ricevono l’inchiostro e quindi determinano poi la stampa sul supporto mentre le parti scavate rimangono senza colore e quindi sono ininfluenti. Due delle tecniche più utilizzate di questo tipo di procedimento sono sicuramente la Xilografia e la Linoleografia. Il timbro può essere considerato come uno strumento di stampa in rilievo.
La stampa in cavo o calcografia viene generata da una matrice solitamente in metallo che viene incisa con degli strumenti appositi la dove devono essere realizzati i segni che andranno poi a riprodurre le copie stampate. In questo caso sono le parti scavate che riceveranno l’inchiostro e i colori. In base agli strumenti utilizzati per le incisioni possiamo avere diversi tipi di tecniche di stampa tra le quali quelle più utilizzate che appartengono a questo procedimento sono l’acquaforte, la puntasecca e il bulino. Esistono delle bellissime opere considerate dei veri capolavori dell'arte che sono state realizzate con queste tecniche di stampa. Sotto vediamo un immagine della stampa con bulino.




Infine abbiamo la stampa in piano che invece presuppone non l’incisione ma il disegno con una speciale matita grassa che viene usata su una matrice che può essere di metallo o un particolare tipo di pietra. Una delle tecniche più utilizzate in questo caso è la litografia, una tecnica di stampa molto amata anche da grandissimi artisti del passato.
Una curiosità, un fattore molto importante che riguarda la realizzazione di un opera attraverso una delle tecniche di stampa e che deve essere quindi tenuto sempre in giusta considerazione da tutti gli artisti che creano le loro matrici è che le immagini che vengono realizzate dopo la stampa saranno sempre rovesciate, quindi devono essere fatti dei calcoli ben precisi.

venerdì 12 settembre 2014

Un dolce cestino alle fragole facile ricetta da preparare in casa

Il consiglio di oggi per la rubrica di cucina e ricette è quello di preparare un cestino alle fragole ovvero uno squisito dolce che sicuramente piacerà a tutti i golosi.





Le dosi degli ingredienti che trovate qui sotto sono per un numero di 6 persone:

250 grammi di farina normale;

75 grammi di zucchero;

75 grammi di burro;

300 grammi di ottime e buone fragole;

300 grammi di panna montata e zuccherata;

un decilitro di latte;

tre uova intere;

15 grammi di lievito;

un poco di liquore all'arancia;

del sale quanto basta per la ricetta.



Descriviamo come preparare questo dolce del cestino alle fragole.

Iniziamo subito la preparazione impastando con attenzione 60 grammi di farina insieme al lievito e al latte quindi lasciate riposare in un angolo questo composto ottenuto per circa 30 minuti.

Disponete adesso su un piano di lavoro la farina che vi è rimasta facendone la classica forma a fontana con incavo al centro. In questo rompete le tre uova intere, aggiungete lo zucchero, il burro e anche un pizzico di sale. Impastate molto bene tutti questi ingredienti e unite anche il panetto lievitato che avete lasciato riposare prima. A questo punto versate l'impasto aiutandovi con un cucchiaio di legno dentro uno stampo adatto per il forno dove verrà cotto. Ricordo che il forno dovrà essere preriscaldato a circa 200 gradi centigradi e il tempo della cottura sarà di circa 30 minuti.

Una volta ultimata la cottura della pasta sfornatela e toglietela dal forno mettendola su un piatto da portata grande quindi tagliate la calotta superiore. Bagnate l'esterno con del liquore all'arancia e scavate poi l'interno in modo da avere un spazio da poter riempire lasciando un bordo esterno di circa 2 centimetri. Alla fine dovrete avere una sorta di forma come fosse un contenitore o appunto la forma di un cestino.

Riempite adesso tutto lo spazio interno che avrete ricavato con le vostre buonissime fragole dopo che ovviamente le avrete lavato bene sotto l'acqua corrente fredda e gli avrete tolto tutte le foglioline e il loro piedino. Aggiungete anche la panna montata zuccherata.

Fatta questa operazione avete terminato la preparazione e quindi potete servire agli ospiti il vostro simpatico ma soprattutto squisito dolce che sarò il cestino con le fragole.

Sono sicuro che farà contenti tutti i palati a partire dai più piccoli e sino ad arrivare agli ultracentenari.


Ricetta di crostata ai frutti di bosco con i consigli per questo ottimo dolce

Oggi per l'angolino di cucina e ricette dedicato ai più golosi dei lettori consiglio una buonissima crostata ai frutti di bosco. Trovate anche qualche breve consiglio utile che può servire in genere quando si prepara una crostata.





Le dosi per gli ingredienti che trovate sotto sono adatte per un numero di 8 o 10 porzioni:

per la preparazione del composto di pasta della crostata ci occorre:

200 grammi di biscotti del tipo digestivi e 100 grammi di margarina fusa.

