domenica 18 maggio 2014

I colori a tempera per l'arte tra storia e consigli di questa tecnica

Arte e colori a tempera: una delle più antiche tecniche nella storia della pittura.
I tanti appassionati della pittura, ossia di quella che giustamente viene considerata la regina tra le forme d'arte e tutti gli artisti che amano dipingere le loro opere adoperando la tecnica dei colori a tempera sicuramente sapranno che questa è qualcosa di molto antico, qualcosa che va molto indietro nel tempo. Infatti per quanto riguarda la loro storia i colori a tempera sono una delle più antiche e utilizzate forme d'arte in assoluto. Utilizzata già nell'antichità da coloro che vengono definiti i primi artisti, passando attraverso varie fasi e sviluppi della tecnica negli anni del Medioevo e sino agli anni del Quattrocento dove poi fu sostituita quasi del tutto da quella che i pittori ritengono essere in assoluto la migliore tecnica pittorica di sempre, quella che utilizza i colori a olio. Comunque i colori a tempera non sono mai stati dimenticati anzi oggi molti moderni artisti amano riscoprirli e riutilizzarli per realizzare le loro opere.



A testimonianza delle antiche origini dei colori a tempera sono arrivate ben conservate sino a noi delle bellissime pitture rupestri che sono state realizzate utilizzando i primi rudimentali colori che la natura regalava agli artisti sia trovandoli tra i minerali che tra i vegetali. Questi colori poi venivano stesi su delle pietre o anche sulle pareti all'interno di grotte che spesso erano abitate dagli uomini preistorici usandole come loro abitazioni. Sotto vediamo una di queste pitture rupestri scoperta nella famosa grotta di Lascaux che si trova nella Francia.



Queste sono per la storia dell'arte delle straordinarie e interessanti pitture anche perché oltre a essere le prime vere forme di arte documentate realizzate dall'uomo, avevano anche un significato magico e propiziatorio per gli antichi popoli. Le pitture rupestri raffigurano spesso delle semplici scene quotidiane o delle scene di caccia agli animali di cui poi si cibava tutta la tribù. Celebri sono le pitture rupestri che raffigurano gli animali cacciati o quelli già uccisi dagli uomini e questo serviva proprio per accrescere la forza e la buona riuscita della caccia futura come se fossero dei veri e propri amuleti porta fortuna, delle magie positive per i cacciatori. Da questo deriva il significato di magico per le antiche pitture. Sotto vediamo un opera realizzata con i colori a tempera su una tavola del grande artista italiano Sandro Botticelli, conosciuta come La pala di Sant'Ambrogio del 1470 circa, collocata agli Uffizi di Firenze.

Botticelli Pala di Sant'Ambrogio 1470 circa


La tecnica dei colori a tempera tra curiosità e caratteristiche.
Il termine tempera dato a questa tecnica pittorica deriva semplicemente da una operazione che si fa con questi colori quando si dipinge. L'operazione è appunto quella di stemperare, cioè di sciogliere dei pigmenti colorati insieme all'acqua proprio come scoprirono gli antichi popoli primitivi. I pigmenti non sono altro che delle polveri colorate che anticamente venivano trovate soltanto in natura dopo averle estratte da alcuni particolari minerali, da piante vegetali o anche da parti di animali. Queste pigmenti poi erano trattati fino a ridurli in polvere di vari colori. Oggi come sappiamo esistono e troviamo nei vari negozi specializzati per l'arte anche degli ottimi colori a tempera già divisi per colore e in comodi tubetti che sono creati artificialmente dall'uomo grazie alle grandi industrie. La tecnica dei colori a tempera fu usata molto come abbiamo detto sin dall’antichità, ma il suo sviluppo e il suo massimo splendore fu raggiunto attraverso ulteriori studi e straordinarie opere che furono realizzate da artisti durante il periodo storico che va dal secolo Duecento sino al secolo Quattrocento. Alla fine i colori a tempera verranno quasi accantonati per cedere il passo a una tecnica molto più illustre dal punto di vista della resa dei colori e degli effetti dati nelle opere, la tecnica dei colori a olio che fu fatta conoscere dai pittori fiamminghi.
Consigli su come si utilizzano i colori a tempera.
Una delle caratteristiche dei colori a tempera è quella di essere molto coprenti e opachi. Quando li utilizzano gli artisti riescono ad avere sui supporti delle stesure molto uniformi e regolari e cosa da non poco sono colori che asciugano velocemente a differenza di quelli a olio. E questo permette agli artisti di intervenire su di una zona della superficie usata per poter correggere un particolare in tempi molto brevi e rapidi. Le tempere si possono usare miscelati tra di loro. Possono essere usati molto liquidi ma non troppo perché si perderebbe proprio la loro caratteristica principale, ossia quella di essere coprenti. Un altro piccolo consiglio è quello di non usarli troppo puri perché una volta asciutti potrebbero iniziare a screpolarsi. Comunque per chi si avvicina ora al mondo della pittura iniziate a pasticciare un poco con i vostri colori per vedere i risultati. Potrete usare superfici come la tela che è la più indicata, ma anche il cartone o addirittura le tavole in legno come facevano gli artisti nel secolo Tre-Quattrocento. Facendo un po’ di pratica vi renderete conto di tutte le differenze e gli effetti che questa ottima tecnica può offrire. Arriveremo a fare raggiungere ai colori il giusto grado di corposità voluta, l’importante e che ci divertiamo insieme alla nostra bella passione artistica.
Ai nostri giorni i colori a tempera li possiamo trovare già pronti in appositi tubetti di varia grandezza e con molte delle tinte che ci servono, basta andare in un negozio specializzato. Ricordiamo che per avere tutte le tinte possibili ci basterà avere soltanto pochi colori a tempera.
Per esempio il rosso magenta, il giallo primario, il Blu ciano insieme al bianco e al nero. Infatti con questi cinque colori miscelandoli in dosi opportune potremmo avere tutti gli altri colori e i toni possibili e immaginabili.
Per quanto riguarda i pennelli si possono usare gli stessi che si adoperano per dipingere con i colori a olio, quindi a punta piatta o tonda di varie dimensioni a seconda se si devono eseguire dei piccoli particolari o delle grandi stesure. I pennelli possono essere di pelo di bue, di setola o magari quegli più costosi di pelo di martora. Quando mescoliamo i colori a tempera con acqua facciamolo gradatamente con il pennello, aggiungendo l'acqua poco per volta mentre quando dobbiamo sovrapporre un colore su di un altro anche se diverso facciamo asciugare bene il primo ricordandoci anche che i colori a tempera un po’ come quelli a olio asciugandosi tendono un poco a schiarirsi.

