Per
l'arte Etrusca una scultura con il Sarcofago degli sposi.
In
quelli che noi sappiamo essere degli antichi siti archeologici in
Italia spesso sono stati rinvenuti dagli esperti duranti gli scavi
moltissimi oggetti o opere di arte Etrusca risalenti al loro
periodo. Alcune di questi siti sono delle tombe che fanno parte delle
celebri necropoli Etrusche ritrovate colme di bellissimi oggetti e
con tanti arredi funebri che ci indicano gli usi e la cultura di
questo antico popolo. Sotto vediamo il famoso Sarcofago degli sposi.
La
civiltà degli Etruschi infatti si dedicava molto ai loro morti con
dei particolari riti e delle usanze che servivano ad onorarli. Sono
state scoperte delle bellissime tombe ancora intatte e complete di
tutti gli oggetti funerari. Tra di questi vi erano anche dei
particolari sarcofagi realizzati in terracotta che hanno avuto un
ruolo di primo piano nella tradizione e nella scultura dell'Etruria.
Alcuni di questi sarcofagi sono provenienti dalla antica città di
Cere che corrisponde alla nostra odierna Cerveteri. Per quanto
riguarda le sculture create dagli artigiani etruschi per le
decorazioni delle tombe o dei sarcofagi queste erano realizzate quasi
sempre con la tecnica a tutto tondo. Per il rito funebre si usava
anche realizzare dei vasi particolari chiamati canopi che erano delle
urne per le ceneri, simili a quelle usate per esempio dagli antichi
Egizi quando imbalsamavano i loro sovrani e che contenevano le
viscere e gli organi dei morti, ma anche simili a quelle biconiche
villanoviani ma con la variante che quelle Etrusche presentavano una
testa scolpita al posto di un elmo superiore.
Il
sarcofago degli sposi per la scultura Etrusca.
Dal
VI secolo a.C. in poi gli scultori etruschi iniziarono a riprodurre
delle figure umane intere che raffiguravano i defunti sulle lastre
dei sarcofagi. Queste figure scolpite molto ricche nei dettagli
spesso potevano essere formate da due personaggi, raffigurando il
marito e la moglie in un atteggiamento semplicemente di tenerezza e
molto familiare. Per vedere un bellissimo esempio di queste
particolari sculture funebri dell'arte Etrusca che sono conosciuti
col nome di Sarcofago degli sposi dobbiamo andare nella città
di Roma presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (immagine
sopra). Presso il celebre Museo del Louvre di Parigi esiste un altro
sarcofago degli sposi molto simile all'altro (sotto).
Il
sarcofago ha come dimensioni 140 centimetri circa di altezza e 202
centimetri circa di lunghezza ed è realizzato con la terracotta.
L'opera che è stata ritrovata in una necropoli presso Cerveteri
risale intorno al 520 a.C. e rappresenta due sposi che sono distesi
su quello che una volta veniva chiamato triclinio (kline), ossia il
lettino che veniva usato anticamente durante i banchetti. Si intuisce
dalle pieghe del “tessuto” che il lettino è rivestito di un
materasso morbido. L'atteggiamento dei due sposi è quasi rituale e
presenta nelle pose una grande compostezza. Il marito si poggia
grazie al suo gomito sinistro su un cuscino mentre i volti dei
coniugi sono girati verso lo spettatore. L'opera ci trasmette un
grande affetto tra i due personaggi testimoniato anche dal braccio
destro dell'uomo che si poggia sulla spalla della donna. Inoltre la
donna raffigurata proprio al fianco del marito simboleggia una
tradizione molto matura e un grande rispetto che si aveva nei
confronti delle donne in questa antica civiltà Etrusca. La scultura
presenta dei volumi molto netti e precisi nella parte superiore del
busto mentre via via che si scende verso le gambe i dettagli
diminuiscono. Inoltre le mani e le braccia dei due creano un effetto
di movimento e generano delle luci e delle ombre molto belle.
Se
vi interessa potete continuare a leggere altri articoli sull'arte
e la scultura Etrusca
attraverso le varie opere di questa antica civiltà, basta andare su
Arte Etrusca nella pagina I capolavori dell'arte che vedete su in
alto nel sito.
Mi piace moltissmo quest'opera d'arte! volevo usarla come copertina per il mio e-book https://www.amazon.it/Kamasutra-Terza-Et%C3%A0-Roberto-Bera-ebook/dp/B00RUNN4WG ma non ho potuto per evitare grane con il museo. Comunque nel testo dedico un capitolo a questi nostri simpatici antenati
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