Sandro Botticelli il pittore italiano del Rinascimento.
In questo breve articolo parleremo di uno tra i più grandi pittori italiani che con la sua meravigliosa ed espressiva arte è riuscito a illuminare il Rinascimento italiano.
Questo grande artista che all'anagrafe faceva Alessandro Filipepi è da sempre conosciuto e amato per la storia dell'arte col nome di Sandro Botticelli. Qui sotto vediamo una delle sue più celebri opere La nascita di Venere realizzata intorno al 1482 1485 circa. cliccate per ingrandire le immagini.
Sandro Botticelli La nascita di Venere |
Sandro Botticelli nasce nel 1445 a Firenze, all'epoca una vitale e meravigliosa città amata per l'arte e gli artisti che vi risiedevano. Ultimo di quattro figli di quella che era considerata una famiglia abbastanza modesta e normale. Il padre Mariano di Vanni Filipepi era colui che mandava avanti il tutto attraverso il proprio lavoro e tanta fatica in una conceria di pellame che al tempo erano molto frequenti. Sul curioso nomignolo dato a Sandro vi sono tante ipotesi tra cui dato da un compagno di scuola oppure dal fratello Giovanni in quanto grasso come una botticella per liquidi. Un altra ipotesi è quella sul termine fiorentino usatto in quel tempo riguardo a chi praticava il mestiere di doratore cioè il "baticello".
Uomo con medaglia Sandro Botticelli |
Il padre di Sandro da alcuni documenti catastali ritrovati affermava che il suo giovane figlio era sempre intento a leggere e a studiare sui libri. Forse in quei primi anni Sandro inizia ad assaporare oltre alla letteratura anche l’aria artistica che sicuramente troverà quando nel 1464 appena diciannovenne entra in una delle tante botteghe dell’arte fiorentina a far parte degli allievi di un grandissimo pittore e maestro italiano del tempo, fra Filippo Lippi. In questa importante bottega artistica dove rimarrà ad apprendere e lavorare per alcuni anni Sandro Botticelli viene a contatto con l’importante e nuova pittura, la tecnica e la grande influenza del maestro Lippi e questa influenza artistica si può riscontrare quando ammiriamo alcune delle sue prime celebri opere quasi tutte aventi tema religioso e biblico come La Madonna del roseto che oggi è collocata presso il Museo del Louvre di Parigi o ancora due opere che troviamo presso la nostra splendida Galleria degli Uffizi di Firenze, ossia La fortezza e Il ritorno di Giuditta. Dopo questi anni di apprendistato e prima di aprire una sua personale bottega d’arte nel 1470 sembra che il giovane Botticelli abbia frequentato un altra importante luogo di apprendistato dell’arte sempre nella città di Firenze. Qesta bottega è quella del pittore e scultore conosciuto col nome di Andrea del Verrocchio. In questa importante bottega artistica nella seconda metà del Quattrocento la storia dell’arte italiana ci racconta alcune bellissime pagine e annedoti. Infatti qui il Botticelli incontra tra gli altri alcuni che diventeranno dei grandissimi artisti, per esempio anche un giovanissimo allievo del Verrocchio appena 15-16 enne che di nome faceva nientemeno che Leonardo da Vinci e che sembra avere già delle sue idee molto chiare sulla pittura e sull’arte nonostante la sua giovanissima età. Celebri e anche documentati sono i litigi tra l’allievo Leonardo e il suo bravo maestro il Verrocchio. Il modo di concepire e di intendere l’arte e la pittura però era diversa, quasi agli estremi anche tra Leonardo e il Botticelli. Il piccolo Leonardo Da Vinci che cerca, sperimenta e indaga la natura e qualunque avvenimento. Lui vede l’arte come uno strumento o un mezzo per poter andare a fondo e conoscere meglio le cause naturali che lo circondano, scandagliando vari temi ed eventi come per esempio il motivo che fa scatenare le tempeste oppure le onde del mare sino a cercare di vedere e indagare anche nel più profondo animo umano. Sandro Botticelli invece è portato più verso lo studio e il pensiero espresso nella letteratura. È amico di grandi scrittori e letterati e sin da giovanissimo viene ammesso nella stupenda e preziosa per molti giovani artisti che volevano farsi strada, Corte dei Medici a respirare aria e discorsi detti da Pico della Mirandola o da Marsilio Ficino su antichi testi filosofici Neoplatonici per esempio. In questo ricco e affascinante mondo di Corte, pieno di personaggi come poeti, artisti e letterati che lo affascinano con i loro discorsi Sandro Botticelli impara, assimila idee e concetti che lo porteranno man mano ad allontanarsi dalla realtà storica e naturale. Nelle sue future opere pittoriche le figure inizieranno a perdere peso e corpo a favore del ritmo e dei movimenti compositivi ed espressivi dati alla linea. Nel 1472 il Botticelli si iscrive presso La Compagnia degli artisti di San Luca e inizia a lavorare con la sua arte avendo moltissime commissioni anche importanti per la realizzazione di opere, grazie anche al supporto della famiglia Dei Medici. La sua produzione artistica in questi anni e in quelli futuri si fa numerosa e si arricchisce soprattutto delle opere e dei dipinti più belli e celebri che noi conosciamo. Botticelli realizza anche molti ritratti sia frontali che ripresi con il modello di profilo. Per esempio è del 1474 L’uomo con la medaglia che vediamo sopra che troviamo presso gli Uffizi. E ancora le meravigliose Allegorie della Primavera, dipinta intorno al 1477-78 per arredare una villa di un cugino di Lorenzo il Magnifico e La nascita di Venere dipinta dall’artista quattro anni più tardi. Qui sotto vediamo la Primavera.
