La scultura e gli artisti più celebri durante il secolo Cinquecento.
In questo articolo cercheremo di descrivere brevemente e in modo molto semplice chi erano i grandi artisti che nel secolo Cinquecento hanno fatto grande l'arte e soprattutto la scultura, innalzando quest'ultima ad un livello straordinario di bellezza e perfezione che forse non è stato più raggiunto nel tempo, grazie a idee e concetti spesso rivoluzionari.
In questo articolo cercheremo di descrivere brevemente e in modo molto semplice chi erano i grandi artisti che nel secolo Cinquecento hanno fatto grande l'arte e soprattutto la scultura, innalzando quest'ultima ad un livello straordinario di bellezza e perfezione che forse non è stato più raggiunto nel tempo, grazie a idee e concetti spesso rivoluzionari.
Alcuni concetti e le idee nella scultura del Cinquecento.
Durante la fase iniziale
di questo importante secolo che è stato il Cinquecento alcuni artisti iniziano con grande entusiasmo a ripercorrere
la strada dell'arte e della tradizione antica, classica che era
già stata intrapresa verso la fine del Quattrocento. Nella scultura
si ritornerà ad ammirare la bellezza ideale e il fascino eterno
delle opere scultoree dell'arte antica, come quella della civiltà
dell'antica Grecia o quella romana per esempio. Molti spunti verranno
presi dallo stile e dai vari canoni di queste stupende opere e poi
sviluppati o magari rielaborati nuovamente. Gli esperti d'arte e gli
storici affermano grazie a delle ricerche e ai documenti ritrovati che
questa grande passione e questo entusiasmo per questo stile classico sia dovuto anche al ritrovamento nel Gennaio del 1506
presso la città di Roma, allora già importante punto culturale e
sociale di un antico gruppo scultoreo in marmo risalente al periodo
Greco-ellenistico, cioè II – I secolo a.C. circa. Questo
straordinario capolavoro alto più di 240 centimetri e ritrovato
grazie ad alcuni scavi divenne ben presto un importante simbolo e
fonte di ricerche e studi artistici per molti giovani scultori
all'inizio del Cinquecento che magari iniziavano la carriera in quel
periodo. L'opera è conosciuta col nome di Laocoonte e i suoi figli,
di cui possiamo ammirare oggi la statua in marmo (copia) presso i
Musei Vaticani che troviamo nella nostra capitale (vediamo un
immagine dell'opera sotto).
La statua che
probabilmente è la copia di un gruppo bronzeo più antico,
conosciuta anche come gruppo del Laocoonte è stata realizzata dagli
antichi scultori greci Agesandro, Atanoro e Policleto e presenta
alcune precise caratteristiche dell'arte classica-ellenica che sono:
le forme dei vari personaggi raffigurati sono perfette ma esse non
vogliono riprodurre soltanto la semplice realtà, ma raffigurano la
bellezza ideale. L'idealizzazione delle forme e della bellezza
dell'arte classica significa per un artista raffigurare qualcosa che
l'uomo ammira, che sogna come un corpo perfetto in ogni piccolo
dettaglio, che non presenta la benché minima imperfezione o difetto
sia fisico che “psichico”. Gli scultori classici quindi
riproducevano si delle forme e dei corpi presi da modelli reali, ma
dando loro le sembianze e le espressioni di ciò che avevano nella
loro mente, pensando cioè alla bellezza ideale. Tutto questo come
ben sappiamo non esiste nella natura e nella nostra realtà, infatti
non troveremo mai un uomo o una donna davvero bellissimi e perfetti
in tutto. Altra importante caratteristica è l'armonia e l'equilibrio
delle forme e della composizione dell'opera, oltre che la lavorazione
del marmo con grande cura e una levigazione artistica della
superficie perfetta. Tutte queste caratteristiche per esempio li
possiamo ritrovare quando ammiriamo la straordinaria opera di
Michelangelo Buonarroti intitolata La Pietà che si trova presso la
Basilica di San Pietro in Vaticano (Trovate l'articolo su questa bellissima opera).
