domenica 12 febbraio 2012

La scultura nel Cinquecento tra arte e idee rivoluzionarie di grandi artisti


La scultura e gli artisti più celebri durante il secolo Cinquecento.
In questo articolo cercheremo di descrivere brevemente e in modo molto semplice chi erano i grandi artisti che nel secolo Cinquecento hanno fatto grande l'arte e soprattutto la scultura, innalzando quest'ultima ad un livello straordinario di bellezza e perfezione che forse non è stato più raggiunto nel tempo, grazie a idee e concetti spesso rivoluzionari.

Alcuni concetti e le idee nella scultura del Cinquecento.
Durante la fase iniziale di questo importante secolo che è stato il Cinquecento alcuni artisti iniziano con grande entusiasmo a ripercorrere la strada dell'arte e della tradizione antica, classica che era già stata intrapresa verso la fine del Quattrocento. Nella scultura si ritornerà ad ammirare la bellezza ideale e il fascino eterno delle opere scultoree dell'arte antica, come quella della civiltà dell'antica Grecia o quella romana per esempio. Molti spunti verranno presi dallo stile e dai vari canoni di queste stupende opere e poi sviluppati o magari rielaborati nuovamente. Gli esperti d'arte e gli storici affermano grazie a delle ricerche e ai documenti ritrovati che questa grande passione e questo entusiasmo per questo stile classico sia dovuto anche al ritrovamento nel Gennaio del 1506 presso la città di Roma, allora già importante punto culturale e sociale di un antico gruppo scultoreo in marmo risalente al periodo Greco-ellenistico, cioè II – I secolo a.C. circa. Questo straordinario capolavoro alto più di 240 centimetri e ritrovato grazie ad alcuni scavi divenne ben presto un importante simbolo e fonte di ricerche e studi artistici per molti giovani scultori all'inizio del Cinquecento che magari iniziavano la carriera in quel periodo. L'opera è conosciuta col nome di Laocoonte e i suoi figli, di cui possiamo ammirare oggi la statua in marmo (copia) presso i Musei Vaticani che troviamo nella nostra capitale (vediamo un immagine dell'opera sotto).






La statua che probabilmente è la copia di un gruppo bronzeo più antico, conosciuta anche come gruppo del Laocoonte è stata realizzata dagli antichi scultori greci Agesandro, Atanoro e Policleto e presenta alcune precise caratteristiche dell'arte classica-ellenica che sono: le forme dei vari personaggi raffigurati sono perfette ma esse non vogliono riprodurre soltanto la semplice realtà, ma raffigurano la bellezza ideale. L'idealizzazione delle forme e della bellezza dell'arte classica significa per un artista raffigurare qualcosa che l'uomo ammira, che sogna come un corpo perfetto in ogni piccolo dettaglio, che non presenta la benché minima imperfezione o difetto sia fisico che “psichico”. Gli scultori classici quindi riproducevano si delle forme e dei corpi presi da modelli reali, ma dando loro le sembianze e le espressioni di ciò che avevano nella loro mente, pensando cioè alla bellezza ideale. Tutto questo come ben sappiamo non esiste nella natura e nella nostra realtà, infatti non troveremo mai un uomo o una donna davvero bellissimi e perfetti in tutto. Altra importante caratteristica è l'armonia e l'equilibrio delle forme e della composizione dell'opera, oltre che la lavorazione del marmo con grande cura e una levigazione artistica della superficie perfetta. Tutte queste caratteristiche per esempio li possiamo ritrovare quando ammiriamo la straordinaria opera di Michelangelo Buonarroti intitolata La Pietà che si trova presso la Basilica di San Pietro in Vaticano (Trovate l'articolo su questa bellissima opera).