Continuando la lettura troviamo alcuni tipi di tempere tratte dal sito artekjara.it (sul Manuale) in collaborazione con il Maestro Bruno Pierozzi. Visitate il sito per altre notizie.


La tempera a colla
La tempera a colla ha avuto largo impiego in particolare nell'ambito della decorazione di pareti e più recentemente per la scenografia. La preparazione di questa tempera avviene mescolando i pigmenti con colle animali (colla di coniglio, colla di pesce, colla gelatina). La caratteristica positiva di questa tempera è la grande luminosità, ma la materia è piuttosto fragile e inoltre soggetta a lasciare macchie asciugandosi. Per le opere pittoriche si adatta in prevalenza per piccoli formati. La tempera a colla si prepara facilmente mescolando i pigmenti con colla gelatina o di coniglio sciolta in acqua calda. Purtroppo i toni di questa tempera mutano notevolmente dopo che il colore si è asciugato. Si possono fare delle buone tempere anche con la colla di farina, di questa tempera troverete la ricetta più avanti.

La tempera a cera
Questa pittura è un sistema misto tra l'encausto e la tempera. Una sorta di encausto a freddo. Nel Medio Evo fu sperimentata l'introduzione della cera e delle resine nella pittura a tempera. È certo che produce una pittura molto resistente anche all'umidità. Per poter utilizzare questa tempera si doveva rendere la cera miscibile con l'acqua e per tale scopo veniva utilizzata la calce in funzione di alcale. In età moderna si è utilizzata allo stesso scopo l'ammoniaca.

La tempera all'uovo
La tempera dei quattrocentisti italiani ci è stata tramandata grazie al "Libro dell'arte" del pittore e scrittore d'arte Cennino Cennini (1370-1440). In questo trattato l'autore descrive come gli artisti del tempo preparavano i supporti sui quali dipingere, come dipingevano, e particolarmente – per quello che interessa a noi - come si faceva la tempera (capitolo LXXII). Il Cennini spiega che ci sono due maniere di fare la tempera, una migliore dell'altra.
La prima consiste nel battere il tuorlo d'uovo con le mozzature dei rami di fico. Il liquido che fuoriesce dai giovani ramoscelli tagliati va mescolato al tuorlo d'uovo in quanto ritarda l'essiccazione dei colori sulla tavolozza, favorendo la coagulazione e la conservazione dell'uovo, pare inoltre che abbia un'azione antisettica.
Il secondo metodo indicato dal Cennini per fare la tempera è quello di mescolare il solo rosso d'uovo con i colori, e questa tempera è per l'autore buona per dipingere su qualsiasi superficie: muro, tavola o ferro.
Se avete possibilità di visitare un museo o una chiesa che custodisce tavole del quattrocento, potrete notare come il colore fosse steso per sovrapposizioni e rifinito a tratteggio finissimo.
Ovviamente questa pittura richiede grande pazienza e destrezza che si acquisiscono con l'esperienza diretta. La cosa più importante è non scoraggiarsi se i risultati iniziali non sono soddisfacenti.


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