domenica 24 maggio 2020

La persistenza della memoria la celebre opera di Salvador Dalì



La persistenza della memoria è il titolo di uno dei più celebri dipinti che l'artista spagnolo Salvador Dalì ha realizzato durante la sua stravagante ed eccentrica vita dedicata soprattutto alla sua più grande passione, l'arte. Salvador Dalì è conosciuto dagli esperti dell'arte anche per essere stato uno dei più importanti esponenti di quel Movimento culturale nato nei primi decenni del Novecento che venne chiamato Movimento Surrealista o Surrealismo. Qui sotto vediamo una immagine dell'opera di Dalì intitolata La persistenza della memoria realizzata nel 1931.


Salvador Dalì opera La persistenza della memoria


Come già detto quest'opera è stata realizzata dal Dalì intorno all'anno 1931. Per realizzarla sembra che l'artista ci abbia messo molto poco tempo. Addirittura si parla che Salvador Dalì fini la sua opera più importante in appena 2 ore e mezzo circa. L'artista utilizzò come tecnica quella dei colori ad olio stesi su di una piccola tela con delle dimensioni di circa 24 per 33 centimetri. Nel Gennaio del 1932 quest'opera venne esposta nella Galleria Julien Levy a New York per una Mostra retrospettiva dedicata agli artisti Surrealisti. Dopo il grande successo avuto in quella Mostra, La persistenza della memoria venne acquistata dal MOMA, il Museum of Modern Art sempre nella città di New York dove possiamo ammirarla anche oggi.

Salvador Dalì La persistenza della memoria particolare dell'opera


Una breve descrizione dell'opera La persistenza della memoria di Salvador Dalì.
Guardando con un po' di attenzione il dipinto di Salvador Dalì La persistenza della memoria possiamo da subito notare che vi sono alcuni oggetti che sembrano essere i veri protagonisti della scena. Sono molto importanti perché si legano sicuramente con il tema o il concetto che il Dalì voleva trasmettere a tutti noi. Questi oggetti che sembrano raffigurare una serie di orologi abbastanza strani li vediamo dipinti in primo piano tra la parte sinistra ed il centro della tela. Sappiamo che gli orologi vennero inseriti solo dopo nel quadro. Infatti Dalì aveva già dipinto la scena del paesaggio di Port Lligat ma poi non sapeva come continuare. Diciamo che gli mancava ancora molto in quell'opera, una vera idea da genio surrealista realizzata appunto da un artista come lui. Idea che venne dopo e che Dalì stesso ci descrive che abbia avuto durante una cena (come leggiamo sotto). Continuando, di questi oggetti riconosciamo anche il tipo di orologio. Sono di quelli che non si vedono più oggi tranne che dai collezionisti. Fanno parte del passato e magari si usavano anche all'epoca in cui viveva Salvador Dalì. Sono degli orologi da taschino o come qualcuno li chiamava del tipo a “cipolla” e sembrano indicare una certa ora. Questi orologi nel dipinto sono appoggiati tutti su un qualcosa. Questa può essere una base a forma di parallelepipedo o su di un ramo di albero piantato in questa base, o ancora su di un altra forma molto strana. Quest'ultima forma sembra essere un bianco viso umano dove riconosciamo il naso e la grande palpebra chiusa. Uno degli orologi ha appoggiata su di esso un mosca, della quale l'ombra sembra segnare le ore 12. Un altro orologio è stato dipinto dal Dalì come se fosse chiuso. Questo è pieno di tante formiche che sembrano disegnare un piccolo motivo decorativo. Quello che però balza subito ai nostri occhi è l'aspetto di questi strani orologi. Infatti quasi tutti sembrano molto molli, sembrano flosci come se addirittura si stanno sciogliendo come succede ad una caramella al sole. E tutto questo avviene in un dipinto in cui Salvador Dalì inserisce come sfondo uno strano paesaggio surreale che viene ripreso dall'alto. Questo paesaggio abbiamo detto dovrebbe raffigurare una zona precisa della località di Port Lligat. Si nota sempre nell'opera del Dalì anche un vecchio tronco d'albero con un ramo piantato su una specie di piedistallo o di base, e sulla destra vediamo delle alture che finiscono sull'acqua.
Notiamo come Dalì usa i vari colori in quest'opera. Questi sono sia dei colori caldi che quelli freddi oltre che alcuni toni scuri, utilizzati per evidenziare le ombre molto profonde che la luce che viene frontalmente genera. La composizione è del tipo asimmetrica. Cioè vediamo come tutti gli elementi del quadro sono volutamente distribuiti in maniera disordinata e disorganizzata all'interno di uno spazio aperto.
Qualche spunto e riflessione sull'opera La persistenza della memoria di Salvador Dalì.

