martedì 6 marzo 2012

L’arte e la luce con la sua straordinaria espressività tra chiaroscuri e volumi


L'arte e l'espressività della luce quando viene usata dagli artisti per realizzare qualunque lavoro che spesso proprio grazie all'uso di essa diventa uno straordinario capolavoro.
Chissà a quanti di voi gli è capitato di rimanere letteralmente storditi nel senso più romantico del termine davanti per esempio a un capolavoro eseguito dal grande artista Caravaggio come vediamo qui a lato in una sua celebre opera La vocazione di San Matteo (vedi tra i capolavori) o ancora scaturito dal genio di Leonardo da Vinci? Quante volte noi semplici appassionati dell'arte ci siamo emozionati davanti ad un opera di scultura di uno dei più grandi maestri come Michelangelo Buonarrotiperché magari siamo riusciti a cogliere un particolare, un messaggio misterioso (criptato) che un celebre artista ha saputo inserire dopo studi e attenti lavori preparatori con grande talento nel suo capolavoro?

Molte delle belle e meravigliose “emozioni” e le sensazioni personali che riceviamo mentre ammiriamo un opera d'arte ci vengono trasmesse anche dall'elemento luce.


La luce è un fattore molto importante per la realizzazione di una qualsiasi opera d’arte. Essa viene studiata attentamente sin dai primi abbozzi dei progetti e addirittura alcuni artisti dopo un attento studio sulle caratteristiche e le proprietà della luce hanno realizzato delle opere in cui l’elemento espressivo principale era proprio questa con tutti i suoi valori artistici e le sue spettacolari rese.

La Gioconda di Leonardo da Vinci


La luce in arte e nelle immagini.

In una immagine disegnata, dipinta o fotografata la luce costituisce un mezzo espressivo potente e sicuramente di grande efficacia. Essa può a esempio comunicarci varie sensazioni come quelle tristi di inquietudine, di tranquillità o di una grande allegria. Con la sua disposizione e caratteristica per esempio la luce può evidenziare, accentuare con più o meno forza il volume di ogni solido o oggetto che ci circonda. Può accentuare o potenziare l’effetto della profondità spaziale di un certo ambiente rappresentato.

L’effetto delle luci e delle ombre che vediamo nelle immagini è reso dal “disegno” del chiaroscuro, il quale è il contrasto che si nota tra le zone chiare che sono dominate dalla luce e le zone scure con meno o senza luce dove invece si addensano le ombre.

Per fare un esempio prendiamo due immagini di altrettanti stupendi capolavori della pittura dove possiamo notare due interpretazioni diverse sull'uso fatto con la luce da parte dei loro autori che sono dei veri maestri dell'arte. La prima molto morbida e delicatamente sfumata è quella che vediamo nella celeberrima opera La Gioconda di Leonardo da Vinci che vediamo in alto.

Il Caravaggio e l'opera La cena di Emmaus


La seconda luce è invece più ricca e contrastata, drammatica mentre ci descrive i volti dei personaggi dipinti dal grande artista italiano Caravaggio (Immagine sopra). Nel famoso dipinto La cena in Emmaus la luce di questo Artista è profondamente realistica. Il pittore ha fissato sulla tela un fatto preciso, di particolare intensità emotiva. Dal fondo buio emergono i personaggi investiti dalla luce che ne modella le fisionomie descrivendo con cura tutti vari particolari del quadro che sono resi con straordinaria verosimiglianza pittorica e grande abilità.

Il chiaroscuro nel disegno.

Nel disegno per esempio l’effetto del chiaroscuro può essere reso utilizzando una tecnica molto nota che è quella del “tratteggio incrociato” con una semplice matita. Consiste nel disegnare su un foglio dei segni regolari gradualmente sempre più fitti, senza però mai arrivare al nero assoluto, perché si renderebbe l’immagine troppo piatta. A lato possiamo vedere un bellissimo disegno con tratteggio a matita del 1521 di Luca di Leida, Ritratto virile conservato al Museo del Louvre di Parigi.

