giovedì 3 luglio 2014

La Primavera di Sandro Botticelli un dipinto italiano tra le più belle opere dell'arte

La Primavera del Botticelli una straordinaria opera frutto come altre del grande genio e del talento italiano.
Oggi vorrei parlarvi brevemente di uno straordinario dipinto che gli appassionati di arte sicuramente amano e conoscono molto bene come la Primavera di Sandro Botticelli, ossia uno dei più grandi maestri e pittori italiani vissuto nel Quattrocento che ha fatto grande la storia della pittura. Sotto vediamo una immagine dell'opera completa della Primavera del Botticelli.



Un dipinto questo realizzato dal Botticelli e intitolato la Primavera che gli esperti di arte indicano tra le opere più belle e importanti dell'intera storia della pittura oltre che del Rinascimento italiano, e quindi motivo di vanto e di grande orgoglio per tutti noi italiani visto che potrebbe far parte di quel fantasioso catalogo che tutti gli amanti e i collezionisti di arte almeno una volta hanno sognato possedere, con all'interno le più belle opere di tutta la storia dell'arte dove sicuramente comparirebbero inserite alcune opere italiane che sono state realizzate nel passato dai più grandi maestri usando idee o tecniche tutte nuove ma soprattutto usando quel loro straordinario genio italiano che gli esperti di tutto il mondo ci riconoscono anche con un po' di invidia. Come sicuramente già avrete capito quando parlo sopra di questo fantasioso catalogo dei sogni di cui anche la Primavera del Botticelli farebbe parte mi riferisco soprattutto ai capolavori italiani più celebri, quelli dal valore storico e artistico inestimabile come sono per esempio la Gioconda di Leonardo, il David di Michelangelo, alcune bellissime Madonne di Raffaello e altre opere ancora che sono sempre di più coccolate, studiate dagli esperti, analizzate sin nei minimi dettagli e quindi poi riconosciute come in assoluto le più belle opere che sono state concepite e realizzate nella storia dell'arte. Sotto vediamo una di queste opere italiane che è tra le più ammirate e celebri in assoluto, il dipinto della Gioconda di Leonardo Da Vinci. Potrete leggere di questa sia i dati che un ottima analisi sempre su questo sito (vedi qui a destra).



Le caratteristiche dell'opera la Primavera del Botticelli.
A tanti osservatori che si recano ad ammirare il dipinto della Primavera spesso è sembrato che questa emani davvero un fascino particolare, un qualcosa di inspiegabile che attrae magari alcune persone forse più sensibili che va al di là della semplice e pura sensazione visiva che può emanare una qualsiasi altra opera d’arte, ossia la bellezza, la composizione o la resa dei colori. Forse è proprio per questa sua misteriosa e affascinante caratteristica quasi indescrivibile che la stessa è molto amata e viene costantemente studiata alla ricerca di un qualche mistero, di un messaggio criptico che magari il Botticelli voleva farci “intendere” e che solo poche altre opere riescono a trasmetterci con forza. Un altro esempio di questo misterioso fascino dell'arte lo abbiamo anche quando guardiamo con una certa attenzione La Gioconda di Leonardo.
La Primavera del Botticelli sembra quasi che sia un bellissimo racconto attraverso delle immagini dipinte su un supporto. L'opera è stata realizzata adoperando quella che era ancora in Italia la tecnica più utilizzata dagli artisti sino a quegli anni. L'artista utilizzò infatti i colori a tempera che di solito sceglieva e preparava da se per poi passarli su di una superficie che nel caso della Primavera era costituita da una tavola in legno abbastanza grande. Infatti le dimensioni dell'opera la Primavera sono notevoli, si arriva a una larghezza di circa 314 cm per una altezza di circa 203 cm. Pensiamo abbastanza grande da poter coprire per esempio una intera parete di una stanza di casa. La Primavera è stata realizzata verso la fine del secolo Quattrocento in un anno di cui ancora oggi si discute molto per la sua esattezza ma che comunque gli esperti indicano senza dubbio sia intorno al periodo che va tra il 1475 e il 1482. Oggi l'opera la possiamo trovare collocata in una delle bellissime Sale dedicate al Botticelli (tra le più visitate) della Galleria degli Uffizi di Firenze che come sappiamo è uno dei più celebri e visitati Musei d'arte del mondo.
La Primavera è un opera allegorica che il Botticelli realizzò su commissione di Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici che era appartenente al ramo cadetto della potente e nobile famiglia che all'epoca governava Firenze, quella dei Medici e di Lorenzo il Magnifico di cui l'uomo era cugino. L’allegoria è una rappresentazione artistica in cui le immagini riprodotte nell’opera personificano e quindi riproducono attraverso dei corpi fisici e degli oggetti, delle idee o dei concetti astratti in modo da poterli capire meglio.


