Robert Campin e la pittura Fiamminga.
Quando si parla di storia della pittura non possiamo non accennare anche alla meravigliosa pittura fiamminga, chiamata così per via dell'area geografica in cui nasce e si sviluppa questa nuova pittura agli inizi del secolo Quattrocento. Quest'area è quella conosciuta come le Fiandre, una zona del Nord Europa che grazie al talento artistico di alcuni suoi maestri dell'epoca la resero celebre e molto imitata da altri grandi artisti italiani e stranieri. Il pittore fiammingo Robert Campin insieme a Jan Van Eyck vengono considerati tra i padri fondatori della pittura fiamminga. Questi pittori con il loro realismo, la ricerca di una giusta spazialità e la disposizione del chiaroscuro e degli effetti di luce nelle loro opere si allontanarono dall'arte e dalla pittura classica dell'epoca, cioè una pittura idealizzata nel periodo del Tardo-Gotico usata sino ad allora. Sopra vedete La bellissima opera Madonna del parafuoco di Robert Campin del 1430 circa. Cliccate sul titolo per leggere l'articolo.
Quando si parla di storia della pittura non possiamo non accennare anche alla meravigliosa pittura fiamminga, chiamata così per via dell'area geografica in cui nasce e si sviluppa questa nuova pittura agli inizi del secolo Quattrocento. Quest'area è quella conosciuta come le Fiandre, una zona del Nord Europa che grazie al talento artistico di alcuni suoi maestri dell'epoca la resero celebre e molto imitata da altri grandi artisti italiani e stranieri. Il pittore fiammingo Robert Campin insieme a Jan Van Eyck vengono considerati tra i padri fondatori della pittura fiamminga. Questi pittori con il loro realismo, la ricerca di una giusta spazialità e la disposizione del chiaroscuro e degli effetti di luce nelle loro opere si allontanarono dall'arte e dalla pittura classica dell'epoca, cioè una pittura idealizzata nel periodo del Tardo-Gotico usata sino ad allora. Sopra vedete La bellissima opera Madonna del parafuoco di Robert Campin del 1430 circa. Cliccate sul titolo per leggere l'articolo.
Non si hanno testimonianze
certe sulle origini e la data di nascita del pittore Robert Campin. Si pensa comunque che sia intorno all'anno 1378-1379 mentre la morte è avvenuta nel
1444 nei pressi della cittadina di Tournai, dove visse e fece molte
esperienze artistiche. L'artista viene identificato dagli esperti di
arte anche come l'artista denominato Il Maestro di Flémalle, un
artista attivo nelle Fiandre nei primi decenni del XV Secolo, per via
di molte opere non datate e senza firma che vengono associate allo
stile e alla mano del Campin. Di lui si hanno notizie che si trovava nella città
belga di Tournai, un importante centro commerciale e artigianale dove apre una scuola di pittura che col tempo sarebbe diventata un
importante punto per tanti artisti talentuosi. In questa scuola frequentarono come allievi pittori del calibro di Jacques Daret e
Rogier Van Der Weyden. Quest'ultimo dopo aver frequentato la scuola
per un periodo come allievo divenne nel 1427 un apprendista con
tanto di qualifica. Uscì dalla scuola del Campin nel 1432 con il
titolo ufficiale di Maestro e tutti noi ora conosciamo il grande valore attraverso le stupende opere che Van Der Weyden seppe realizzare.
Il pittore Robert Campin
parallelamente al Van Eyck studio e ricercò qualcosa di nuovo per
la sua arte, prendendo vari spunti iniziali sia dall'arte
Mosano-renana che dall'arte e dalle conquiste effettuate dallo stile
Gotico internazionale sviluppato da artisti e pittori della Corte di
Borgogna, alla cui apparteneva la cittadina di Tournai e che in quel
periodo era molto attiva in campo artistico ed economico. Campin sintetizzò e fece propri tutti questi stimoli portati da questi
stili ma volle anche portare delle novità alla concezione che si
aveva della pittura “tradizionale”, soprattutto nel senso
naturalistico e realistico. Per questo motivo Campin viene anche
considerato il padre del realismo fiammingo. L'artista inizia a
realizzare dei ritratti di personaggi famosi dove non si vede più
la classica posa solenne e idealizzata del passato ma una figura più
umana, più naturale. Sperimenterà ed userà delle pose di tre
quarti anziché quelle frontali usate sino ad allora. Facendo questo Campin inizia anche ad indagare sulla psicologia di chi ha davanti
come modello cercando se è possibile di scavare nel carattere
dell'uomo ed esprimerlo nei suoi ritratti. Egli si focalizzò anche sui trittici, che sono delle opere divise su tre sezioni che possono essere anche
richiudibili. Questo tipo sono forse le opere più importanti di Campin.
Queste opere gli vengono commissionati da importanti e ricche
personalità per un uso quasi sempre privato o di devozione
religiosa. Sotto potete vedere uno dei trittici più celebri di
Campin, intitolato il Trittico di Mérode realizzato su tavole in
legno con tecnica ad olio e databile al 1427 circa. Quest'opera si
può ammirare presso il Metropolitan Museum di New York.
Alcuni trittici sono
arrivati purtroppo molto deteriorati ai nostri giorni, ma in alcuni
si possono vedere come le ricche iconografie sacre del passato vengono realizzate e tradotte dal Campin con immagini davvero molto
realistiche ed immediate. Si vedono scene con personaggi sacri come
le Madonne per esempio, ambientati però in realtà quotidiane, in
semplici ambienti domestici come possono essere le case del Nord
nell'epoca dell'artista, ricche di particolari e dettagli realistici.
I colori corposi (si iniziava in quel periodo a sperimentare la
tecnica dei colori ad olio da parte dei pittori fiamminghi) sembrano
dare vita e anima agli oggetti raffigurati nelle opere. I tessuti
attraverso le giuste luci e il contrasto del chiaroscuro rendono
perfettamente le trame del filato. I capolavori di Campin sono
davvero una ricca fonte di oggetti e dettagli realizzati quasi con
una maniacale accuratezza. Questa descrizione così accurata dei
particolari era legata al particolare sentire religioso dell'area
dei paesi del Nord. C'era all'epoca un rapporto molto particolare tra
Dio e l'uomo che sembra incoraggiava un'identificazione con le
Divinità, in particolare riguardo alla compartecipazione delle
sofferenze di Cristo e della sua Passione o, il grande dolore della
Vergine Maria per la perdita del Sacro Figlio. Davvero opere
meravigliose e ricche di fascino quelle del fiammingo Robert Campin.
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