Un altro tipo di chiaroscuro è quello chiamato “sfumato”, il quale ci rende un effetto molto suggestivo ed è ottenuto con la polvere di una matita, di un carboncino o di un gessetto. Con questo tipo di tecnica il passaggio chiaroscurale è impercettibile e l’effetto finale è di una grande morbidezza e impalpabilità delle forme. Sotto vediamo Ritratto di Giulia Belelli di Edgar Degas eseguito a carboncino e sfumino del 1859.



La luce nella pittura.

Da sempre i pittori hanno cercato attraverso delle soluzioni più o meno geniali di rendere l’effetto della luce nei loro lavori e nei loro dipinti. I molti studi e le molte sperimentazioni tecniche condotte in questo senso, hanno portato alla creazione di bellissime opere suggestive in cui la luce, nei suoi vari aspetti (naturalistico, simbolico, emotivo ecc.), diviene un importante mezzo di comunicazione visiva e di grande espressività. Gli Artisti pittorici che più di altri si sono distinti, nel realizzare opere d’arte che avevano come caratteristica principale la luce, sono indubbiamente i grandi maestri Leonardo da Vinci, il Caravaggio e Rembradt di cui abbiamo parlato o parleremo anche in altri articoli su questo blog.

Nella pittura l’uso invece dei colori tonali che possiamo ammirare in tante celebri opere (vediamo per esempio sopra quella dell'artista veneto Giorgione I tre filosofi) permette di ottenere straordinari effetti di naturalezza luminosa. Attraverso questo tipo di tecnica un colore viene steso per strati successivi detti anche “velature”, in questo modo le forme della composizione artistica non vengono disegnate, ma vengono pian piano “plasmate” con il colore che si modula in delicati trapassi di tono.

I contrasti chiaroscurali possono essere netti, senza passaggi intermedi. In questo modo le parti in luce appaiono più intense, rendendo più buie e profonde le parti in ombra.

Si può creare una forte luminosità pittorica, anche attraverso l’uso di colori puri e la quasi totale abolizione del nero nelle ombre, che possono essere rese attraverso colori freddi. Questa tipo di tecnica, venne ampiamente sviluppata e elaborata dai pittori impressionisti di fine Ottocento. Questo tipo di luci possiamo ammirarlo guardando alcune celebri opere dell'impressionista francese Claude Monet.

La luce nella scultura.

La luce nella scultura riveste un ruolo di primo piano in quanto vi è una dimensione in più rispetto alle “piatte” (come piano di superficie a due dimensioni) immagini dei quadri.

Gli scultori sono sempre molto attenti a calcolare gli effetti della luce sulle loro creazioni. La luce infatti esalta i volumi degli oggetti facendoci percepire a livello visivo e tattile la loro superficie. Se è liscia, la luce tende quasi a “scivolare” via rendendo fluida e leggera la forma stessa. Se la superficie presenta scabrosità, la luce subito le valorizza rendendo vibrante tutto l’insieme. Se il piano per esempio è d’acciaio, la luce verrà riflessa, quando invece le superfici di una forma tridimensionale sono traslucide, ad esempio in vetro o plexiglas, la luce attraversa la forma generando delle ombre leggere e colorate.

Quando una scultura viene colpita dalla luce sembra che l’opera inizia a prendere vita e muoversi. Le superfici ruvide o frastagliate si animano, ed emergono i segni degli strumenti usati o delle mano che hanno plasmato la materia. In alcuni casi, magari perché lo scultore vuole così appaiono forme perfettamente lisce, sinuose e morbide.

Se la forma è un rilievo la luce fa risaltare le parti più sporgenti e mette in ombra il resto. Se l’opera è una scultura a tutto tondo, ossia che può essere vista da qualsiasi angolazione girandoci intorno a 360 gradi come può essere una statua, la luce valorizza il rapporto tra le parti piene e le parti vuote, mettendo in evidenza le varie sporgenze e rientranze. A lato vediamo un esempio di scultura con il celebre capolavoro del David di Michelangelo Buonarroti.

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