I personaggi e gli oggetti che troviamo nella Primavera del Botticelli.
Il Botticelli nella sua Primavera evoca e raffigura l’incantevole bellezza di questa Stagione quando arriva con tutta la sua natura rigogliosa e la sua forza e che viene abitata da ninfe e da alcune divinità come voleva la tradizione in quell'epoca. Nello sfondo possiamo notare un sorta di aranceto con gli alberi carichi di frutti mentre il prato è ricco di fiori di diverso tipo. Il racconto nell'opera parte da destra dove vediamo il personaggio di Zefiro cioè il vento più soffice e dolce mentre soffia e afferra delicatamente la ninfa che ama che si chiama Clori la quale sembra rifiutare questo amore e cerca di fuggire alla presa. Nella figura seguente vediamo che attraverso questa unione Clori viene trasformata in Flora cioè la bella Dea romana simbolo della Primavera. Qua possiamo notare come il pittore attraverso il suo celebre segno e stile abbia dato un senso di ritmo e di movimento con le fronde degli aranceti alla destra che vengono scosse dal vento Zefiro attraverso una sorta di vortice. Sotto vediamo il particolare con Venere e Cupido.

Venere e Cupido particolare della Primavera


Al centro della composizione il pittore ha inserito la Dea Venere sul cui capo vola il piccolo Dio Cupido, il Dio dell’Amore con il suo immancabile arco il quale è intento a scagliare le sue frecce come simbolo dell’amore che sboccia da un fiore quando inizia la Stagione primaverile. Spostandoci verso la nostra sinistra notiamo le meravigliose Tre Grazie che danzano leggiadre in una tipica figura di ballo di quei tempi e all’estrema sinistra vediamo il Dio Mercurio con il braccio levato al cielo in atto di allontanare le nuvole. Da tutti questi personaggi possiamo intuire che il Botticelli ci descrive un qualcosa che sa di mitologico. Infatti in quegli anni con l'arrivo del Rinascimento nell'arte si andava di nuovo riscoprendo la bellezza classica e il filone mitologico con tutti i suoi leggendari personaggi.
Il linguaggio visivo che possiamo vedere nel quadro La Primavera del Botticelli.
Guardando meglio l’opera della Primavera del Botticelli possiamo notare come la composizione sembra articolata in due blocchi figurativi divisi dalla Dea Venere che al centro e leggermente isolata e posta poco più in alto rispetto alle altre figure. Questa figura ci appare come se fosse incoronata da una sorta di cornice dalla forma di semicerchio composta dalle fronde di alberi verdi scuri e da un pezzo di cielo azzurro.
La linea che nella pittura fiorentina era molto importante diviene qua molto delicata e morbida, a volte anche molto decisa per assecondare le esigenze del racconto artistico che vuol fare il pittore. La linea tracciata dal Botticelli che lo fece diventare celebre disegna con dolcezza le mani allacciate (vedi sotto particolare) durante le danze e l’ondeggiare dei veli trasparenti delle Tre Grazie. Suggerisce nella ripetizione di alcuni tratti sottili la fuga di Clori. La linea anima come mossa dal vento anche la veste di Flora. Ma la linea diviene anche nitida, decisa e ferma per poter descrivere con precisione le figure della Dea Venere e del Dio Mercurio e nel sottolineare un ritmo verticale dei tronchi d’albero. Le linee dei corpi e delle vesti riescono a creare una sorta di movimento, di danza molto suggestivo.



I colori appaiono molto chiari e luminosi, il verde del fogliame e dei prati è molto intenso e crea quasi una sorta di cornice omogenea. Il bianco sembra comunicarci una sensazione di candore, di purezza e viene usato sapientemente dal pittore per esaltare la trasparenza dei veli ove si cerca di indovinare le perfette forme dei corpi delle Grazie e di Clori. La tonalità più accesa e più calda che si può notare è quella usata nei manti di Mercurio, di Venere e della faretra di Eros con alcuni toni presi dal colore rosso.
La luce è distribuita e molto uniforme. Essa illumina tutti i personaggi nello stesso modo, non si vede una fonte di luce ben precisa ma serve a staccare le figure dal resto del fondo. La prospettiva sembra assente, vediamo infatti la Dea Venere quasi fosse sollevata dal terreno e i piedi sfiorano le corolle senza calpestarli come se la dea levitasse.
Il grande artista Sandro Botticelli inizia ed elabora quel filone di arte mitologica che in seguito avrà molto successo. Con questo ritmo musicale della composizione, la dolcezza melodica della linea che avviluppa tutti i personaggi rendono questa stupenda opera davvero incantevole. Una melanconica evocazione di un mitico mondo perduto.


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