La scultura di Michelangelo Buonarroti e la sua idea del non finito.

anche il grandissimo artista e scultore Michelangelo Buonarroti rimase affascinato dall'arte classica antica. Egli stesso fu impressionato favorevolmente dalla grande forza espressiva e fisica del Laocoonte ritrovato negli scavi a Roma, e questa influenza si può notare anche in alcune delle sue opere più celebri. Ma col il passare del tempo si nota che l'armonia e l'equilibrio nelle opere di Michelangelo, lasciano il posto ad un arte e una scultura più impetuosa, drammatica e molto tormentata, dovuta alla maturità artistica e anche al “particolare” carattere che aveva il grande maestro toscano. In alcune sue opere, troviamo riflesso tutto il dramma dell'uomo che vive nel rapporto con la fede e Dio. Dalle bellissime prime sculture dell'artista giovane ed entusiasta, perfettamente curate e levigate e piene di dettagli realistici, passiamo a delle opere quasi incompiute, con forme spesso grezze e tormentate del periodo più maturo. Col tempo, Michelangelo prende la convinzione che uno scultore aveva come compito solo quello di togliere il di più, il superfluo dalla materia prima, quindi dal blocco di marmo. Questo allo scopo di poter “liberare” l'opera e la sua forma dal suo contenitore che la trattiene, perché essa è già presente. Alcune di queste opere di Michelangelo Buonarroti realizzate con questa tecnica conosciuta del “non finito”, diventano un simbolo dell'eterno conflitto tra la forma e la materia, tra anima e corpo e, saranno prese a modello da altri artisti. Nelle opere del Buonarroti di questo periodo del Cinquecento, stiamo parlando degli anni che vanno dl 1530 al 1540, notiamo che vengono realizzati in modo da far risaltare dei sapienti contrasti chiaroscurali. Infatti la luce si riflette sulle parti ben finite e levigate con cura, mentre l'ombra sembra concentrarsi dove il marmo è più grezzo, meno lavorato. Un bellissimo esempio di questo lo possiamo vedere nell'opera intitolata Lo schiavo Atlante realizzata intorno al 1525-1535 (vediamo una immagine a lato), dove lo schiavo Atlante sembra lottare con tutte le forze contro la materia cioè il marmo per cercare di fuggire, di liberarsi da questa sorta di catena o di trappola che lo tiene. Quest'opera ha una potenza espressiva e simbolica straordinaria che fa emozionare davvero chi la osserva. Verso l'ultimo periodo di carriera scultorea di Michelangelo, si arriva al punto che nelle sue opere vediamo che le parti non finite, sono maggiori delle parti finite e lavorate con cura. In queste bellissime opere troviamo che la lotta tra anima e corpo è sempre più intensa e spesso drammatica. Lo scultore privilegia la forza dei sentimenti puri abbandonando ogni rapporto con la realtà visibile. Un esempio grandissimo di questo periodo è sicuramente la celebre Pietà Rondanini del 1552-1564 circa collocata presso il Castello Sforzesco di Milano e di cui vediamo un particolare sopra in alto. In questa opera la superficie del marmo è rimasta grezza, molto erosa. I due corpi che raffigurano La Vergine Maria ed il Figlio Gesù morto sembrano precipitare verso il basso legati in una unione di grande amore e grande sofferenza, che meraviglia. Il grande maestro e scultore in questo periodo sarà un vero punto fermo che influenzerà l'arte e i tanti artisti sia contemporanei e quelli che verranno.

Benvenuto Cellini e la sua grande abilità artistica e tecnica.

Tra i tanti artisti scultori che seguirono durante il Cinquecento la strada del “classico” o che proseguirono sullo stile del maestro Michelangelo Buonarroti, vi fu anche chi come Benvenuto Cellini (1500-1571) volle staccarsi da tutte queste idee e valori, cercando di formulare attraverso i propri studi uno stile originale e una tecnica nuova. Il Cellini è stato oltre che un grande artista scultore, uno dei massimi orafi di quel secolo, celebrato ovunque per i suoi lavori con materiale prezioso da molti personaggi potenti e grandi mecenati. Come non pensare per esempio subito alla sua famosissima saliera che è un piccolo ma straordinario capolavoro di abilità scultorea e orafa divenuta un simbolo, anche grazie alle cronache nere dovute ad un recente furto e poi fortunatamente restituita. Per quanto riguarda l'abilità scultorea di Benvenuto Cellini, potremmo dare uno sguardo alla famosa statua del Perseo, realizzata all'incirca tra il 1545 e il 1554 (vediamo una immagine a lato). Qui possiamo notare la grande cura nei più piccoli dettagli e, come è espresso il movimento del corpo che ha una posa quasi aggraziata, oltre la ricca decorazione del basamento che la sorregge. notiamo anche che la monumentalità classica e la virilità è quasi scomparsa, lasciando il posto ai particolari e i dettagli dell'abile artista.

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