giovedì 23 aprile 2020

Masaccio pittore fiorentino del Quattrocento

Masaccio il grande pittore vissuto nei primi decenni del Quattrocento.

Così scriveva nel Cinquecento lo storico e biografo degli artisti, Giorgio Vasari per presentare il pittore Masaccio.

Masaccio Il Cristo crocifisso


«Fu persona astrattissima e molto a caso, come quello che avendo fisso tutto l'animo e la volontà alle cose dell'arte sola, si curava poco di sé e manco d'altrui. E perché non volle pensar già mai in maniera alcuna alle cure o cose del mondo e non che altro al vestire stesso, non costumando riscuotere i danari dai suoi debitori se non quando era in bisogno estremo. Per Tommaso che era il suo nome fu da tutti detto Masaccio. Non già perché è fusse vizioso, essendo egli la bontà naturale ma per la tanta straccutaggine.»
Sopra in alto vediamo un particolare di una delle celebri opere del Masaccio. Si tratta del particolare col Cristo crocifisso realizzata intorno al 1426 e che si trova a Capodimonte (Napoli) dove si può vedere una nuova costruzione delle pose delle figure con quell'importante e drammatico gesto delle braccia della Maddalena che rende perfettamente il dramma provato e che ci fa pensare per un momento ad alcuni particolari gesti ammirati nella pittura di Giotto.
Masaccio è il soprannome che venne dato a Tommaso, primogenito di Ser Giovanni di Mone Cassai. Non è certa la sua data di nascita, quasi sicuramente alla fine del 1401 mentre la precoce e misteriosa morte risale al 1428 cioè quando aveva appena 27 anni. In questo breve tempo l'artista riuscì ad entrare con la sua arte e le sue innovazioni tra i più grandi artisti della storia. Per quanto riguarda la storia dell'arte di questo importante artista toscano vengono considerati come un punto di partenza per la nuova pittura rinascimentale, gli Affreschi che realizzò sulle pareti della Chiesa di Santa Maria del Carmine tra il 1427 e il 1428. In queste bellissime opere pittoriche si possono intravedere anche le influenze e ciò che imparò andando a vedere le opere di Giotto, l'artista che sul finire del Trecento iniziò a ricercare qualcosa di nuovo per la pittura italiana dando vita a bellissimi capolavori e affreschi che oggi tutti ammirano.

Masaccio La Trinità


Masaccio come abbiamo letto su in alto dal Vasari era una persona molto astratta e chiusa in se che non si curava di se e neanche delle persone che gli stavano accanto. Tutta la sua passione e i suoi pensieri erano rivolti verso l'arte e soprattutto verso la pittura, della quale fin da giovanissimo si dedica con passione e con grande gioia. Insieme a due suoi grandi amici che erano anche più grandi di lui entrerà nella storia dell'arte ognuno nel proprio campo artistico.


Infatti Masaccio getta le prime fondamentali basi per il rinnovamento culturale nel Secolo Quattrocento divenendo una sorta di celebre terzetto che anticiperà le nuove idee dell'arte fiorentina. I due celebri amici di Masaccio di cui sopra sono l'architetto Filippo Brunelleschi e lo scultore Donatello. Il primo studiando e osservando alcune antiche rovine architettoniche scopre e rielabora la bellezza e i canoni di proporzione degli elementi di costruzione e delle architetture mentre Donatello partendo dallo studio dell'arte classica antica rivede e realizza la sua nuova scultura in modo monumentale, eroico, animata da una forza espressiva e da un grande dinamismo. Nello stesso modo dei primi due artisti citati sopra Masaccio applica dopo studi e varie ricerche alcuni nuovi principi alla sua pittura, distaccandosi nettamente da quella del recente passato e dando voce ad un vero e proprio rinnovamento. Nelle sue nuove opere il pittore cercherà di rielaborare e unire con il suo talento artistico la sintesi dei volumi vista nelle opere del Giotto, la costruzione prospettica del Brunelleschi architetto e tutta la forza della plasticità delle bellissime e quasi animate statue del Donatello. Nasce in questo modo attraverso grandi passioni, il lavoro e soprattutto le idee innovative di alcuni artisti la nuova arte fiorentina che contemporaneamente a quella che sta nascendo e sviluppando nelle lontane e fredde Fiandre grazie ad artisti come Jan Van Eyck con i suoi colori ad olio ed il suo realismo verrà conosciuta dagli storici come l'inizio del Rinascimento.
Masaccio imparerà molto e sarà influenzato da alcuni artisti vissuti nel suo tempo. Uno di questi che fu anche il suo primo maestro è Masolino da Panicale, soprannome dato a Tommaso di Cristofaro Fini con il quale Masaccio lavorò e collaborò in alcune importanti opere. Tra i bellissimi capolavori anche se pur eseguiti nella sua breve carriera artistica di questo grande maestro del Quattrocento citiamo sicuramente l'affresco della Trinità di cui vediamo un immagine sopra. Quest'opera eseguita tra il 1426 e il 1428 nella stupenda Chiesa di Santa Maria Novella di Firenze può essere definita come il punto finale della sua grande arte. Uno dei capolavori più importanti e riconoscibili della storia del Rinascimento. In questa opera si intravede l'influenza dell'architettura del Brunelleschi con questa (per la prima volta) illusione prospettica della Cappella dipinta con la sua maestosa volta a Botte che rendeva un grande realismo.

Masaccio Adorazione dei Magi

Altra opera importante di Masaccio che vogliamo citare perché documentata e datata con precisione è L'Adorazione dei Magi eseguita nel 1426. Quest'opera che vediamo qui sopra faceva parte di un polittico composto da più parti realizzato in origine per la Chiesa del Carmine di Pisa e che poi è stato diviso e le parti vendute separatamente. Ora questo pannello insieme ad un altro si trova presso i Musei di Stato della città di Berlino. È una tempera su tavola di dimensioni di circa 321 per 61 centimetri.

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