Per preparare la guarnizione della crostata invece ci occorre:

200 grammi di formaggio bianco tipo Philadelphia;

2 decilitri di panna liquida;

un decilitro di miele liquido;

30 grammi circa di noci.

Per la frutta che è la base di ogni crostata ci occorre:

225 grammi di frutti di bosco come per esempio i lamponi e i mirtilli freschi oppure possono essere presi anche di quelli scongelati;

dello zucchero a velo quanto basta per la ricetta.

La descrizione della ricetta della crostata ai frutti di bosco.

Iniziate subito col preriscaldare il vostro forno per portarlo a una temperatura ideale di circa 175 gradi.

Schiacciate bene triturandoli in un canovaccio da cucina pulito tutti i biscotti. Mescolate bene su un piano di lavoro i biscotti con la margarina fusa. Prendete questo impasto che avrete ottenuto e sistematelo premendolo e facendolo aderire bene in uno stampo di quelli adatti alla preparazione di torte e crostate che abbia un diametro di circa 25 centimetri. Adesso infornate questa pasta che sarà la base per la crostata nella parte bassa del forno e cuocetela per circa 10 minuti. A fine cottura lasciate raffreddare la pasta in un angolo mentre voi preparate la guarnizione del dolce.

Aiutandovi magari con un frustino elettrico o se non c'è con il semplice ma sempre utile cucchiaio di legno lavorate il formaggio finché questo risulterà abbastanza morbido. Aggiungete al formaggio anche la panna e il miele liquidi e continuate a mescolare bene questi ingredienti. Unite infine le noci dopo averle pulite bene e triturate a pezzetti in modo grossolano.

Versate ora la vostra guarnizione sulla base della pasta e infornate a metà altezza per altri 30 minuti circa. Finita la cottura sfornate la crostata e lasciate raffreddare su di una griglia.

A questo punto mettete il vostro dolce in frigorifero per diverse ore. Ricordate che la guarnizione si deve solidificare completamente.

Uscite la crostata con frutti di bosco dal frigo e decoratela con i frutti di mirtilli e di lamponi appena prima di servirla in tavola. Prima però spolverizzatela sopra con abbondante zucchero a velo.



Alcuni semplici consigli per la crostata

Se volete rompere o triturare i biscotti con un robot da cucina usando però la funzione intermittente per evitare di ridurli letteralmente in polvere. In alternativa mettete i biscotti in un sacchetto di plastica per alimenti pulito e schiacciateli con un peso adatto come per esempio un mattarello. Per avere una buona base per crostate diversa mescolate 75 grammi di margarina, 15 biscotti frantumati e 40 grammi di zucchero di canna. Sistemate il composto nella tortiera e mettetelo in frigorifero per 15 minuti. Questa base non necessita di cottura.


mercoledì 10 settembre 2014

Il budino alle mele con marmellata con una dolce ricetta

Oggi il consiglio di cucina è quello per preparare un budino alle mele ovvero un buonissimo dolce da preparare facilmente in casa. Se vi fa piacere in alto nella scheda ricette e dolci trovate altre buone ricette per preparare i budini con vari gusti.

Gli ingredienti e le loro dosi che trovate qui sotto elencati sono per 6 persone:

un chilogrammo di mele;

4 cucchiai grandi di zucchero;

2 uova intere;

un cucchiaio di farina;

mezzo vasetto di marmellata di lamponi;

la scorza grattugiata di un limone;

del burro quanto basta alla ricetta.





Descrizione per preparare il budino alle mele con marmellata.

Iniziate la preparazione sbucciando le vostre belle mele per poi affettarle facendole a piccoli pezzetti. Adesso mettiamo le mele tagliate in una casseruola e poi unitevi lo zucchero facendole cuocere su una fiamma moderata mentre mescoliamo il tutto con frequenza. Quando vedrete che le mele saranno cotte toglietele dal recipiente e passatele con un setaccio da cucina facendo dopo raffreddare il composto che avremo ottenuto.

In un recipiente pulito mettete questo composto di mele e unitevi i due tuorli delle uova che per chi come me non lo sa ancora (dai scherzo!) sono praticamente il rosso che sta al centro. Uniamo anche la scorza del limone grattugiata, la farina sciolta in un pochino di acqua e infine gli albumi delle uova che avrete montato a neve e mescolate il tutto per bene. Se i tuorli erano i rossi delle uova gli albumi sicuramente saranno i bianchi. (Ma va!)

Versate ora tutto questo composto in uno stampo adatto per i budini che abbia il foro centrale. Lo stampo dovrà essere leggermente unto di burro e quindi fate cuocere nel forno con una fiamma moderata e col sistema del bagnomaria per circa un ora.

Intanto passate la marmellata di lamponi con un setaccio. Voi potrete usare un altro tipo di gusto per la vostra marmellata se proprio quella ai lamponi non vi piace. mettetela in una casseruola insieme a 4 cucchiai di acqua e fatela scaldare sul fuoco. Sfornate a fine cottura il vostro bel budino su un piatto da portata adatto e poi versatevi sopra tutta la marmellata preparata prima e servite ai vostri ospiti.


