lunedì 27 aprile 2020

Antonio Canova eccelso scultore italiano

Antonio Canova il grande artista italiano.

I primi anni e la giovinezza di Antonio Canova.
Il grande artista Antonio Canova nacque nel piccolo paesino di Possagno nella provincia di Treviso il 1 Novembre del 1757, morì a Venezia il 13 Ottobre del 1822 all'età di circa 65 anni. Qui sotto vediamo un autoritratto del Canova, cliccate sulle immagini per ingrandirle.

Antonio Canova artista italiano


Sin da piccolo Antonio Canova rimase affascinato dall’arte e soprattutto dalla scultura forse anche vedendo il lavoro che faceva il padre ovvero lo scalpellino e intagliatore di pietre. Padre che purtroppo morì molto presto lasciandolo quindi orfano quando ancora Antonio era piccolo. Per questo motivo la madre Angela Zardo risposandosi lo volle affidare alle cure dei propri Nonni. Anche il nonno di Antonio che si chiamava Pasino era come il padre un grande lavoratore e faceva lo scalpellino. Ma in più era anche un discreto scultore di fama locale. Pasino Canova spesso portava con se quando realizzava i suoi lavori artistici il nipotino Antonio facendogli così crescere una bella passione per la scultura. Il nonno spesso faceva dei lavoretti nella grande villa del Senatore veneziano Giovanni Falier e fu proprio il Falier che in qualche modo divenne il primo Mecenate del piccolo Canova, intuendo anche l'immenso talento che aveva l'Antonio o il Tonin come veniva chiamato simpaticamente dai suoi conoscenti e dagli amici nel dialetto veneziano.
Alcune testimonianze ci parlano per esempio di un famoso episodio successo ad Antonio. Infatti il piccolo Canova durante una cena con tante personalità importanti si mise velocemente a scolpire su un panetto di burro, riuscendo già con maestria e abilità a raffigurare un leone dalle forme perfette. Il padrone di casa, che era il Senatore Falier rimase talmente meravigliato e intuendo il grande talento del piccolo artista si interessò personalmente dello studio e della formazione nel campo dell'arte.

Antonio Canova Amore e Psiche


Quando aveva soltanto 11 anni Antonio fu mandato a lavorare e a conoscere le basi e le tecniche presso lo studio di scultura dell’artista Giuseppe Bernardi, detto il Torretto, il quale aveva una bottega a Pagnano d’Asolo vicino a Possagno. Tramite questi maestri “Torretti” Antonio conobbe il mondo artistico veneziano con le influenze del Rococò ma anche i suoi fermenti artistici e tutte le novità che in quel tempo iniziavano a nascere. A Venezia ebbe poi modo di frequentare anche la Scuola di nudo dell’Accademia locale dove imparò e approfondì lo studio del disegno che per il suo futuro lavoro di scultore sarà sempre molto importante. Canova andava spesso anche ad ammirare i calchi di gesso presso la Galleria dell’artista Filippo Farsetti, osservando con attenzione e facendone sempre grande tesoro.
Ma con il suo carattere curioso, sempre alla ricerca di nuovi stimoli lo portarono ad aprire una sua personale bottega d’arte nell’anno 1775 quando era appena diciottenne. Qui iniziò pian piano a farsi conoscere sempre di più come artista prima a Venezia, poi nel resto del Veneto e quindi via via in tutta l’Europa. Iniziando a innamorarsi e a ispirarsi alle regole e alla bellezza dell’Arte classica, quella dell’antica Grecia e per intenderci dei Grandi Maestri come Fidia, Policleto, Prassitele e tanti altri artisti.
Alla fine del 1779 il Canova si trasferì presso la città di Roma dove continuò a lavorare e a conoscere molti artisti Neoclassici che rafforzarono le sue idee sul Neoclassicismo portandolo ormai come era giusto ad un grande successo come Maestro nella scultura che venne riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Antonio Canova part di Amore e Psiche

