giovedì 22 marzo 2012

La pittura del Settecento attraverso i maggiori artisti dell'epoca


Il Vedutismo o l'arte delle vedute veneziane che faceva tendenza tra i nobili.


Nel corso del Settecento una delle Scuole pittoriche che ebbe un ruolo molto importante non solo in Italia ma anche nel resto d'Europa fu quella veneziana ad opera di alcuni grandi maestri come per esempio Giambattista Tiepolo un artista che presentava nelle sue opere un suo stile molto decorativo e dei colori luminosi.
Infatti questa bellissima città che è Venezia con i suoi canali e i suoi stupendi paesaggi mozzafiato iniziava in quel periodo a essere considerata come lo è anche oggi una delle più belle città del mondo. Questo sviluppo positivo avvenne durante gli anni del secolo Settecento grazie a un aumento del turismo dedicato soprattutto all'arte e facendone di Venezia una delle città più importanti e una delle mete preferite per tutti gli amanti di questo meraviglioso mondo oltre che fonte di grande ispirazione per tanti artisti e per la pittura. In questo periodo nella città veneziana si sviluppa anche un genere tipico dello stile Rococò a cui venne dato il nome di “Vedutismo” per via dei temi principali usati nelle nuove opere che venivano eseguiti da questi artisti. Con il Vedutismo per la prima volta un paesaggio o gli elementi della natura diventano i veri protagonisti dell'opera pittorica mentre la presenza dell’uomo che sino a quel momento era sempre stato usato come il soggetto principale in ogni scena artistica diventa per gli artisti che si ispiravano a questo genere, chiamati "vedutisti" un soggetto diciamo soltanto di contorno, marginale.
Come già accennato questo suggestivo e particolare stile che è il vedutismo si sviluppa soprattutto nella bellissima città di Venezia perché nel Settecento è una delle città italiane che hanno una affluenza di turisti molti dei quali stranieri superiore a tutte le altre. Si diffonde proprio in quel periodo la moda del cosiddetto Grand Tour cioè il Grande giro, dei viaggi organizzati per le più belle città d'Europa tra cui ne faceva parte anche Venezia. Questo Grand Tour infatti era una sorta di viaggio di formazione per i tanti nobili e le persone molto ricche che se lo potevano permettere i quali prendono l’abitudine di acquistare nelle varie città del Tour delle opere e dei dipinti che raffigurano soprattutto dei paesaggi, dei luoghi che loro hanno visitato per poterli mostrare a chi non era potuto andare magari con un poco di orgoglio. Come per noi oggi quando prendiamo dei depliant illustrati, delle cartoline o facciamo delle bellissime fotografie nei posti che visitiamo per poi portarli a casa ritornando dai nostri favolosi viaggi.

Questa nuova moda dei ricchi di viaggiare per le città d'arte favorì nella città di Venezia alcuni artisti tra cui i due più famosi e celebri sono sicuramente il Canaletto (1697-1768) e Francesco Guardi (1712-1793).
Le straordinarie “vedute” nei dipinti dell'artista veneziano conosciuto col nomignolo di Canaletto sono le più fedeli possibili alla realtà. Gli esperti di storia sono grati anche a questi bellissimi capolavori della pittura realizzati dal Canaletto o da Guardi che oggi ammiriamo in alcuni importanti Musei, perché sembrano delle autentiche fotografie del passato con tutti i dettagli, i particolari che ci fanno intuire e capire meglio come era fatto il paesaggio reale di Venezia o ancora quali erano gli usi e i costumi dei veneziani durante il Settecento. Per raggiungere il suo scopo di rappresentare fedelmente la realtà che vedeva l’artista si utilizzava spesso la “camera ottica”. Questa era uno strumento che grazie a un particolare sistema di lenti e di specchi proietta su un foglio l’immagine ridotta di ciò che si vuole poi ritrarre. Con questo strumento il Canaletto riprendeva una serie di scene dal vero, poi nel suo studio le ricomponeva come fosse una specie di fotomontaggio. Ma la realtà così attentamente osservata veniva poi modificava nella fase di ricostruzione seguendo l'ispirazione dell’artista che aveva in quel momento. Vediamo sopra in alto l'opera del Canaletto intitolata Regata sul Canal Grande del 1732 circa.

L'altro grande artista veneziano del Settecento, il pittore Francesco Guardi invece prediligeva le vedute ispirate più dalla fantasia. Questi opere vengono chiamate “capricci” perché combinano insieme elementi del paesaggio reale con rovine ed edifici tratti da luoghi diversi o immaginari. Le vedute di Guardi sembrano così dei quadri con paesaggi quasi irreali, anche perché le forme non sono nitide e la luminosità è spesso soffusa. I colori spesso in queste opere sono molto tenui e le figure sono a volte appena abbozzate.

Vediamo sotto un particolare dell’illustrazione Il Rio dei Mendicanti olio su tela Bergamo di Francesco Guardi.



La pittura in genere nel Settecento.

Nella pittura del Settecento oltre al già accennato Vedutismo veneziano troviamo anche altri generi pittorici che si svilupparono e influenzarono nuovi artisti come per esempio quello del ritratto, le nature morte o le scene di vita quotidiana che rispondono in pieno al desiderio illuministico di indagare la realtà che ci circonda.

