La
persistenza della memoria è il titolo di uno dei più celebri
dipinti che l'artista spagnolo Salvador Dalì ha realizzato durante
la sua stravagante ed eccentrica vita dedicata soprattutto alla sua
più grande passione, l'arte. Salvador Dalì è conosciuto dagli
esperti dell'arte anche per essere stato uno dei più importanti
esponenti di quel Movimento culturale nato nei primi decenni del
Novecento che venne chiamato Movimento Surrealista o Surrealismo.
Qui sotto vediamo una immagine dell'opera di Dalì
intitolata La persistenza della memoria realizzata nel 1931.
Salvador Dalì opera La persistenza della memoria |
Come
già detto quest'opera è stata realizzata dal Dalì intorno all'anno
1931. Per realizzarla sembra che l'artista ci abbia messo molto poco
tempo. Addirittura si parla che Salvador Dalì fini la sua opera più
importante in appena 2 ore e mezzo circa. L'artista utilizzò come
tecnica quella dei colori ad olio stesi su di una piccola tela con
delle dimensioni di circa 24 per 33 centimetri. Nel Gennaio del 1932
quest'opera venne esposta nella Galleria Julien Levy a New York per
una Mostra retrospettiva dedicata agli artisti Surrealisti. Dopo il
grande successo avuto in quella Mostra, La persistenza della memoria
venne acquistata dal MOMA, il Museum of Modern Art sempre nella città
di New York dove possiamo ammirarla anche oggi.
Salvador Dalì La persistenza della memoria particolare dell'opera |
Una
breve descrizione dell'opera La persistenza della memoria di Salvador
Dalì.
Guardando
con un po' di attenzione il dipinto di Salvador Dalì La persistenza
della memoria possiamo da subito notare che vi sono alcuni oggetti
che sembrano essere i veri protagonisti della scena. Sono molto
importanti perché si legano sicuramente con il tema o il concetto
che il Dalì voleva trasmettere a tutti noi. Questi oggetti che
sembrano raffigurare una serie di orologi abbastanza strani li
vediamo dipinti in primo piano tra la parte sinistra ed il centro
della tela. Sappiamo che gli orologi vennero inseriti solo dopo nel
quadro. Infatti Dalì aveva già dipinto la scena del paesaggio di
Port Lligat ma poi non sapeva come continuare. Diciamo che gli
mancava ancora molto in quell'opera, una vera idea da genio
surrealista realizzata appunto da un artista come lui. Idea che venne
dopo e che Dalì stesso ci descrive che abbia avuto durante una cena
(come leggiamo sotto). Continuando, di questi oggetti riconosciamo
anche il tipo di orologio. Sono di quelli che non si vedono più oggi
tranne che dai collezionisti. Fanno parte del passato e magari si
usavano anche all'epoca in cui viveva Salvador Dalì. Sono degli
orologi da taschino o come qualcuno li chiamava del tipo a “cipolla”
e sembrano indicare una certa ora. Questi orologi nel dipinto sono
appoggiati tutti su un qualcosa. Questa può essere una base a forma
di parallelepipedo o su di un ramo di albero piantato in questa base,
o ancora su di un altra forma molto strana. Quest'ultima forma sembra
essere un bianco viso umano dove riconosciamo il naso e la grande
palpebra chiusa. Uno degli orologi ha appoggiata su di esso un mosca,
della quale l'ombra sembra segnare le ore 12. Un altro orologio è
stato dipinto dal Dalì come se fosse chiuso. Questo è pieno di
tante formiche che sembrano disegnare un piccolo motivo decorativo.
Quello che però balza subito ai nostri occhi è l'aspetto di questi
strani orologi. Infatti quasi tutti sembrano molto molli, sembrano
flosci come se addirittura si stanno sciogliendo come succede ad una
caramella al sole. E tutto questo avviene in un dipinto in cui
Salvador Dalì inserisce come sfondo uno strano paesaggio surreale
che viene ripreso dall'alto. Questo paesaggio abbiamo detto dovrebbe
raffigurare una zona precisa della località di Port Lligat. Si nota
sempre nell'opera del Dalì anche un vecchio tronco d'albero con un
ramo piantato su una specie di piedistallo o di base, e sulla destra
vediamo delle alture che finiscono sull'acqua.
