Il
Vedutismo o l'arte delle vedute veneziane che faceva tendenza
tra i nobili.
Nel
corso del Settecento una delle Scuole pittoriche che ebbe un ruolo
molto importante non solo in Italia ma anche nel resto d'Europa fu
quella veneziana ad opera di alcuni grandi maestri come per esempio Giambattista
Tiepolo un artista che presentava nelle sue opere un suo stile molto decorativo e dei colori luminosi.
Infatti questa bellissima città che è Venezia con i suoi canali e i suoi stupendi paesaggi mozzafiato iniziava in quel periodo a essere considerata come lo è anche oggi una delle più belle città del mondo. Questo sviluppo positivo avvenne durante gli anni del secolo Settecento grazie a un aumento del turismo dedicato soprattutto all'arte e facendone di Venezia una delle città più importanti e una delle mete preferite per tutti gli amanti di questo meraviglioso mondo oltre che fonte di grande ispirazione per tanti artisti e per la pittura. In questo periodo nella città veneziana si sviluppa anche un genere tipico dello stile Rococò
a cui venne dato il nome di “Vedutismo” per via dei temi principali usati nelle nuove opere che venivano eseguiti da
questi artisti. Con il Vedutismo per la prima volta un paesaggio o gli elementi della natura diventano
i veri protagonisti dell'opera pittorica mentre la
presenza dell’uomo che sino a quel momento era sempre stato usato come il
soggetto principale in ogni scena artistica diventa per gli artisti che si ispiravano a questo genere, chiamati "vedutisti" un soggetto
diciamo soltanto di contorno, marginale.
Come già accennato questo suggestivo e particolare stile che è il vedutismo si sviluppa soprattutto
nella bellissima città di Venezia perché nel Settecento è una
delle città italiane che hanno una affluenza di turisti molti dei quali
stranieri superiore a tutte le altre. Si diffonde proprio in quel periodo la
moda del cosiddetto Grand Tour cioè il Grande giro, dei viaggi organizzati per le più belle città d'Europa tra cui ne faceva parte anche Venezia. Questo Grand Tour infatti era una sorta di viaggio di formazione per i tanti nobili e le persone molto ricche che se lo potevano permettere i quali prendono l’abitudine di
acquistare nelle varie città del Tour delle opere e dei dipinti che raffigurano soprattutto dei paesaggi, dei luoghi che loro hanno visitato per
poterli mostrare a chi non era potuto andare magari con un poco di orgoglio. Come per noi oggi quando prendiamo dei depliant illustrati, delle cartoline o facciamo delle
bellissime fotografie nei posti che visitiamo per poi portarli a casa
ritornando dai nostri favolosi viaggi.
Questa nuova moda dei ricchi di viaggiare per le città d'arte favorì nella città di Venezia alcuni artisti tra cui i due più famosi e
celebri sono
sicuramente il Canaletto (1697-1768) e Francesco Guardi
(1712-1793).
Le
straordinarie “vedute” nei dipinti dell'artista veneziano conosciuto col nomignolo di Canaletto sono le più
fedeli possibili alla realtà. Gli esperti di storia sono grati anche a questi bellissimi capolavori della pittura realizzati dal Canaletto o da Guardi che oggi ammiriamo in alcuni importanti Musei, perché sembrano delle autentiche fotografie del passato con tutti i dettagli, i particolari che ci fanno intuire e capire meglio come era fatto il paesaggio reale di Venezia o ancora quali erano gli usi e i costumi dei veneziani durante il Settecento.
Per raggiungere il suo scopo di rappresentare fedelmente la realtà che vedeva l’artista si utilizzava spesso la “camera ottica”. Questa era uno strumento che grazie a un particolare sistema di lenti e di specchi proietta su un foglio l’immagine ridotta di ciò che si vuole poi
ritrarre. Con questo strumento il Canaletto riprendeva una serie di
scene dal vero, poi nel suo studio le ricomponeva come fosse una specie di
fotomontaggio. Ma la realtà così attentamente osservata veniva poi modificava nella fase di ricostruzione seguendo l'ispirazione
dell’artista che aveva in quel momento. Vediamo sopra in alto l'opera del
Canaletto intitolata Regata sul Canal Grande del 1732 circa.
L'altro
grande artista veneziano del Settecento, il pittore Francesco Guardi invece prediligeva le vedute
ispirate più dalla fantasia. Questi opere vengono chiamate “capricci” perché combinano
insieme elementi del paesaggio reale con rovine ed edifici tratti da
luoghi diversi o immaginari. Le vedute di Guardi sembrano così dei quadri
con paesaggi quasi irreali, anche perché le forme non sono nitide e la luminosità è spesso soffusa. I colori spesso in queste opere sono molto tenui e le
figure sono a volte appena abbozzate.
Vediamo
sotto un particolare dell’illustrazione Il Rio dei Mendicanti olio
su tela Bergamo di Francesco Guardi.
La
pittura in genere nel Settecento.
Nella pittura del Settecento oltre al già accennato Vedutismo veneziano troviamo anche altri generi pittorici che si svilupparono e influenzarono nuovi artisti come per esempio quello del ritratto, le nature morte o le scene di vita
quotidiana che rispondono in pieno al desiderio illuministico di
indagare la realtà che ci circonda.