In particolare i dipinti realizzati con delle scene di vita quotidiana tendono a documentare i caratteri della società settecentesca, divenendo a volte dei veri e propri documenti storici che testimoniano il periodo. Per esempio i dipinti dell’illustratore inglese William Hogarth (1697-1764) hanno come scopo principale la critica nel sociale. Con uno spirito disincantato questo artista ritrae la vita della società del suo tempo che osserva con attenzione per denunciare poi tutti i vizi e la corruzione morale attraverso le sue opere.

Vediamo sotto l'opera intitolata La Taverna del 1735, olio su tela collocata a Londra di William Hogarth.



Le luci e i colori in un trionfo nell'arte del Settecento.

Nel XVIII secolo la decorazione parietale degli interni è affidata a motivi ornamentali realizzati con materiali in legno e stucco. Nelle sale di rappresentanza però tale funzione è spesso svolta da grandiosi decorazioni fatte ad affresco come quelle realizzate dall'artista veneziano Giambattista Tiepolo (1696-1770).
Questo tipo di pittura è spesso molto monumentale, celebrativa e utilizza soprattutto soggetti storici, mitologici o allegorici. La teatralità e le composizioni scenografiche sono sottolineate dalla scioltezza del disegno e dalla luminosità dei colori pastello. Un esempio di ciò che abbiamo appena detto è l’Olimpo dipinto sul soffitto dello scalone della Residenza tedesca di Wurzburg. In quest'opera le pose delle figure sono enfatiche, i gesti dei personaggi molto amplificati e i colori sono davvero luminosi. La composizione è movimentata ed è una rappresentazione molto teatrale. La nostra attenzione è colpita soprattutto dal festoso tripudio reso dalle luci e dai colori.

Vediamo sotto un particolare dell’illustrazione L’Olimpo del 1751-1753, affresco della Residenza di Wurzburg in Germania di Giambattista Tiepolo.



Il Rococò francese.

Come abbiamo già accennato lo stile artistico chiamato Rococò nacque in Francia dove poi ebbe anche il suo massimo splendore e sviluppo. La pittura è caratterizzata da colori luminosi e molto delicati, dalla rapidità di esecuzione, dai gesti e dagli sfondi ispirati al mondo del teatro.
La pittura Rococò vuole rappresentare l’ambiente ricco e sfarzoso della corte e della aristocrazia e quindi di un mondo che ricerca il piacere, la gioia e gli sfarzi assoluti. La grazia e la gioventù vengono idealizzate nell’arte pittorica del Rococò. I soggetti preferiti dagli artisti sono spesso feste, grandi balli, mascherate o clandestini incontri d’amore.
Per esempio l'artista Antoine Watteau (1684-1721) nella sua celebre opera ballo campestre ritrae un mondo ideale popolato solo da personaggi giovanili, bellissimi, vestiti con eleganza e intenti a danzare con garbo o a conversare nel verde di uno stupendo parco.

(vediamo sotto un particolare dell’illustrazione del Ballo campestre olio su tela 1720 circa Scozia – Antoine Watteau).



La pittura neoclassica.

Per gli artisti neoclassici invece il mondo antico è un modello estetico e morale da imitare. Questi artisti ritengono che i Greci abbiano raggiunto ciò a cui ogni artista deve ispirare e cioè il bello ideale con le sue forme perfette e i suoi equilibri.
L’opera d’arte deve rappresentare il meglio della natura, purificato da ogni piccola imperfezione. Le figure non devono esprimere intense passioni o le frivolezze di una vita agiata ma devono comunicare una serenità e una compostezza anche quando stanno vivendo un dramma. Per gli artisti neoclassici questo atteggiamento di calma, di serenità e di severità è infatti un indice di grande nobiltà d’animo. Lo stile dei dipinti neoclassici è caratterizzato perciò dalla contenuta drammaticità delle scene, dalla semplice composizione e dal contorno nitido del disegno. Un esempio di questi caratteri li possiamo ritrovare nel dipinto intitolato La morte di Marat del celebre artista Jacques-Louis David (1748-1825) che fu un fervido sostenitore della Rivoluzione francese e poi sincero ammiratore di Napoleone. Nella morte di Marat l’artista neoclassico ripropone un fatto storico contemporaneo, cioè l’uccisione del rivoluzionario Marat, ma lo ambienta in un atmosfera fuori del tempo. La figura di Marat nell'opera assume così un significato universalmente valido, la grandezza morale di un uomo sempre fedele ai propri ideali politici.

(vediamo sotto La morte di Marat del 1793 olio su tela Bruxelles di Jacques-Louis David).





Nel salutarvi vi ricordo che potete trovare altri articoli che parlano sempre in modo molto semplice dell'arte durante il secolo Settecento. Questi sono elencati in alto nella pagina di Arte e storia. Un saluto

1 commento:

Graciela ha detto...

Grazie a voi! Molto interessante. Sono argentina e studio italiano (la più bella lingua!) adesso sono nel corso di Civiltà 3 nell'Associazione Dante Alighieri di Buenos Aires.