La primavera del Botticelli |
Queste due Allegorie sono considerate tra le più celebri opere in assoluto del Botticelli impostate su dei temi classici della dottrina neoplatonica. Le commissioni per i suoi lavori lo porteranno anche a viaggiare come per esempio quando arriva a Roma nel 1481 chiamato dal Papa Sisto IV per affrescare la Cappella Sistina insieme ad altri mostri sacri dell’arte del tempo come il Ghirlandaio, il Perugino e a Cosimo Rosselli solo per fare qualche celebre nome. Qui Sandro dipinge monumentali scene tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento come Le prove di Mose o Le prove di Cristo che per le dimensioni, la necessità di attenersi a dati e avvenimenti storici precisi impacciano non poco con le idee artistiche del grande artista. Al suo ritorno da Roma Sandro riprende a fare la pittura come più ama. Alcuni di queste opere realizzate alla fine degli anni Ottanta sono Pallade e il Centauro degli Uffizi, alcuni Affreschi per la villa Tornabuoni Lemmi che oggi troviamo al Louvre o La pala di San Barnaba agli Uffizi.
Verso la fine del secolo Quattrocento il Botticelli illustra anche La Divina Commedia in 93 pergamene. Il grande scrittore e poeta italiano Dante Alighieri lo ha sempre interessato e affascinato sin da giovane. Ma proprio a fine secolo l’artista entra in una sorta di crisi spirituale molto patita e violenta, maturata soprattutto nell’ascoltare le forti prediche e i severi discorsi fatti dal celebre frate Savonarola che fu giustiziato poi per queste idee nel 1498 che richiamava i fedeli, la società e la Chiesa stessa ad un nuovo e vero rinnovamento morale capace di cambiare in positivo la gente che ormai viveva senza i veri valori umani. Le dure parole del frate ebbero una forte presa anche sul Botticelli che ben presto si appartò, isolandosi dalle persone e dagli amici stessi e dedicandosi soltanto per la sua amata arte e alle sue opere finali. Nei suoi ultimi lavori pittorici si percepisce questo particolare sconforto e questa quasi delusione vitale degli uomini. Stupende opere come per esempio La Natività mistica, La calunnia o La crocifissione simbolica sembrano protestare e rifiutare i valori stilistici e le interpretazioni di altri artisti come Leonardo, Michelangelo o Raffaello.
Nel 1510 in piena solitudine il grande maestro Sandro Botticelli si spegne quando aveva 65 anni ma da subito entra nel grande “Palazzo” del cielo che raccoglie i più grandi artisti di tutti i tempi. Lascia al mondo intero un vero tesoro di opere pittoriche che farà scuola nel tempo e che sarà ammirato e studiato da tantissimi esperti e semplici appassionati dell’arte.
Trovate altri articoli sul blog che parlano delle opere di Sandro Botticelli.
De Chirico ha scritto:
RispondiElimina"In questo secolo di faticoso lavoro compiuto attraverso tutto il medioevo; i sogni di mezzanotte e i magnifici incubi di Masaccio o di Paolo Uccello si risolvono nella chiarezza immobile e nella trasparenza adamantina di una pittura felice e tranquilla, ma che serba in sé un'inquietudine come nave giunta al porto sereno d'un paese solatìo e ridente dopo aver vagato per mari tenebrosi e traversato zone battute da venti contrari. Il Quattrocento ci offre questo spettacolo, il più bello che ci sia dato godere nella storia dell'arte nostra, d'una pittura chiara e solida in cui figure e cose appaiono come lavate e purificate e risplendenti d'una luce intensa. Fenomeno di bellezza metafisica cha ha qualcosa di primaverile e di autunnale nel tempo stesso".
Una simile definizione del '400 merita di essere divulgata.
Grazie e cordialissimi saluti.
Sono d'accordo con lei larcò nel divulgare i pensieri o le citazioni degli artisti. Infatti a volte un pensiero o una frase detta da un artista può farci capire meglio di una singola sua opera.
RispondiEliminaViva l'arte sempre
Un saluto a lei e un grazie per la sua visitina