Dopo
la fine della civiltà Micene vi fu in tutto il territorio greco un
vero e proprio arretramento culturale, artistico e sociale degli
abitanti locali. In questo periodo di “buio” scomparvero quasi
del tutto le sculture e le architetture del tipo monumentali, cioè
quelle realizzate con grandi dimensioni dell' arte greca. Soltanto dalla fine del XI
secolo a.C. in poi il grande commercio dell'artigianato greco iniziò
anche verso terre molto lontane dando un imput importante ad una
nuova produzione e lavorazione della ceramica artistica e quindi dei
vasi, che venivano lavorati al tornio e poi decorati e dipinti da
abilissime mani di artisti con delle decorazioni di motivi o figure.
Del
primo periodo conosciuto come protogeometrico non si hanno
molte testimonianze o reperti storici. Nel periodo successivo invece
che va all'incirca dal IX al VIII secolo a.C. conosciuto col nome di
Geometrico, gli artisti greci creano e sviluppano un
importante stile artistico molto bello e decorativo, che veniva usato
soprattutto nella produzione di preziosi vasi in ceramica che
venivano dopo decorati da abili artigiani con dei motivi appunto
geometrici che diventeranno col tempo famosi e dei veri “classici”
anche per noi (da qui deriva il nome di questo periodo). Tra i
principali motivi decorativi che ritroviamo nei vasi greci ritrovati
troviamo quello a scacchi, a cerchi concentrici, con
triangoli, con dente di lupo e poi quelli che a parer
mio sono forse i più usati e riconoscibili cioè le greche e
i meandri. Sotto vediamo uno semplice schizzo di esempio di
questi motivi decorativi appena citati.
L'anfora
monumentale di Dipylon dell'arte greca durante il periodo
geometrico.
In
questo periodo dell'Età geometrica greca vediamo anche il ritorno da
parte degli artisti alla produzione di ceramiche del tipo monumentali
(cioè di grandi dimensioni). Un bellissimo esempio di opera con lo
stile geometrico-monumentale ci viene dato da una preziosa anfora
risalente al 750 a.C. circa, che è stata ritrovata nella Necropoli
ateniese di Dipylon (da cui prende il nome l'opera) di cui vediamo un
immagine qui a lato (cliccate per ingrandirla un poco). Questa bellissima opera in ceramica dipinta è
esposta presso il Museo Archeologico Nazionale della città di Atene.
Pensate che questo antico vaso greco è alto circa un metro e mezzo e
non era molto facile tecnicamente creare qualcosa del genere. Questo
genere di vasi monumentali venivano realizzati quasi sempre per scopi
funerei. L'anfora di Dipylon doveva essere usato come “séma” di
una tomba femminile, cioè un elemento posto fuori da una tomba (che
conteneva l'urna del defunto) e che aveva la funzione di segnalarvi
la stessa, rendendola subito riconoscibile. In parole semplici quindi
il vaso (séma) era come una sorta di croce con tanto di nome per
facilitare il riconoscimento alle persone che volevano visitarla. In
questo bellissimo e artistico vaso, vediamo una decorazione
geometrica ben precisa, con delle fasce con motivo a meandri che si
alternano con altre. Nello spazio tra i manici vediamo anche la scena
principale (prothesis), che raffigura l'esposizione pubblica della
defunta, collocata su un letto (catafalco) e circondata da numerosi
familiari con le braccia alzate per la disperazione che addolorati
piangono per la perdita della donna. La scena che serviva nella
società greca ad attestare il prestigio e l'importanza di una
famiglia è circondata sempre da fasce con motivi geometrici quasi ad
accentuare l'isolamento e il dolore delle figure. Queste figure di
cui vediamo al centro anche due uomini in ginocchio e due donne
sedute, oltre un bambino (forse il figlio della defunta) sono
realizzate in modo semplificato. Il torace è un semplice triangolo
con le braccia lineari, mentre la testa è data da un piccolo ovale
con il mento sottolineato da un puntino.
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