Il budino alle castagne e riso ricetta

Prepariamo il budino di riso e castagne che è una vera delizia per chi ama questi ingredienti.
Provate anche le ricette per:
il budino alle arance
il budino alle mele e marmellata




Gli ingredienti e le loro dosi che trovate elencate qui sotto sono per 6 persone:

75 grammi di castagne secche;

150 grammi di riso;

3 uova intere;

100 grammi di zucchero;

un litro di latte esatto;

50 grammi di burro;

50 grammi circa di uvetta sultanina;

del pangrattato;

un mezzo bicchiere di liquore del tipo sambuca;

del sale quanto basta per la ricetta del budino.



La semplice descrizione della ricetta per il budino di castagne.

Per iniziare la preparazione dobbiamo ricordarci magari la sera prima di lasciare le nostre castagne secche immerse in acqua tiepida per circa 8 ore. Questo servirà in modo che alla fine le castagne risultano abbastanza ammorbidite per essere più facilmente pulite della loro pellicina. Trascorso il tempo necessario e fatta l'operazione della pulizia cuocete le castagne nel latte quel tanto che basta per poter essere poi sbriciolate quindi salatele leggermente aggiungendovi se è necessario altro latte caldo.

Adesso versate nel recipiente anche il riso, aggiungete il burro e cuocete per circa 15 minuti mescolando spesso il tutto. A parte in una terrina dovete sbattere le uova intere con lo zucchero e quando queste saranno pronte incorporatevi le castagne sbriciolate e il riso. Aggiungete anche l'uvetta sultanina dopo averla fatta rinvenire in un poco di acqua tiepida e mettete il mezzo bicchiere di liquore sambuca. Mescolate bene gli ingredienti e alla fine versate il composto in uno stampo adatto per fare i budini che avrete unto con un poco di burro e spolverizzato con lo zucchero.

Cuocete in forno il budino per circa 30 minuti col solito sistema del bagnomaria quindi sformate il vostro budino alle castagne su un piatto da portata e servitelo ai vostri ospiti.


Il Budino alle arance con una ottima ricetta

Il dolce con tanti squisiti budini ai vari gusti: prepariamo il budino alle arance.

Per la nostra quotidiana (non è vero) rubrica dedicata alla cucina che come ormai sappiamo tutti è diventata grazie anche alla rete uno degli argomenti più trattati e più amati dagli Italiani oggi parleremo di dolci e più precisamente di budini da preparare facilmente in casa.

Trovate qui la ricetta del budino alle arance molto semplice anche nella descrizione da cui partire o magari prendere qualche spunto utile per la vostra fantasia da usare poi nelle vostre sicuramente deliziose cucine per altri gustosi budini che faranno la gioia oltre che dei più piccoli anche di tutto il resto della famiglia, amici e nemici compresi. Sotto trovate dei link da cliccare per leggere altre buone ricette per i budini ai vari gusti.


Il budino alle mele con marmellata




Per il Budino alle arance per 4 persone avremo bisogno di questi ingredienti e dosi:

4 arance belle e gustose;

un litro di latte;

100 grammi di semolino;

8 cucchiai grandi di zucchero;

2 uova intere;

un bicchierino di liquore del tipo brandy;

6 o magari meglio qualcuna in più di mandorle già pulite e poi tritate.



Descrizione della ricetta per preparare il budino alle arance.

Iniziamo subito col sbucciare e affettare due delle quattro arance mettendole dopo a macerare in una terrina piena del liquore di brandy messo insieme a 3 cucchiai di zucchero.

Intanto sul fuoco facciamo bollire il litro di latte assieme al rimanente zucchero. Quindi dobbiamo aggiungere lentamente usando il cosiddetto metodo a pioggia il semolino. Ora lasciate cuocere questi ingredienti per circa 10 minuti ricordandovi di mescolare di continuo con un cucchiaio di legno.

A fine cottura togliete il recipiente dal fuoco e incorporate a questo composto il succo che avrete ricavato dalle altre due arance, un poco di scorza di arancia ben grattugiata e la manciata di mandorle tritate finemente. Unite adesso anche due tuorli delle uova oltre che i loro albumi dopo che li avrete montato a neve. Infine versate il composto ottenuto in uno stampo adatto che è stato precedentemente bagnato con dell'acqua fredda e poi ponetelo per 10 minuti circa nel vostro freezer.

Prima di servire il budino alle arance ai vostri ospiti sformatelo, cioè toglietelo dallo stampo facendo attenzione e poi adagiatelo su un piatto da portata adatto. Per finire coprite il budino con le belle fette di arance tenute da parte che stavano macerando nel liquore e irroratelo di sopra con lo stesso brandy.

Servite il budino alle arance agli ospiti e spero che ne godrete anche Voi perché è davvero buono.