In
particolare i dipinti realizzati con delle scene di vita quotidiana tendono a
documentare i caratteri della società settecentesca, divenendo a
volte dei veri e propri documenti storici che testimoniano il periodo. Per esempio i dipinti
dell’illustratore inglese William Hogarth (1697-1764) hanno come
scopo principale la critica nel sociale. Con uno spirito disincantato questo artista ritrae la vita della società del suo tempo che osserva con attenzione per denunciare poi tutti i vizi e la corruzione morale attraverso le sue
opere.
Vediamo
sotto l'opera intitolata La Taverna del 1735, olio su tela collocata a Londra di William Hogarth.
Le
luci e i colori in un trionfo nell'arte del Settecento.
Nel
XVIII secolo la decorazione parietale degli interni è affidata a
motivi ornamentali realizzati con materiali in legno e stucco. Nelle
sale di rappresentanza però tale funzione è spesso svolta da
grandiosi decorazioni fatte ad affresco come quelle realizzate dall'artista veneziano Giambattista Tiepolo (1696-1770).
Questo
tipo di pittura è spesso molto monumentale, celebrativa e utilizza
soprattutto soggetti storici, mitologici o allegorici. La teatralità
e le composizioni scenografiche sono sottolineate dalla scioltezza
del disegno e dalla luminosità dei colori pastello. Un esempio di
ciò che abbiamo appena detto è l’Olimpo dipinto sul soffitto
dello scalone della Residenza tedesca di Wurzburg. In quest'opera le pose delle
figure sono enfatiche, i gesti dei personaggi molto amplificati e i colori sono davvero
luminosi. La composizione è movimentata ed è una rappresentazione molto teatrale. La nostra attenzione è colpita soprattutto dal festoso
tripudio reso dalle luci e dai colori.
Vediamo
sotto un particolare dell’illustrazione L’Olimpo del 1751-1753, affresco della Residenza di Wurzburg in Germania di Giambattista
Tiepolo.
Il
Rococò francese.
Come
abbiamo già accennato lo stile artistico chiamato Rococò nacque in
Francia dove poi ebbe anche il suo massimo splendore e sviluppo. La
pittura è caratterizzata da colori luminosi e molto delicati, dalla
rapidità di esecuzione, dai gesti e dagli sfondi ispirati al mondo
del teatro.
La
pittura Rococò vuole rappresentare l’ambiente ricco e sfarzoso
della corte e della aristocrazia e quindi di un mondo che ricerca il
piacere, la gioia e gli sfarzi assoluti. La grazia e la gioventù
vengono idealizzate nell’arte pittorica del Rococò. I soggetti
preferiti dagli artisti sono spesso feste, grandi balli, mascherate o
clandestini incontri d’amore.
Per
esempio l'artista Antoine Watteau (1684-1721) nella sua celebre opera
ballo campestre ritrae un mondo ideale popolato solo da
personaggi giovanili, bellissimi, vestiti con eleganza e intenti a
danzare con garbo o a conversare nel verde di uno stupendo parco.
(vediamo
sotto un particolare dell’illustrazione del Ballo campestre olio su
tela 1720 circa Scozia – Antoine Watteau).
La
pittura neoclassica.
Per
gli artisti neoclassici invece il mondo antico è un modello estetico
e morale da imitare. Questi artisti ritengono che i Greci abbiano
raggiunto ciò a cui ogni artista deve ispirare e cioè il bello
ideale con le sue forme perfette e i suoi equilibri.
L’opera
d’arte deve rappresentare il meglio della natura, purificato da
ogni piccola imperfezione. Le figure non devono esprimere intense
passioni o le frivolezze di una vita agiata ma devono comunicare una
serenità e una compostezza anche quando stanno vivendo un dramma.
Per gli artisti neoclassici questo atteggiamento di calma, di serenità
e di severità è infatti un indice di grande nobiltà d’animo. Lo
stile dei dipinti neoclassici è caratterizzato perciò dalla
contenuta drammaticità delle scene, dalla semplice composizione e
dal contorno nitido del disegno. Un
esempio di questi caratteri li possiamo ritrovare nel dipinto
intitolato La morte di Marat del celebre artista Jacques-Louis
David (1748-1825) che fu un fervido sostenitore della
Rivoluzione francese e poi sincero ammiratore di Napoleone. Nella
morte di Marat l’artista neoclassico ripropone un fatto storico
contemporaneo, cioè l’uccisione del rivoluzionario Marat, ma lo
ambienta in un atmosfera fuori del tempo. La figura di Marat nell'opera assume
così un significato universalmente valido, la grandezza morale di un
uomo sempre fedele ai propri ideali politici.
(vediamo
sotto La morte di Marat del 1793 olio su tela Bruxelles di
Jacques-Louis David).
Nel salutarvi vi ricordo che potete trovare altri articoli che parlano sempre in modo molto semplice dell'arte durante il secolo Settecento. Questi sono elencati in alto nella pagina di Arte e storia. Un
saluto
1 commento:
Grazie a voi! Molto interessante. Sono argentina e studio italiano (la più bella lingua!) adesso sono nel corso di Civiltà 3 nell'Associazione Dante Alighieri di Buenos Aires.
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