Antonio Canova e le influenze dell’Arte dell'antica Greca e di Roma.
Antonio Canova ebbe il grande merito artistico più di qualsiasi altro scultore di far rivivere nelle sue opere l’antica bellezza delle statue greche ma soprattutto la grazia non più intesa come epidermica sensualità Rococò ma come una qualità che solo attraverso il controllo della ragione può trasformare gli aspetti leggiadri e sottilmente sensuali in un’idealità che solo l’artista può rappresentare evitando le violente passioni e i gesti esasperati.
Abbiamo detto che Antonio Canova nella seconda metà del XVIII secolo viveva nella città di Roma e faceva parte di un folto gruppo di artisti progressisti che si erano trasferiti nella città per toccare con mano e farsi influenzare dall'arte classica. Era anche il periodo del Grand Tour artistico di cui Roma era una meta obbligata per vedere le bellezze culturali e artistiche dell'Europa. Tra i vari artisti del gruppo di Antonio Canova spiccavano anche oltre a lui gli architetti Robert, James Adam, i pittori Jacques Louis David e Joshua Reynolds e gli scultori John Flaxman e Bertel Thorvaldsen. A Roma il Canova nel 1782 scolpì l'opera intitolata Teseo sul Minotauro. In quest'opera che vediamo nell'immagine sotto il Canova volle farla a grandezza naturale. la scelta dell'artista è quella di rappresentare il mitico re di Atene, Teseo in un momento di quiete e subito dopo l'azione della grande battaglia in cui il re stesso uccise il mostro conosciuto come il Minotauro. Nell'opera vediamo come il Canova rende il corpo di Teseo in modo idealizzato e non naturalistico, enfatizzando le caratteristiche principali. Anche se il Canova era affascinato e ispirato dalle opere classiche mitologiche, non si limito mai a imitare le sculture antiche ma cercò nelle sue opere di reinterpretare il passato classico per adeguarlo alle problematiche ed alle tematiche del suo tempo.


Antonio Canova Le tre Grazie


Sopra potete vedere sia un particolare che l'opera completa intitolata Amore e Psiche. Vediamo come il Canova con il suo grande genio riesce quasi ad incorniciare e a fermare il tempo portando lo sguardo dello spettatore verso il punto più importante dell’opera. Le braccia di Psiche diventano infatti una sorta di “cornice” al momento magico ricco di tensione sensuale che è l’attimo prima del bacio. Bello e straordinario davvero questo capolavoro del Canova.

Antonio Canova nella sua arte aveva studiato come ricalcare le tecniche degli antichi scultori greci. Partendo dal disegno o schizzo che è il primo importante passo di un lavoro artistico, per poi passare al bozzetto realizzato in terracotta o cruda, o magari in cera materializzando così e subito la forma reale dell’opera finale. L’idea che il genio artistico suggeriva alla sua mente iniziava così a divenire qualcosa di reale, di vero e di visibile per gli occhi dell'artista.
La seconda fase era quella dedicata alla statua in argilla sopra la quale veniva colato il gesso. Su questo modello venivano fissati i chiodini (repère) che attraverso l’utilizzo di uno speciale compasso chiamato pantografo, servivano a trasferire nel marmo le esatte proporzioni dell’opera in gesso. Il Canova poteva vedere in questo modo la forma, le varie dimensioni e le proporzioni della statua e capire gli eventuali errori da correggere in seguito.
Alcune di queste opere in gesso complete di repère sono oggi pezzi unici al mondo e considerati loro stessi grandi capolavori perché non esistono più gli originali in marmo andati perduti o distrutti. Tra gli altri vi era il monumento a George Washington distrutto in un incendio negli Stati Uniti, i busti di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte, i Regnanti di Napoli.

Una grande influenza ebbero su di lui i temi e le letture dei classici della mitologia greca che era solito farsi leggere mentre lavorava, più di tutte le opere di Omero. Canova era anche un grande lavoratore capace di restare all’opera anche 12-14 ore al giorno senza sosta alcuna. Questi particolari sono confermati dalle lettere spedite al suo amico Melchior Cesarotti.

Antonio Canova Teseo sul Minotauro


L’artista ogni volta cercava di raggiungere la perfezione nelle sue opere. Io mi associo a tutte quelle persone, quegli esperti e gli storici di arte che affermano che in alcune sue opere di scultura, il Canova ha davvero raggiunto la perfezione dell’arte. Per molti di questi esperti di arte Antonio Canova fu soprannominato giustamente come il nuovo Fidia per la sua arte Neoclassica e per le sue Statue che avevano spesso soggetti mitologici. Fidia è stato uno dei più importanti artisti dell’Arte Classica della Grecia antica, nel periodo intorno alla seconda metà del V Secolo a.C.
Come non rimanere assolutamente sbalorditi e quasi storditi davanti a opere come Amore e Psiche (1788-1793), Le tre Grazie (1813-1816) e tanti altri stupendi capolavori che sono come degli “Ambasciatori” della bellezza ideale e sensuale oltre che della migliore Arte Italiana che come sappiamo tutti noi è una delle più importanti e belle della storia, grazie al nostro Patrimonio artistico ammirato nel mondo. Dobbiamo sentirci sempre più orgogliosi dei Nostri grandi Maestri e degli Artisti Italiani sia del passato che moderni e per questo dobbiamo anche farci sentire a gran voce per proteggere tutta la Cultura e l’Arte Italiana che di questi tempi purtroppo non “naviga” in buone acque.

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