La scultura di
Michelangelo Buonarroti e la sua idea del non finito.
anche il grandissimo
artista e scultore Michelangelo Buonarroti rimase affascinato
dall'arte classica antica. Egli stesso fu impressionato
favorevolmente dalla grande forza espressiva e fisica del Laocoonte
ritrovato negli scavi a Roma, e questa influenza si può notare anche
in alcune delle sue opere più celebri. Ma col il passare del tempo
si nota che l'armonia e l'equilibrio nelle opere di Michelangelo,
lasciano il posto ad un arte e una scultura più impetuosa,
drammatica e molto tormentata, dovuta alla maturità artistica e
anche al “particolare” carattere che aveva il grande maestro
toscano. In alcune sue opere, troviamo riflesso tutto il dramma
dell'uomo che vive nel rapporto con la fede e Dio. Dalle bellissime
prime sculture dell'artista giovane ed entusiasta, perfettamente
curate e levigate e piene di dettagli realistici, passiamo a delle
opere quasi incompiute, con forme spesso grezze e tormentate del
periodo più maturo. Col tempo, Michelangelo prende la convinzione
che uno scultore aveva come compito solo quello di togliere il di
più, il superfluo dalla materia prima, quindi dal blocco di marmo.
Questo allo scopo di poter “liberare” l'opera e la sua forma dal
suo contenitore che la trattiene, perché essa è già presente.
Alcune di queste opere di Michelangelo Buonarroti realizzate con
questa tecnica conosciuta del “non finito”, diventano un simbolo
dell'eterno conflitto tra la forma e la materia, tra anima e corpo e,
saranno prese a modello da altri artisti. Nelle opere del Buonarroti
di questo periodo del Cinquecento, stiamo parlando degli anni che
vanno dl 1530 al 1540, notiamo che vengono realizzati in modo da far
risaltare dei sapienti contrasti chiaroscurali. Infatti la luce si
riflette sulle parti ben finite e levigate con cura, mentre l'ombra
sembra concentrarsi dove il marmo è più grezzo, meno lavorato. Un
bellissimo esempio di questo lo possiamo vedere nell'opera intitolata
Lo schiavo Atlante realizzata intorno al 1525-1535 (vediamo
una immagine a lato), dove lo schiavo Atlante sembra lottare con
tutte le forze contro la materia cioè il marmo per cercare di
fuggire, di liberarsi da questa sorta di catena o di trappola che lo
tiene. Quest'opera ha una potenza espressiva e simbolica
straordinaria che fa emozionare davvero chi la osserva. Verso
l'ultimo periodo di carriera scultorea di Michelangelo, si arriva al
punto che nelle sue opere vediamo che le parti non finite, sono
maggiori delle parti finite e lavorate con cura. In queste bellissime
opere troviamo che la lotta tra anima e corpo è sempre più intensa
e spesso drammatica. Lo scultore privilegia la forza dei sentimenti
puri abbandonando ogni rapporto con la realtà visibile. Un esempio
grandissimo di questo periodo è sicuramente la celebre Pietà
Rondanini del 1552-1564 circa collocata presso il Castello Sforzesco
di Milano e di cui vediamo un particolare sopra in alto. In questa opera la
superficie del marmo è rimasta grezza, molto erosa. I due corpi che
raffigurano La Vergine Maria ed il Figlio Gesù morto sembrano
precipitare verso il basso legati in una unione di grande amore e
grande sofferenza, che meraviglia. Il grande maestro e scultore in
questo periodo sarà un vero punto fermo che influenzerà l'arte e i
tanti artisti sia contemporanei e quelli che verranno.
Benvenuto Cellini e la
sua grande abilità artistica e tecnica.
Tra i tanti artisti
scultori che seguirono durante il Cinquecento la strada del
“classico” o che proseguirono sullo stile del maestro
Michelangelo Buonarroti, vi fu anche chi come Benvenuto Cellini
(1500-1571) volle staccarsi da tutte queste idee e valori, cercando
di formulare attraverso i propri studi uno stile originale e una
tecnica nuova. Il Cellini è stato oltre che un grande artista
scultore, uno dei massimi orafi di quel secolo, celebrato ovunque per
i suoi lavori con materiale prezioso da molti personaggi potenti e
grandi mecenati. Come non pensare per esempio subito alla sua
famosissima saliera che è un piccolo ma straordinario
capolavoro di abilità scultorea e orafa divenuta un simbolo, anche
grazie alle cronache nere dovute ad un recente furto e poi
fortunatamente restituita. Per quanto riguarda l'abilità scultorea
di Benvenuto Cellini, potremmo dare uno sguardo alla famosa statua
del Perseo, realizzata all'incirca tra il 1545 e il 1554
(vediamo una immagine a lato). Qui possiamo notare la grande cura nei
più piccoli dettagli e, come è espresso il movimento del corpo che
ha una posa quasi aggraziata, oltre la ricca decorazione del
basamento che la sorregge. notiamo anche che la monumentalità
classica e la virilità è quasi scomparsa, lasciando il posto ai
particolari e i dettagli dell'abile artista.
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