Notiamo
come Dalì usa i vari colori in quest'opera. Questi sono sia dei
colori caldi che quelli freddi oltre che alcuni toni scuri,
utilizzati per evidenziare le ombre molto profonde che la luce che
viene frontalmente genera. La composizione è del tipo asimmetrica.
Cioè vediamo come tutti gli elementi del quadro sono volutamente
distribuiti in maniera disordinata e disorganizzata all'interno di
uno spazio aperto.
L'artista
Salvador Dalì in questa sua importante opera sembra che voglia
comunicarci tutto il suo rifiuto che ha a proposito del concetto sul
tempo. Questo perché in molti allora credevano che il tempo era
sempre lo stesso per tutti, sempre così preciso, così rigido e
deterministico. Quindi gli orologi per Dalì che simboleggiano il
tempo, con il proprio afflosciarsi, liquefarsi rappresentano proprio
questo suo rifiuto, insieme ad altri elementi come per esempio un
altro orologio che viene invece divorato da degli insetti. L'idea sul
tempo può essere nata a Dalì anche dallo studio e la lettura della
celebre Teoria della relatività di Albert Einstein, il quale
affermava che tutto è relativo anche il tempo che può aumentare o
diminuire in base alla velocità. La leggenda ci narra che gli
orologi flosci del quadro così che sembrano sciogliersi, vennero in
mente al Dalì un giorno quando durante una cena vide un pezzo di
formaggio, precisamente era una fetta di Camembert molto forte sulla
tavola che stava iniziando a sciogliersi per il forte calore che vi
era. L'artista notò come col tempo il formaggio ebbe dei
cambiamenti, variando man mano sia la forma che la sua consistenza.
Nelle
loro opere infatti gli artisti del Surrealismo e con questi anche
Salvador Dalì, cercano di esprimere l'idea di cancellare tutto
quello che si basa su delle regole fisse, precise e che condizionano
la vita di ognuno. Come può essere per esempio il tempo con il suo
concetto e il suo scandire instancabile dei minuti, delle ore,
sempre nello stesso modo.
Nella
persistenza della memoria di Dalì gli elementi come gli orologi
flosci rappresentano il tempo della nostra memoria, la quale a
differenza delle ferree e precise regole dell'altro “tempo” è
indefinita, quasi elastica. Infatti per esempio quante volte ci
accade che la nostra memoria umana riesce a farci ricordare magari
con precisione un qualcosa che è avvenuto venti o trenta anni prima.
E poi magari la nostra stessa memoria non riesce a farci ricordare
cosa abbiamo mangiato a pranzo il giorno prima. Nel dipinto di Dalì
quindi, da artista surrealista e da perfetto personaggio
controcorrente ed eccentrico che è, l'idea è proprio questa cioè
di mettere in crisi le varie conoscenze e le certezze che si avevano
sino a quel momento. Qui il tempo, quello che conosciamo noi ossia
quello meccanico, quello misurato con gli orologi viene messo in
crisi, viene quasi diffamato dallo scorrere della memoria umana.
Ammirando
questo stupendo capolavoro di Salvador Dalì riflettiamo un poco,
così tanto per gioco. Per esempio quante volte ci è capitato di
pensare o di dire questa frase ai nostri amici: “ci stavamo
divertendo tanto e il tempo sembra essere volato”. O magari al
contrario mi annoio tanto, sono tanto infelice perché il tempo
sembra non passare mai.
Tutto
questo cosa significa? Forse che il tempo è davvero qualcosa di
personale e che magari ognuno di noi lo può sentire o percepire in
modo tanto diverso? Mi piacerebbe leggere anche i vostri commenti su quest'opera di Dalì o magari sul tempo scandito.
Un
saluto.
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