L'artista Salvador Dalì in questa sua importante opera sembra che voglia comunicarci tutto il suo rifiuto che ha a proposito del concetto sul tempo. Questo perché in molti allora credevano che il tempo era sempre lo stesso per tutti, sempre così preciso, così rigido e deterministico. Quindi gli orologi per Dalì che simboleggiano il tempo, con il proprio afflosciarsi, liquefarsi rappresentano proprio questo suo rifiuto, insieme ad altri elementi come per esempio un altro orologio che viene invece divorato da degli insetti. L'idea sul tempo può essere nata a Dalì anche dallo studio e la lettura della celebre Teoria della relatività di Albert Einstein, il quale affermava che tutto è relativo anche il tempo che può aumentare o diminuire in base alla velocità. La leggenda ci narra che gli orologi flosci del quadro così che sembrano sciogliersi, vennero in mente al Dalì un giorno quando durante una cena vide un pezzo di formaggio, precisamente era una fetta di Camembert molto forte sulla tavola che stava iniziando a sciogliersi per il forte calore che vi era. L'artista notò come col tempo il formaggio ebbe dei cambiamenti, variando man mano sia la forma che la sua consistenza.
Nelle loro opere infatti gli artisti del Surrealismo e con questi anche Salvador Dalì, cercano di esprimere l'idea di cancellare tutto quello che si basa su delle regole fisse, precise e che condizionano la vita di ognuno. Come può essere per esempio il tempo con il suo concetto e il suo scandire instancabile dei minuti, delle ore, sempre nello stesso modo.
Nella persistenza della memoria di Dalì gli elementi come gli orologi flosci rappresentano il tempo della nostra memoria, la quale a differenza delle ferree e precise regole dell'altro “tempo” è indefinita, quasi elastica. Infatti per esempio quante volte ci accade che la nostra memoria umana riesce a farci ricordare magari con precisione un qualcosa che è avvenuto venti o trenta anni prima. E poi magari la nostra stessa memoria non riesce a farci ricordare cosa abbiamo mangiato a pranzo il giorno prima. Nel dipinto di Dalì quindi, da artista surrealista e da perfetto personaggio controcorrente ed eccentrico che è, l'idea è proprio questa cioè di mettere in crisi le varie conoscenze e le certezze che si avevano sino a quel momento. Qui il tempo, quello che conosciamo noi ossia quello meccanico, quello misurato con gli orologi viene messo in crisi, viene quasi diffamato dallo scorrere della memoria umana.
Ammirando questo stupendo capolavoro di Salvador Dalì riflettiamo un poco, così tanto per gioco. Per esempio quante volte ci è capitato di pensare o di dire questa frase ai nostri amici: “ci stavamo divertendo tanto e il tempo sembra essere volato”. O magari al contrario mi annoio tanto, sono tanto infelice perché il tempo sembra non passare mai.
Tutto questo cosa significa? Forse che il tempo è davvero qualcosa di personale e che magari ognuno di noi lo può sentire o percepire in modo tanto diverso? Mi piacerebbe leggere anche i vostri commenti su quest'opera di Dalì o magari sul tempo scandito.
Un saluto.

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