L'Allegoria
del trionfo di Venere del Bronzino uno dei celebri pittori del
Manierismo italiano.
Oggi
per quanto riguarda i dipinti del secolo Cinquecento citiamo
una delle opere più belle ed enigmatiche che gli appassionati
dell'arte ancora oggi amano guardare e studiare per avere qualche
risposta ad alcuni dubbi. Questo capolavoro ha come titolo
l'Allegoria del trionfo di Venere ed è un dipinto realizzato intorno
agli anni 1540-1545 da Agnolo di Cosimo Mariano, un celebre
pittore toscano meglio conosciuto con il nome d'arte di Agnolo
Bronzino. Vediamo sotto l'opera. Vi consiglio di cliccarvi
sopra in modo da ingrandirla e vedere meglio ogni suo particolare.
Sembra
che il soprannome di “Bronzino” dato all'artista deriva quasi
sicuramente dal colore dei suoi capelli che erano di un color
bronzeo. Il pittore nasce da una famiglia povera di origini molto
umili il 17 Novembre dell'anno 1503 presso il paesino toscano di
Monticelli di Firenze, mentre la morte avviene nella città di
Firenze quando l'artista aveva sessantanove anni nell'anno 1572. Già
da piccolo si notò la sua passione per la pittura e per questo fu
mandato a fare dell'apprendistato presso alcune delle numerose e
famose botteghe dell'arte toscana che aprivano all'epoca. Verso
l'anno 1515 quando il Bronzino aveva ancora solo 12 anni entra nella
bottega dell'artista-maestro conosciuto come il Pontormo.
Questo era un pittore toscano già molto conosciuto nell'ambiente
artistico che riuscirà con il suo estro e il suo particolare stile
artistico a influenzare il giovane apprendista, sino ad avviarlo poi
a una carriera straordinaria. Il Bronzino infatti grazie al suo
talento e alla sua pittura viene considerato oggi tra i più grandi
artisti italiani del Cinquecento. È stato un importante esponente di
quelli che venivano chiamati i pittori del Manierismo italiano
e durante il Cinquecento era molto ricercato dai committenti e dai
Mecenati dell'arte soprattutto per la sua apprezzata bravura nel
realizzare i ritratti con il suo particolare stile “manierista”.
Egli lavorò molto spesso anche alla realizzazione di opere per i
ricchi signori e le potenti Corti dell'epoca come per esempio quella
famosa della Corte toscana dei Medici.
Dati
del dipinto Allegoria del trionfo di Venere e i personaggi
raffigurati dal Bronzino.
L'Allegoria
del trionfo di Venere sin dal 1860 è conservata ed esposta presso la
National Gallery di Londra. Il
Bronzino la realizzò usando la tecnica pittorica dei colori a
olio su un supporto che era costituito da una tavola di legno avente
come dimensioni 146 per 116 centimetri circa.
Si sa
che questo dipinto venne commissionato all'epoca quasi per uno scopo
Diplomatico, uno scopo che oggi potremmo definire politico visto che
Cosimo I de’ Medici voleva fare un regalo al re di Francia
Francesco I. In quegli anni infatti il Ducato di Toscana era da poco
nato e doveva ancora crescere e diventare quella ricca e potente
Corte che dopo la storia ci ha fatto conoscere. Quindi i nobili
signori del Ducato avevano un assoluto bisogno di protezione magari
da parte di qualche forte alleato straniero. Questa alleanza poteva
arrivare anche dalla vicina e potente Francia. Quindi come
sicuramente si usa fare oggi attraverso accordi precisi con i potenti
e le Ambasciate si è cercato in qualche modo di ingraziarsi e farsi
amica la Francia, e per arrivare a questo scopo venivano mandati
anche in dono dei preziosi oggetti e delle stupende opere d'arte,
realizzate spesso dagli artisti che in quel periodo erano considerati
i numeri uno nell'arte. Non dimentichiamoci infatti che sin dal
Quattrocento e nel periodo del Rinascimento italiano, gli artisti e i
pittori italiani venivano considerati come i più grandi maestri
dell'arte in assoluto e le loro opere erano sempre tra le più
ricercate e ammirate. Se pensiamo che le Corti Europee in quel
periodo si litigavano a suon di stratosferiche offerte di denaro e di
grandi privilegi i più celebri maestri italiani dell'arte per averli
con loro. Artisti come per esempio Leonardo da Vinci, Raffaello,
Michelangelo Buonarroti e tanti altri.
Bronzino - particolare del bacio tra Venere e Cupido |
Il
Bronzino quindi si mise al lavoro e riuscì a creare con la sua
pittura e il suo stile quello che molti esperti credono sia uno dei
capolavori più belli del manierismo italiano, la corrente
artistica che in quel periodo andava più di moda. Il dipinto come si
può intuire anche dal titolo raffigura una allegoria dell’amore
che viene personificata dalla dea Venere e di alcune
sfaccettature che sono legate a essa. Il tutto viene rappresentato
attraverso una serie di personaggi allegorici e mitologici. In primo
piano possiamo vedere Venere, il personaggio principale inserito nel
titolo e riconoscibile dal pomo d’oro che tiene in una mano. La
leggenda narra che il pomo sia stato donato alla dea dal bel Paride.
La bella Venere simboleggia la dea dell’amore e come vuole la
tradizione è rappresentata dal Bronzino tutta nuda mentre bacia in
un modo particolarmente sensuale e erotico il piccolo figlio Cupido
anch’esso nudo. Cupido è riconoscibile oltre che dalle ali anche
dalla faretra che porta sulle spalle che è la custodia per le sue
frecce magiche capaci di fare innamorare chiunque ne sia colpito.
