La
Chimera d'Arezzo nell'arte degli Etruschi
una antica civiltà dell'Italia.
Tra le
bellissime opere e gli oggetti che fanno parte dell'antica arte
Etrusca ritrovati dagli esperti dopo ricerche e scavi
archeologici e che fanno parte di una arte che veniva abilmente
realizzata da artisti vi è anche la famosa opera di scultura della
Chimera d'Arezzo che vediamo
qui sotto in una immagine.
E
anche grazie allo studio e all'osservazione di questi singoli reperti
artistici che gli storici hanno potuto capire qualcosa in più sui
vari usi, le antiche tradizioni e la cultura artistica di questo
importante civiltà che sono gli
Etruschi, un popolo vissuto intorno al VIII secolo a.C.
sul territorio della nostra bella Italia. Gli Etruschi infatti si
stanzieranno in aree come la Toscana, l'alto Lazio e sino al Sud nel
territorio della odierna Campania al confine con quello che erano le
colonie di un altra grande e storica civiltà, quella degli antichi
Greci.
La
civiltà degli Etruschi riuscì a partire dall' VIII secolo a.C. e
nel corso del tempo a svilupparsi e a diventare un vero e proprio
Stato con una lingua, una religione e con degli usi comuni a tutti.
Riuscirono a raggiungere il loro massimo splendore tra i secoli VII e
VI a.C. grazie soprattutto ai loro traffici economici e a un
commercio florido con le vicine popolazioni della Magna Grecia e dei
Greci, ricevendo delle influenze culturali e artistiche importanti.
Anche se vi sono alcuni dubbi gli esperti fanno risalire le origine
degli Etruschi alla civiltà di Villanoviana, insediata nei territori
citati sopra intorno al periodo che va dalla fine del X secolo e
l'inizio del VIII secolo a.C.
L'opera
di scultura etrusca della Chimera d'Arezzo.
La
celebre scultura della Chimera D'Arezzo così chiamata dal nome della
città in cui fu ritrovata è considerata dagli esperti dell'arte
come una delle più importanti opere dell'arte Etrusca. La storia di
questo bellissimo oggetto della Chimera è come quella di tanti altri
reperti antichi, nel senso che fu ritrovata casualmente nella città
Toscana di Arezzo durante alcuni lavori che prevedevano degli scavi
eseguiti nel 1553. Dalle testimonianze sembra che questa antica
scultura fosse stava ben sepolta insieme a un gruppo in bronzo per
motivi sicuramente di protezione rimanendo sottoterra per molti
secoli. Oggi questa importante opera etrusca la possiamo ammirare
presso il Museo Archeologico che troviamo nella città di Firenze. A
detta degli esperti che hanno eseguito le analisi e la datazione si
sa che la chimera d'Arezzo dovrebbe risalire pressapoco alla fine del
V secolo a.C. Misura come dimensioni circa 78,5 centimetri di altezza
mentre la sua lunghezza è di 129 centimetri circa. Gli antichi
artigiani etruschi hanno usato per realizzarla la fusione del bronzo,
una tecnica di scultura di cui gli Etruschi si racconta ne erano
abili artisti e per questo erano molto conosciuti anche in tutti i
territori vicini. Come vediamo guardando l'immagine l'opera raffigura
un sorta di animale fantastico creato dalla mente di uomini per
impaurire e terrorizzare, che troviamo narrato nelle antiche legende
dei popoli. Questo animale mitologico è la chimera, un terribile
mostro che riusciva a sputare fuoco dalla bocca al fine di
distruggere tutti i raccolti nelle campagne. La chimera era formata
da un miscuglio di parti di animali diversi. Essa aveva la testa di
leone con una folta criniera e sul dorso le usciva una testa di capra
mentre la coda era formata da un serpente sibilante. L'antica
leggenda narra che questo terribile mostro della chimera fu ucciso da
un coraggioso eroe. Questo era Bellerofonte mentre si trovava a
cavallo del bellissimo Pegaso il celebre cavallo alato donatogli
dalla dea Atena. Durante il secolo Settecento si è dovuto
intervenire con un restauro per sistemare e ricostruire parte della
coda della Chimera d'Arezzo. Si pensa che forse in origine la testa
del serpente che è la coda era rivolta verso chi la guarda, cioè
nella stessa direzione che ha la testa del leone. Dal dorso della
statua vediamo che spunta la testa di una capra morente, infatti sul
collo vi è una ferita testimoniata anche da alcune gocce di sangue.
Il mostro è raffigurato come possiamo capire subito in un
atteggiamento di pre-attacco. Infatti la parte anteriore dell'animale
è abbassata e tutti i muscoli sono in tensione e la bocca è aperta,
proprio come quando vediamo la posa di un gatto pronto a sferrare il
suo attacco micidiale verso un topolino. Originariamente la statua
doveva essere collocata in un luogo importante, forse un Edificio
religioso infatti sulla zampa destra anteriore troviamo incisa una
antica iscrizione con la parola Tinsvil che dovrebbe essere una
dedica alla divinità Etrusca Tinia.
Se
vi interessa potete continuare con la lettura di altri articoli
sull'arte e la scultura Etrusca
attraverso le varie opere di questa antica civiltà, basta andare su
Arte Etrusca nella pagina I capolavori dell'arte che vedete su in
alto nel sito.
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RispondiEliminaJ
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