mercoledì 13 maggio 2020

Domenico Ghirlandaio un maestro del Rinascimento tra origini e opere


L'artista conosciuto come Domenico Ghirlandaio nasce nella città di Firenze nell'anno 1449, muore sempre a Firenze l'11 Gennaio 1494. Egli fu per l'arte dell'epoca considerato come un grande maestro e un grande pittore italiano nella sua città d'origine che amava molto, al punto tale che quasi tutta la sua carriera artistica tranne qualche eccezione la visse proprio a Firenze. Sotto vedete un autoritratto del Ghirlandaio nel particolare dell'Adorazione dei Magi. Un clic sulle immagini per ingrandirle.


Adorazione dei Magi part di Domenico Ghirlandaio


Il Ghirlandaio è ritenuto uno dei massimi protagonisti del Rinascimento italiano e fu contemporaneo di altri grandissimi artisti come Sandro Botticelli o Filippino Lippi solo per fare qualche nome, in quell'epoca conosciuta come il periodo d'oro per l'arte italiana e nella bella città di Firenze in cui governavano la potente famiglia De Medici e con Lorenzo detto il Magnifico a capo di tutto. Molte delle testimonianze sul pittore Domenico Ghirlandaio ci sono arrivate grazie a Giorgio Vasari che come sappiamo oltre ad essere un artista è stato anche un famoso biografo di molti artisti delle epoche passate. Tra queste forse la biografia di Leonardo da Vinci è quella più famosa del Vasari.

Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio nasce primo di cinque figli dell'orafo Tommaso di Currado che di professione faceva il gioielliere con tanto di bottega in via dell'Ariento ossia la via dell'Argento, una strada chiamata così per via dei numerosi gioiellieri che vi erano. Il soprannome di Domenico, cioè il “Ghirlandaio” con il quale divenne celebre come artista gli è stato attribuito proprio perché il giovane ebbe un grande successo lavorando nella bottega del padre orafo quando soprattutto cesellava delle piccole ghirlande d'argento che poi venivano portate in testa come ornamento delle acconciature di tante giovani damigelle fiorentine.
Nella bottega però il Ghirlandaio lavorava controvoglia e alla fine il padre capì che non poteva lasciare l'eredità lavorativa di orafo al suo primogenito. Da buon genitore che era infatti concesse a Domenico di dedicarsi totalmente a ciò che lo appassionava di più, cioè all'apprendimento delle tecniche artistiche in particolare a quelle della pittura e del mosaico che erano una vera passione per il pittore. All'inizio il Ghirlandaio fu mandato presso la bottega d'arte di un maestro toscano, tale Alessio Baldovinetti un artista che è stato rivalutato molto negli ultimi decenni come un raffinato interprete del retaggio fiorentino con delle influenze fiamminghe. Da questo suo primo maestro della pittura il Ghirlandaio eredita quel cromatismo luminoso che risale a Domenico Veneziano. Inoltre alla formazione di Domenico contribuiranno anche i pittori il Pollaiolo e il Verrocchio. Infatti è probabile che Domenico Ghirlandaio frequentò anche la celebre bottega dell'arte del maestro Verrocchio che era una delle più importanti ed attive nella città di Firenze in quegli anni. Pensate infatti che meraviglia per noi appassionati di arte se potessimo andare a vedere con una “macchina del tempo” cosa succedeva in questa bottega del Verrocchio. Avremmo visto che si andava formando una nuova generazione di nuovi artisti. Sono tutti artisti che con il proprio talento, il loro stile e la loro arte daranno un grande impulso alla storia e alla cultura italiana. Artisti del calibro di Botticelli, il Perugino o Leonardo da Vinci tanto per citare qualche nome.
I primi lavori di Domenico Ghirlandaio.
Nel 1472 Domenico Ghirlandaio si iscrisse alla Compagnia di San Luca dei pittori certificando il termine del suo apprendistato.