Alle spalle di Venere e Cupido si intravedono altri personaggi un po’
più complessi e di non facile interpretazione. Per esempio sulla
destra illuminato da una vistosa luce si vede un piccolo giovanetto
con dei campanellini nella caviglia sinistra e con in mano quelle
che sembrano delle rose e dei petali di fiore. Egli rappresenta il
riflesso più immediato del piacere carnale e del sesso, quindi
l'attimo di Gioia. Ed ecco che iniziano alcune stranezze, infatti
dietro di lui si intravede più in ombra una fanciulla dal grazioso
volto che man mano se guardiamo con più attenzione notiamo diventare
sempre più ambigua e inquietante, quasi come un mostro. La vediamo nel
particolare qui sotto.
Bronzino particolare del personaggio metà bambino e metà mostro |
Forse
simboleggia l’inganno che può essere una conseguenza dell’amore.
Infatti guardando bene il personaggio vediamo che il corpo a un certo
punto diviene il corpo di una bestia con squame, coda e zampe
artigliate. L’ambiguità e la sua natura ingannatrice ci viene
rappresentata dall’artista anche da come raffigura le sue mani, la
destra è al posto della sinistra e viceversa. Se ritorniamo di nuovo
su Venere e Cupido notiamo che anche loro sembrano ammaliarsi e
ingannarsi a vicenda. Venere sembra sfilare di nascosto una delle
frecce e Cupido con delle natiche nude in mostra che sembrano
sproporzionate, toccando sensualmente un seno di Venere sembra che
voglia rubarle il Diadema di perle che tiene in testa. E che dire di
questo bacio dato quasi con una punta della lingua che non ha nulla a che
fare con un bacio tenero e affettuoso che di solito si da a un figlio. Vediamo
questo particolare sopra.
Sulla
sinistra del dipinto troviamo altre due figure allegoriche che
dovrebbero rappresentare la Follia in alto e la Disperazione in basso
a sinistra che possiamo interpretare come delle conseguenze
dell’amore sensuale che possono accadere nel medio e lungo termine.
Il vecchio in alto sulla destra infine rappresenta Crono, cioè il
tempo raffigurato sempre come un vecchio con le ali e con una
clessidra che ha posata sulla schiena. Lui sembra voler stendere un
velo su tutta la scena a simboleggiare che il tempo riesce a far
dimenticare e a guarire qualunque cosa. Si vedono a terra anche
alcune maschere che dovrebbero simboleggiare che in amore a volte
fingiamo di essere altri, magari per timidezza o perché non ci
sentiamo sicuri, recitiamo una parte che non rispecchia il nostro
vero essere. Poi vi è una colomba bianca forse il simbolo di una
pace dei sensi che alla fine calma tutto e tutti.
Alcuni
dati sono tratti da Wikipedia.
Curiosità
sull'Allegoria del trionfo di Venere del Bronzino.
Si
dice che nell’Ottocento per via di una forte censura sulle opere
artistiche con figure di nudo sia stato dipinto un telo giallo che
riusciva a coprire gran parte delle nudità di Venere e che
ultimamente dopo un perfetto restauro sono riusciti a togliere e a
riportare la scena originale del Bronzino.
Un
altra curiosità è quella che non tutti i grandi esperti d’arte e
gli storici siano d’accordo tra di loro sul significato di questo
capolavoro. In particolare su quella che può essere l’identità
della figura in alto a sinistra e che qui abbiamo considerato essere
la Follia. Vi sono dei forti dubbi su questo personaggio e su cosa
volesse simboleggiare e comunicare il Bronzino per Cosimo I de’
Medici. Il Bronzino nel realizzare le figure cerca di farci capire
senza alcun dubbio attraverso oggetti e attributi la loro identità.
Come abbiamo visto sopra Il dio Crono nella mitologia romana infatti
viene sempre raffigurato come un vecchio con delle ali e con la
clessidra che sta a testimoniare il passare del tempo. La stessa
Venere è fuor di dubbio con quel diadema fatto di perle in testa che
testimonia la sua nascita dal mare, e con il suo famoso pomo d’oro
donato per il giudizio da Paride. Cupido con le sue ali e con la
faretra delle frecce magiche. La Gioia rappresentata come un bambino
felice e contento che sparge petali di rose sulla scena d’amore.
L'inganno che con il suo corpo ambiguo ammalia e inganna e anche la
Disperazione con i suoi gesti e atteggiamenti sono tutte identità
certe che l’artista vuole farci riconoscere. L’unica che da dei
dubbi agli esperti è quella figura in alto a sinistra che non ha
nessun oggetto o attributo per essere un personaggio mitologico, e
nemmeno una figura allegorica. L'unico indizio è che sembra voler
impedire di nascondere la scena con il telo blu a Crono, il quale
dallo sguardo sembrerebbe molto adirato con lei. Chi è dunque
costei? E la scena di Venere e Cupido con quel bacio a quali
personaggi “reali” voleva fare riferimento?
Una
delle tante teorie su chi potrebbe essere questo personaggio la
potete leggere a questo link pitturaomnia.com/rivista_pittura_000037.htm
nel
sito di Pitturaomnia che riguarda delle storie di matrimoni e amanti
tra le potenti casate dei Medici e la corte di Francia, e con
messaggi espliciti attraverso il dipinto del Bronzino.
Comunque
resta il fatto che il quadro è uno stupendo capolavoro con
bellissimi giochi di colori e di luci. Il mistero poi aggiunge un
qualcosa in più a tutta questa meraviglia dell'arte.
Spero
che qualche lettore possa aggiungere un suo personale contributo e
magari qualche dato in più sull'opera da condividere con tutti.
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