Domenico Ghirlandaio opera part Santa Barbara


I suoi primi lavori indipendenti sono in alcune chiese di campagna dell'entroterra fiorentino. Tra questi una delle prime opere note del Ghirlandaio è un affresco nella località pieve di Cercina conosciuto come il Santi Girolamo, Barbara e Antonio Abate che è databile al 1471-1472 circa e di cui vediamo un particolare di Santa Barbara nella immagine in alto. Si tratta delle decorazione della fascia mediana di una nicchia semicircolare, in cui il pittore dipinse una finta architettura con nicchie marmoree divise da pilastri poggianti su una cornice modanata sopra alcune specchiature in finto marmo. Nelle nicchie si trovano i santi Girolamo, Barbara e Antonio Abate caratterizzati da una linea di contorno sottile e fluida e una colorazione vivace e armonica derivata dall'esempio di Domenico Veneziano. Nel San Girolamo soprattutto balenano ricordi dell'attenzione anatomica e della forza plastica di Andrea del Castagno sebbene l'insieme risulti morbido e con un movimento appena accennato, privo di drammaticità. Interessante è poi la ricerca illusionistica di alcuni dettagli che "escono" dalle nicchie, come i piedi sporgenti o le mani dell'uomo sotto santa Barbara che gettano una realistica ombra sui gradini.


Domenico Ghirlandaio opera Madonna della misericordia


Subito dopo il Ghirlandaio entrò nei favori della ricca famiglia dei Vespucci che erano alleati dei Medici e dipinse per loro una Madonna della Misericordia che vediamo qui sopra e una Pietà nella loro cappella nella chiesa di Ognissanti a Firenze. La cappella, una nicchia nella navata unica fortemente alterata dai rimaneggiamenti successivi era stata costruita nel 1472 e gli affreschi furono dipinti in una data immediatamente successiva, entro il 1475 quando il maestro era dedito ad altre opere. Nel gruppo di personaggi protetti sotto il manto della Vergine si trova anche il giovane Amerigo Vespucci, il celebre navigatore. In queste opere la personalità artistica di Domenico il Ghirlandaio appare già ben definita, soprattutto riguardo alla sua vivace descrizione dei tratti fisiognomici, indagati con fedeltà che rendono così diversi i personaggi l'uno dall'altro. A quegli stessi anni risale anche il Battesimo di Cristo e Madonna col Bambino in trono tra i santi Sebastiano e Giuliano, un affresco nella chiesa di Sant'Andrea a Brozzi nei pressi di Firenze.


Domenico Ghirlandaio opera San Girolamo nello studio


Il San Girolamo nello studio.
Tornato a Firenze, entro il 1480 sposò in prime nozze Costanza di Bartolomeo Nucci dalla quale nel 1483 ebbe il figlio Ridolfo, pure lui apprezzato pittore nella prima metà del Cinquecento. In tutto si sposò due volte, la seconda con Antonia di ser Paolo Paoli in data imprecisata ed ebbe in tutto ben nove figli.
Il Ghirlandaio venne incaricato dalla famiglia Vespucci di dipingere anche un San Girolamo nello studio ad affresco che facesse pendant con il Sant'Agostino del Botticelli in genere ritenuto opera leggermente anteriore (1480 circa), lo vediamo nell'immagine. Il Ghirlandaio nell'opera creò una figura serena e convenzionale, rendendo protagonista più che il santo le nature morte degli oggetti, che sono ordinatamente esposti sullo scrittoio e sulle mensole. Domenico si ispirò probabilmente a dei modelli nordici come forse il San Girolamo nello studio di Jan van Eyck che all'epoca si trovava forse nelle raccolte di Lorenzo il Magnifico.


Domenico Ghirlandaio opera Vecchio con nipote


A Domenico Ghirlandaio gli furono commissionati importanti lavori anche a Roma presso il Vaticano e nella famosa Cappella Sistina da Papa Sisto IV dove si recò insieme ad un gruppo di artisti. Dopo al suo ritorno a Firenze fu letteralmente sommerso da molte altre proposte di lavoro. Era ormai diventato un grande artista riconosciuto da tutti e lavorò sino alla sua morte avvenuta nell'anno 1494, quando aveva soltanto 45 anni. tra le ultime opere del Ghirlandaio troviamo anche il Vecchio con nipote, un meraviglioso ritratto molto realistico che oggi possiamo ammirare al Museo del Louvre a Parigi. Quest'opera davvero bellissima la vediamo nell'immagine qui sopra.


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